Le riflessioni contenute nel saggio si propongono di portare un contributo al dibattito sul ruolo della tecnologia nella trasformazione del lavoro da alcuni dati di ricerca nel campo della Telemedicina (TM) in cui, al di là della evidente rilevanza della tecnologia come elemento di mediazione delle azioni dei soggetti coinvolti, l’aspetto umano è centrale, sia per quanto riguarda le relazioni tra medici, infermieri e pazienti sia per la rilevanza fondamentale delle capacità e delle competenze umane nello sviluppo delle attività di lavoro. In questo contesto, ci focalizzeremo principalmente sulle scelte di adozione e uso delle Televisite (TV) e sulle implicazioni che ne derivano per le modalità di svolgimento dei processi di lavoro di medici e infermieri. L’analisi mostra come la mediazione delle tecnologie della TM nel contesto analizzato si è accompagnata a una trasformazione degli spazi di azione, del ruolo e delle attività svolte da tutti i soggetti agenti: medici, infermieri, pazienti e loro caregiver. Tuttavia, essa non ha implicato un deterioramento del ruolo dei medici o delle loro capacità di diagnosi e cura né delle loro relazioni con i pazienti e i loro caregiver. Emerge invece una maggiore centralità dei caregiver ed una riduzione significativa degli spazi di azione degli infermieri. I dati di ricerca e le questioni teoriche sollevate in questo contributo si inseriscono nel dibattito organizzativo sul cambiamento del lavoro in contesti organizzativi more-than-human in cui l’azione umana si realizza in dinamiche che rendono problematica l’individuazione di un confine netto tra contributo dell’uomo e ruolo della tecnologia. In questo senso il contributo si propone di fornire anche alcuni elementi di riflessione sulla adeguatezza dei quadri di analisi antropocentrici tipici delle scienze sociali e delle teorie organizzative, mostrando alcuni limiti insiti nelle analisi che tendono a stabilire una intrinseca superiorità morale o materiale dell’azione o dei contesti di azione umani o prevalentemente umani rispetto a scenari in cui il contributo materiale e cognitivo delle tecnologie è determinante, come è sempre più comune nelle attuali modalità di lavoro e organizzazione.
Il lavoro a distanza nella telemedicina
Angelo Gasparre;
2024-01-01
Abstract
Le riflessioni contenute nel saggio si propongono di portare un contributo al dibattito sul ruolo della tecnologia nella trasformazione del lavoro da alcuni dati di ricerca nel campo della Telemedicina (TM) in cui, al di là della evidente rilevanza della tecnologia come elemento di mediazione delle azioni dei soggetti coinvolti, l’aspetto umano è centrale, sia per quanto riguarda le relazioni tra medici, infermieri e pazienti sia per la rilevanza fondamentale delle capacità e delle competenze umane nello sviluppo delle attività di lavoro. In questo contesto, ci focalizzeremo principalmente sulle scelte di adozione e uso delle Televisite (TV) e sulle implicazioni che ne derivano per le modalità di svolgimento dei processi di lavoro di medici e infermieri. L’analisi mostra come la mediazione delle tecnologie della TM nel contesto analizzato si è accompagnata a una trasformazione degli spazi di azione, del ruolo e delle attività svolte da tutti i soggetti agenti: medici, infermieri, pazienti e loro caregiver. Tuttavia, essa non ha implicato un deterioramento del ruolo dei medici o delle loro capacità di diagnosi e cura né delle loro relazioni con i pazienti e i loro caregiver. Emerge invece una maggiore centralità dei caregiver ed una riduzione significativa degli spazi di azione degli infermieri. I dati di ricerca e le questioni teoriche sollevate in questo contributo si inseriscono nel dibattito organizzativo sul cambiamento del lavoro in contesti organizzativi more-than-human in cui l’azione umana si realizza in dinamiche che rendono problematica l’individuazione di un confine netto tra contributo dell’uomo e ruolo della tecnologia. In questo senso il contributo si propone di fornire anche alcuni elementi di riflessione sulla adeguatezza dei quadri di analisi antropocentrici tipici delle scienze sociali e delle teorie organizzative, mostrando alcuni limiti insiti nelle analisi che tendono a stabilire una intrinseca superiorità morale o materiale dell’azione o dei contesti di azione umani o prevalentemente umani rispetto a scenari in cui il contributo materiale e cognitivo delle tecnologie è determinante, come è sempre più comune nelle attuali modalità di lavoro e organizzazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.