Quello di cluster è un costrutto empirico e concettuale. Mentre scienze come l'economia e la geografia marittima riflettono ampiamente su concetti come “regione o area portuale”, utilizzando il cluster per descrivere agglomerati, reti interconnesse, concentrazioni di imprese e servizi con un alto grado di collaborazione, le discipline dello spazio sono assenti su questi temi. Come afferma il geografo Tim Vorley (2008), la spazialità del cluster non è chiara e le sue implicazioni nel campo della ricerca e del progetto architettonico sono scarse. Si tratta di un concetto raramente trasformato in fenomeno orizzontale e quindi caratterizzato da dimensioni relazionali e articolazioni spaziali. Applicata ai territori tra terra e mare e al sistema dei grandi complessi infrastrutturali litoranei, quali i porti, la nozione di cluster testimonia però un processo in rapido consolidamento. Non solo un superamento dei confini amministrativi che marcano l’ininterrotto campo del land-sea continuum (Couling, Hein, 2020), ma un intenso meccanismo di estensione spaziale (anche detta spatial streching) che connota l’espansione fisica dei porti e quindi degli spazi costieri verso l’entroterra e il mare aperto. Attraverso queste evoluzioni, essi diventano policentrici, interconnessi, multidimensionali. Introducendo un nuovo tipo di spatial engagement, lo stretching prodotto dalla dimensione del cluster genera schemi di relazione tra territori, porti e città da affrontare, con un inedito vocabolario di linguaggi e forme, nell’ambito delle discipline del progetto.
Cluster
Moretti,B.
2024-01-01
Abstract
Quello di cluster è un costrutto empirico e concettuale. Mentre scienze come l'economia e la geografia marittima riflettono ampiamente su concetti come “regione o area portuale”, utilizzando il cluster per descrivere agglomerati, reti interconnesse, concentrazioni di imprese e servizi con un alto grado di collaborazione, le discipline dello spazio sono assenti su questi temi. Come afferma il geografo Tim Vorley (2008), la spazialità del cluster non è chiara e le sue implicazioni nel campo della ricerca e del progetto architettonico sono scarse. Si tratta di un concetto raramente trasformato in fenomeno orizzontale e quindi caratterizzato da dimensioni relazionali e articolazioni spaziali. Applicata ai territori tra terra e mare e al sistema dei grandi complessi infrastrutturali litoranei, quali i porti, la nozione di cluster testimonia però un processo in rapido consolidamento. Non solo un superamento dei confini amministrativi che marcano l’ininterrotto campo del land-sea continuum (Couling, Hein, 2020), ma un intenso meccanismo di estensione spaziale (anche detta spatial streching) che connota l’espansione fisica dei porti e quindi degli spazi costieri verso l’entroterra e il mare aperto. Attraverso queste evoluzioni, essi diventano policentrici, interconnessi, multidimensionali. Introducendo un nuovo tipo di spatial engagement, lo stretching prodotto dalla dimensione del cluster genera schemi di relazione tra territori, porti e città da affrontare, con un inedito vocabolario di linguaggi e forme, nell’ambito delle discipline del progetto.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2024_BM_XforumProArch_BoP_BookOfPapers.pdf
accesso chiuso
Tipologia:
Documento in versione editoriale
Dimensione
335.64 kB
Formato
Adobe PDF
|
335.64 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.