In a corner of Porto Antico in Genova, a group of members of “Storie di Barche”, paints three wooden traditional boats. During the 60s, the incoming of fiberglass caused the end of nautical construction with wood, and, also, a gradual loss of traditional maritime culture. A know-how that, nowadays, is slowly sprouting again thanks to the work of little associations aimed at recovering “old” boats. In the meantime, at Santo Stefano d’Aveto, a member of “Monteverde” company, accompanies his cows in transhumance. The depopulation of the countryside over the years caused a loss of pasture advantaging forest. Cattle of the few remained farms guarantees biodiversity and the conservation of the traditional culture of inland. These are stories of resi-stant communities, and custodians of tangible and intangible goods that we can define as “hidden” because less known and not easily enjoyable. By retracing empathic-cognitive and co-design moments with communities of different origins, the paper aims to analyse design actions and methodologies launched in two – only apparently – different research contexts. The objective is to discover strategies, tools, and good practices that, thanks to a design-driven approach, can reveal even more hidden heritage, activating cultural diffusion and value generation processes strictly linked to territorial identity.

In un angolo nascosto del Porto Antico di Genova, alcuni soci di “Storie di Barche” pitturano tre gozzi di legno. Negli anni ’60 l’avvento della vetroresina ha decretato la fine della costruzione nautica in legno e con essa una graduale perdita della cultura legata alla marineria tradizionale; un sapere che oggi si sta lentamente riscoprendo grazie al lavoro di piccole associazioni dedite al recupero di “vecchie” barche. Nel frattempo, a Santo Stefano d’Aveto, il titolare dell’azienda “Monteverde”, accompagna le mucche in transumanza. Negli anni il graduale spopolamento delle campagne verso le città ha causato una perdita di aree pascolo a favore di quelle boschive. La presenza del bestiame delle aziende rimaste garantisce la conservazione della biodiversità e, insieme ad essa, della cultura tradizionale tipica delle aree rurali. Sono storie di comunità resi-stenti e custodi di beni materiali e immateriali che potremmo definire “nascosti” perché poco conosciuti e difficilmente fruibili. Ripercorrendo momenti empatico-conoscitivi e co-progettuali con comunità di diversa provenienza, il saggio intende analizzare le azioni di design avviate in due contesti di ricerca solo apparentemente lontani. L’obiettivo è scoprire strategie, strumenti e buone pratiche che grazie ad un approccio design-driven siano in grado di far emergere questi e altri patrimoni nascosti, attivando processi di diffusione culturale e di generazione di valore legati all’identità territoriale.

RESI-STANT COMMUNITIES Design actions for hidden heritage

GIULIA ZAPPIA
2023-01-01

Abstract

In a corner of Porto Antico in Genova, a group of members of “Storie di Barche”, paints three wooden traditional boats. During the 60s, the incoming of fiberglass caused the end of nautical construction with wood, and, also, a gradual loss of traditional maritime culture. A know-how that, nowadays, is slowly sprouting again thanks to the work of little associations aimed at recovering “old” boats. In the meantime, at Santo Stefano d’Aveto, a member of “Monteverde” company, accompanies his cows in transhumance. The depopulation of the countryside over the years caused a loss of pasture advantaging forest. Cattle of the few remained farms guarantees biodiversity and the conservation of the traditional culture of inland. These are stories of resi-stant communities, and custodians of tangible and intangible goods that we can define as “hidden” because less known and not easily enjoyable. By retracing empathic-cognitive and co-design moments with communities of different origins, the paper aims to analyse design actions and methodologies launched in two – only apparently – different research contexts. The objective is to discover strategies, tools, and good practices that, thanks to a design-driven approach, can reveal even more hidden heritage, activating cultural diffusion and value generation processes strictly linked to territorial identity.
2023
In un angolo nascosto del Porto Antico di Genova, alcuni soci di “Storie di Barche” pitturano tre gozzi di legno. Negli anni ’60 l’avvento della vetroresina ha decretato la fine della costruzione nautica in legno e con essa una graduale perdita della cultura legata alla marineria tradizionale; un sapere che oggi si sta lentamente riscoprendo grazie al lavoro di piccole associazioni dedite al recupero di “vecchie” barche. Nel frattempo, a Santo Stefano d’Aveto, il titolare dell’azienda “Monteverde”, accompagna le mucche in transumanza. Negli anni il graduale spopolamento delle campagne verso le città ha causato una perdita di aree pascolo a favore di quelle boschive. La presenza del bestiame delle aziende rimaste garantisce la conservazione della biodiversità e, insieme ad essa, della cultura tradizionale tipica delle aree rurali. Sono storie di comunità resi-stenti e custodi di beni materiali e immateriali che potremmo definire “nascosti” perché poco conosciuti e difficilmente fruibili. Ripercorrendo momenti empatico-conoscitivi e co-progettuali con comunità di diversa provenienza, il saggio intende analizzare le azioni di design avviate in due contesti di ricerca solo apparentemente lontani. L’obiettivo è scoprire strategie, strumenti e buone pratiche che grazie ad un approccio design-driven siano in grado di far emergere questi e altri patrimoni nascosti, attivando processi di diffusione culturale e di generazione di valore legati all’identità territoriale.
9791221804959
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1109471
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