During the XVII century, Navies were increasing their importance as a tool in the hands of the European powers. Their value had become so high that they were no longer subordinated to armies, getting their own identity. This new value was linked with the coveted hegemony over the commercial routs and thus with the consequent economic power. Moreover, maintaining warships was expensive and so just the fact of having a fleet was a sign of wealth. The naval force had become a symbol of power and superiority, which is why all the European States more involved in the overseas power play wanted to celebrate themselves through fleets. This happened through painting. Indeed, the role of images has always been used also for power ostentation, from the political significance of some aristocratic family metaphorically displayed on public buildings’ walls, to the Catholic Church’s unquestionable sovereignty showed in many paintings. In the XVII century, the States’ decision to communicate their power at the sea was added in this process. And so it was that from the first marine paintings, ships started to get inside artworks, to the point that they became the main subject in the pictorial representation, especially for the Nord European powers. We aim to illustrate this interesting evolution, which even pushed artists to leave their atelier and put to sea in order to better understand and thus represent the new protagonists of their works.

Nel corso del Diciassettesimo secolo le flotte divennero uno strumento sempre più importante nelle mani delle potenze europee. La valenza di potere che assunsero le elevò da subordinata diramazione delle forze terrestri a simbolo esse stesse di forza. L’importanza che acquisirono era legata all’ambita egemonia delle rotte commerciali, e conseguentemente del potere economico. Inoltre, mantenere le imbarcazioni da guerra era costoso, quindi, oltre alle vittorie navali, risultava segno di ricchezza il fatto stesso di possedere una flotta. La forza navale era quindi simbolo di potere e superiorità, per questo gli Stati più coinvolti nei giochi di potere che si spingevano oltremare, sentirono la necessità di autocelebrarsi attraverso le flotte. Questo sfoggio di ricchezza venne manifestato tramite la pittura. Da sempre, infatti, il ruolo delle immagini è stato in parte incanalato nell’ostentazione di potere, che fosse la forza di una famiglia aristocratica rappresentata metaforicamente sulle pareti di edifici pubblici o la sovranità indiscussa della Chiesa cristiana esplicitata nei dipinti delle chiese. In questo processo si aggiunse, nel XVII secolo, il desiderio degli stati di comunicare il predominio indiscusso sul mare. Fu così che, a partire dalle prime vedute di marine, le imbarcazioni si insinuarono lentamente nelle opere, arrivando a essere con il tempo il soggetto vero e predominante nella rappresentazione pittorica, soprattutto nelle potenze nord europee. Questa interessante evoluzione, che ci proponiamo di raccontare, indusse addirittura gli artisti a spingersi essi stessi per mare, per poter meglio comprendere e rappresentare l’oggetto delle loro opera.

The ships of the line in art as an expression of territorial identity

claudia tacchella
2023-01-01

Abstract

During the XVII century, Navies were increasing their importance as a tool in the hands of the European powers. Their value had become so high that they were no longer subordinated to armies, getting their own identity. This new value was linked with the coveted hegemony over the commercial routs and thus with the consequent economic power. Moreover, maintaining warships was expensive and so just the fact of having a fleet was a sign of wealth. The naval force had become a symbol of power and superiority, which is why all the European States more involved in the overseas power play wanted to celebrate themselves through fleets. This happened through painting. Indeed, the role of images has always been used also for power ostentation, from the political significance of some aristocratic family metaphorically displayed on public buildings’ walls, to the Catholic Church’s unquestionable sovereignty showed in many paintings. In the XVII century, the States’ decision to communicate their power at the sea was added in this process. And so it was that from the first marine paintings, ships started to get inside artworks, to the point that they became the main subject in the pictorial representation, especially for the Nord European powers. We aim to illustrate this interesting evolution, which even pushed artists to leave their atelier and put to sea in order to better understand and thus represent the new protagonists of their works.
2023
Nel corso del Diciassettesimo secolo le flotte divennero uno strumento sempre più importante nelle mani delle potenze europee. La valenza di potere che assunsero le elevò da subordinata diramazione delle forze terrestri a simbolo esse stesse di forza. L’importanza che acquisirono era legata all’ambita egemonia delle rotte commerciali, e conseguentemente del potere economico. Inoltre, mantenere le imbarcazioni da guerra era costoso, quindi, oltre alle vittorie navali, risultava segno di ricchezza il fatto stesso di possedere una flotta. La forza navale era quindi simbolo di potere e superiorità, per questo gli Stati più coinvolti nei giochi di potere che si spingevano oltremare, sentirono la necessità di autocelebrarsi attraverso le flotte. Questo sfoggio di ricchezza venne manifestato tramite la pittura. Da sempre, infatti, il ruolo delle immagini è stato in parte incanalato nell’ostentazione di potere, che fosse la forza di una famiglia aristocratica rappresentata metaforicamente sulle pareti di edifici pubblici o la sovranità indiscussa della Chiesa cristiana esplicitata nei dipinti delle chiese. In questo processo si aggiunse, nel XVII secolo, il desiderio degli stati di comunicare il predominio indiscusso sul mare. Fu così che, a partire dalle prime vedute di marine, le imbarcazioni si insinuarono lentamente nelle opere, arrivando a essere con il tempo il soggetto vero e predominante nella rappresentazione pittorica, soprattutto nelle potenze nord europee. Questa interessante evoluzione, che ci proponiamo di raccontare, indusse addirittura gli artisti a spingersi essi stessi per mare, per poter meglio comprendere e rappresentare l’oggetto delle loro opera.
979-12-218-0495-9
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1207817
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