L’edizione critica ricostruisce libretto e partitura della versione di Achille in Sciro composta da Niccolò Jommelli nel 1749 per il Burgtheater di Vienna. Si tratta del primo lavoro scritto dal compositore presso la corte asburgica, sotto la supervisione di Pietro Metastasio: l’opera segnò una svolta nella sua carriera, sancendone l’affermazione sulla scena internazionale. L’incontro con il Poeta cesareo gli permise di maturare un nuovo approccio nei confronti del libretto, acquisendo maggiore consapevolezza tanto dei dispositivi drammaturgici, quanto delle peculiarità metrico-formali e sintattiche. L’edizione del libretto stabilisce il dettato del testo messo in musica, in relazione con l’antecedente metastasiano del 1736. Oltre agli opportuni interventi correttivi, la partitura rende la musica fruibile al lettore moderno, normalizzando e uniformando legature, travature, segni d’espressione e d’articolazione. Un corposo saggio introduttivo approfondisce il contesto di creazione e recezione della versione del 1749, i cambiamenti apportati rispetto al libretto del 1736, la funzione dell’opera nelle strategie di autorappresentazione degli Asburgo, i dispositivi drammaturgici, i significati allegorici, le caratteristiche vocali e performative del cast, le tecniche compositive e la pianificazione della partitura in relazione al dramma. Nei problemi editoriali sono discusse nel dettaglio questioni di prassi esecutiva e di usi notazionali jommelliani.
Achille in Sciro. Vienna, Burgtheater, 1749
Viviani Giada
2023-01-01
Abstract
L’edizione critica ricostruisce libretto e partitura della versione di Achille in Sciro composta da Niccolò Jommelli nel 1749 per il Burgtheater di Vienna. Si tratta del primo lavoro scritto dal compositore presso la corte asburgica, sotto la supervisione di Pietro Metastasio: l’opera segnò una svolta nella sua carriera, sancendone l’affermazione sulla scena internazionale. L’incontro con il Poeta cesareo gli permise di maturare un nuovo approccio nei confronti del libretto, acquisendo maggiore consapevolezza tanto dei dispositivi drammaturgici, quanto delle peculiarità metrico-formali e sintattiche. L’edizione del libretto stabilisce il dettato del testo messo in musica, in relazione con l’antecedente metastasiano del 1736. Oltre agli opportuni interventi correttivi, la partitura rende la musica fruibile al lettore moderno, normalizzando e uniformando legature, travature, segni d’espressione e d’articolazione. Un corposo saggio introduttivo approfondisce il contesto di creazione e recezione della versione del 1749, i cambiamenti apportati rispetto al libretto del 1736, la funzione dell’opera nelle strategie di autorappresentazione degli Asburgo, i dispositivi drammaturgici, i significati allegorici, le caratteristiche vocali e performative del cast, le tecniche compositive e la pianificazione della partitura in relazione al dramma. Nei problemi editoriali sono discusse nel dettaglio questioni di prassi esecutiva e di usi notazionali jommelliani.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.