Protagonisti di questa trattazione sono gli elementi dell’architettura che influiscono, tramite quei fenomeni che definiremo di “movimento cinematico”, sull’illuminazione e ventilazione naturale di un manufatto. Negli ultimi anni, il rifiuto di trattare l’architettura come un mero “oggetto statico” ha dato il via a un’inversione di tendenza, nel campo dell’architettura e della tecnica, che ha portato a considerare la costruzione come un’entità complessa, composta da apparati in movimento, soggetta a una successione di trasformazioni, capaci di realizzarsi nel – e attraverso – il tempo. Si tratta di un cambio di paradigma, legato in buona parte alle sempre più urgenti sfide ambientali del nostro tempo, un mutamento di rotta, del tutto innovativo rispetto alla tradizionale visione che associa l’architettura ai concetti di stabilità e permanenza, propri della sua manifesta staticità. Un caso peculiare, che si colloca alle origini di quanto espresso, è rappresentato dalla ricerca condotta da Eileen Gray (1879-1976) nelle tre ville: E.1027 (1926-29), Tempe à Pailla (1931-35), Lou Pérou (1958). Considerati come veri e propri materiali da costruzione, gli elementi naturali, quali luce e aria, sono manipolati, nelle sue opere, attraverso sofisticati componenti architettonici, capaci di trasformarsi, di volta in volta, per adattarsi a specifiche condizioni contestuali. Questi temi, oggetto di approfondimento per tutto il periodo della sua attività, sono risolti dalla progettista esclusivamente attraverso gli strumenti propri dell’architettura, ovvero tramite gli elementi della soglia “cinematica” tra interno ed esterno, intesa sia come luogo di interazione tra architettura ed essere umano sia tra architettura e natura. La volontà di questa trattazione è quella di testimoniare, tramite un’analisi storico-contestuale, come il lavoro di Eileen Gray si presti a essere un esempio emblematico e anticipatore di una tendenza più che mai attuale, nonché un fondamentale riferimento storico e culturale.

Elementi di architettura in movimento. Strumenti di progetto nella poetica di Eileen Gray.

Bonini, Vittoria;Morbiducci, Renata
2021-01-01

Abstract

Protagonisti di questa trattazione sono gli elementi dell’architettura che influiscono, tramite quei fenomeni che definiremo di “movimento cinematico”, sull’illuminazione e ventilazione naturale di un manufatto. Negli ultimi anni, il rifiuto di trattare l’architettura come un mero “oggetto statico” ha dato il via a un’inversione di tendenza, nel campo dell’architettura e della tecnica, che ha portato a considerare la costruzione come un’entità complessa, composta da apparati in movimento, soggetta a una successione di trasformazioni, capaci di realizzarsi nel – e attraverso – il tempo. Si tratta di un cambio di paradigma, legato in buona parte alle sempre più urgenti sfide ambientali del nostro tempo, un mutamento di rotta, del tutto innovativo rispetto alla tradizionale visione che associa l’architettura ai concetti di stabilità e permanenza, propri della sua manifesta staticità. Un caso peculiare, che si colloca alle origini di quanto espresso, è rappresentato dalla ricerca condotta da Eileen Gray (1879-1976) nelle tre ville: E.1027 (1926-29), Tempe à Pailla (1931-35), Lou Pérou (1958). Considerati come veri e propri materiali da costruzione, gli elementi naturali, quali luce e aria, sono manipolati, nelle sue opere, attraverso sofisticati componenti architettonici, capaci di trasformarsi, di volta in volta, per adattarsi a specifiche condizioni contestuali. Questi temi, oggetto di approfondimento per tutto il periodo della sua attività, sono risolti dalla progettista esclusivamente attraverso gli strumenti propri dell’architettura, ovvero tramite gli elementi della soglia “cinematica” tra interno ed esterno, intesa sia come luogo di interazione tra architettura ed essere umano sia tra architettura e natura. La volontà di questa trattazione è quella di testimoniare, tramite un’analisi storico-contestuale, come il lavoro di Eileen Gray si presti a essere un esempio emblematico e anticipatore di una tendenza più che mai attuale, nonché un fondamentale riferimento storico e culturale.
2021
978-88-96386-62-0
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