In un esame delle diverse esperienze europee (ed extraeuropee) del Realismo e del Naturalismo, anche le letterature scandinave offrono molteplici possibilità d’indagine, essendo la poetica naturalistica fenomeno che ha interessato nel Nord buona parte del secondo Ottocento, con strascichi significativi nei primi decenni del Novecento. L’uso del plurale «naturalismi» nel titolo di questo contributo non allude dunque soltanto alle soluzioni estetiche e alle posizioni ideologiche evidentemente differenti dei singoli autori (semmai, talvolta, difficili da inquadrare in un unico movimento), ma anche ai diversi momenti storico-letterari di una sensibilità attenta alla realtà, alle sue leggi e ai suoi dettagli, così che la denominazione potrebbe adeguatamente adattarsi sia alla prima fase (la «breccia moderna»), propria in particolare degli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento, sia alla seconda (la «breccia popolare»), che ci porta invece nel ventesimo secolo, dai primi anni al periodo tra le due guerre mondiali. La linea naturalistica scandinava, che precede e poi si interseca con le sensibilità neoromantiche fin de siècle, rappresentò in modi anche molto diversi la rapida modernizzazione delle società nordiche, rilevandone le contraddizioni, ma riuscendo anche a recuperare un passato (contadino) certamente ancora presente per quanto sempre più residuale: esso per buona parte del XIX secolo era stato ammantato di nostalgia e idealismo romantici e successivamente viene analizzato, almeno nelle intenzioni, con sguardo distaccato e avvalendosi di nuovi strumenti e categorie sociali, scientifiche e politiche. Nel gioco delle rispettive reazioni alle cesure e alle censure che ogni movimento porta con sé (p. es. il Naturalismo opponendosi al culto romantico della bellezza o il Neoromanticismo cercando di svincolarsi dal giogo del compito sociale dell’artista), ritornò anche a Nord l’esigenza di osservare la realtà nei suoi dettagli, a partire sì da un’inquietudine europea, ma, in particolare nel Nord, sulla soglia di una nuova organizzazione sociale di Paesi piccoli e relativamente omogenei, a loro volta in lotta per la sopravvivenza e in cerca di una collocazione.

Dalla "breccia moderna" alla "breccia popolare". Naturalismi nordici, tra fotografi tendenziosi e coscienze critiche

Finco, Davide Agostino
2023-01-01

Abstract

In un esame delle diverse esperienze europee (ed extraeuropee) del Realismo e del Naturalismo, anche le letterature scandinave offrono molteplici possibilità d’indagine, essendo la poetica naturalistica fenomeno che ha interessato nel Nord buona parte del secondo Ottocento, con strascichi significativi nei primi decenni del Novecento. L’uso del plurale «naturalismi» nel titolo di questo contributo non allude dunque soltanto alle soluzioni estetiche e alle posizioni ideologiche evidentemente differenti dei singoli autori (semmai, talvolta, difficili da inquadrare in un unico movimento), ma anche ai diversi momenti storico-letterari di una sensibilità attenta alla realtà, alle sue leggi e ai suoi dettagli, così che la denominazione potrebbe adeguatamente adattarsi sia alla prima fase (la «breccia moderna»), propria in particolare degli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento, sia alla seconda (la «breccia popolare»), che ci porta invece nel ventesimo secolo, dai primi anni al periodo tra le due guerre mondiali. La linea naturalistica scandinava, che precede e poi si interseca con le sensibilità neoromantiche fin de siècle, rappresentò in modi anche molto diversi la rapida modernizzazione delle società nordiche, rilevandone le contraddizioni, ma riuscendo anche a recuperare un passato (contadino) certamente ancora presente per quanto sempre più residuale: esso per buona parte del XIX secolo era stato ammantato di nostalgia e idealismo romantici e successivamente viene analizzato, almeno nelle intenzioni, con sguardo distaccato e avvalendosi di nuovi strumenti e categorie sociali, scientifiche e politiche. Nel gioco delle rispettive reazioni alle cesure e alle censure che ogni movimento porta con sé (p. es. il Naturalismo opponendosi al culto romantico della bellezza o il Neoromanticismo cercando di svincolarsi dal giogo del compito sociale dell’artista), ritornò anche a Nord l’esigenza di osservare la realtà nei suoi dettagli, a partire sì da un’inquietudine europea, ma, in particolare nel Nord, sulla soglia di una nuova organizzazione sociale di Paesi piccoli e relativamente omogenei, a loro volta in lotta per la sopravvivenza e in cerca di una collocazione.
2023
978-88-6859-250-9
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