Il legno nella sua accezione generale è forse uno tra i materiali più utilizzati da tempi remoti. Sempre di più, ancora oggi, si fa riferimento al materiale legno quale prodotto versatile, di buone prestazioni ed ecosostenibile per le costruzioni; nel restauro, da tempo si guarda alla necessità di conoscenza del materiale legno, delle lavorazioni e dei trattamenti cui storicamente era sottoposto e soprattutto alla necessità di comprensione della cultura materiale che sta dietro alle realizzazioni lignee del nostro recente o meno passato. La conoscenza del legno e del modo idoneo di lavorarlo molto spesso è stata deposito di ristrette comunità che tenevano gelosamente le conoscenze acquisite tramandando empiricamente questo patrimonio anche immateriale, attraverso Corporazioni e Confraternite. Questa segretezza del sapere è ben legata al binomio sapere = potere. Una delle più famose corporazioni è la Compagnons de Charpentier on bois il cui sapere è stato però trascritto nell’omonima Encycopledie che resta forse oggi uno dei maggiori trattati del sapere sul legno esistente al mondo, ancor oggi aggiornata. La comparsa di documenti scritti ha rappresentato dunque un importante veicolo di conoscenza, anche per questo materiale; si veda a questo proposito trattati specifici quali il De Re Aedificatoria di Vitruvio, gli scritti del Milizia, l’Encyclopedie Universale di Diderot e D’Alembert sino ai recenti manuali Tecnologici come il Breymann o il Donghi. Accanto a questi strumenti di divulgazione del sapere, hanno giocato un ruolo sempre più importante, soprattutto in questi ultimi decenni, le Norme sul corretto uso dei materiali. Norme che ne hanno significativamente inciso anche lo sviluppo e le applicazioni. Tuttavia la Normativa Tecnica in senso stretto deve essere intesa come trascrizione minima dei requisiti che un materiale può avere, ha, cioè, un senso prestazionale: traccia dei limiti sotto i quali le prestazioni dei materiali nel loro comportamento fisico, chimico, meccanico non possono scendere e normalmente questi limiti vengono dapprima definiti dalla sperimentazione. Siamo in presenza da circa mezzo secolo di un evento di profonda revisione delle Normative sia per il loro aggiornamento sia per la comparsa di nuove regolazioni di settori fino a questo momento estranei. Il percorso che la Normativa Tecnica ha seguito negli ultimi dieci anni del secolo scorso esteso al primo ventennio di quello attuale è proprio una conferma che sempre più i materiali sono oramai soggetti a procedure analitico qualitative che intendono controllarne l’intero ciclo di vita. Emerge in tutta la sua evidenza un termine molto comune a differenti aspetti del nostro attuale sistema cioè la tracciabilità molto sviluppata nel settore economico ma anche in quello tecnico come garanzia di qualità. Un profondo processo di revisione, avvenuto negli anni, è stato accompagnato da un dettagliato aggiornamento analitico delle Norme ove la statistica e il settore delle sperimentazioni si sono trasformate in Norme Tecniche 25 recepite anche dal settore legislativo. Il Consolidamento dell’Unione Politica dell’Europa, che ha visto l’ampliamento dei Paesi che ne fanno parte (ben 27) ha sollecitato regole chiare ed estese: il processo definito “armonizzazione” ha così messo a confronto norme tecniche dei vari paesi nelle Commissioni ISO sia per estendere le stesse regole a tutti i componenti sia, attraverso un confronto, a recepire le innovazioni e migliorie portate da ciascun Paese Europeo componente le Commissioni. Questo approccio Normativo ha agevolato anche per il materiale “legno” il consolidamento del concetto di filiera del materiale. Il legno è uno dei settori che rappresenta al meglio questa situazione in quanto la normativa relativa a questo materiale tende a porre sotto controllo l’intero processo di produzione del materiale: dal taglio fino alla sua manutenzione programmata. In particolare nel settore della Conoscenza e valutazione delle prestazioni del legno storico si è finalmente giunti al termine del 2019 dopo un profondo percorso di revisione alla emanazione di una Norma UNI EN del CEN Europeo che ha fornito delle Linee Guida Europea per la Corretta Valutazione Strutturale delle strutture storiche lignee in opera preceduta da un accurata fase di conoscenza. La Norma viene a colmare una grande lacuna del settore ove fino ad oggi vi erano norme nazionali; per il materiale ligneo si veda a questo proposito la Italiana UNI 11119 (UNI EN del legno la 17621), forse una delle più tutelanti. Mentre la cultura del sapere specifico sull’argomento ha sempre sostenuto l’importanza di uno strumento che imponesse un percorso conoscitivo del materiale prima dell’eventuale intervento sullo stesso, per anni le Norme avevano ignorato questo rimandando ad un prossimo divenire. Adesso qualcosa sta cambiando; questo nuovo approccio normativo, anche per il legno, sembra realmente andare nella direzione giusta. Alcuni elementi, tuttavia, possono ulteriormente essere migliorati, su diversi punti vi è ancora molto da fare. Ad esempio nel connubio tra sapere Manualistico e Norma vi potrebbero essere ancora possibili linee. motori di ulteriori sviluppi; le due componenti del sapere manualistico e della norma si potrebbero autoalimentare rendendo l’uno indispensabile all’altro. Si è fatto molto nella Norma attuale sul legno imponendo di fatto una conoscenza più approfondita del materiale anche per quanto riguarda le connessioni ed i raccordi, elementi indispensabili proprio nella costruzione lignea, tuttavia la lettura archeologica delle tracce storiche sul legno necessita ancora di studi approfonditi e ricerche. Ora si tratta di applicare quello che finalmente è stato messo a punto, eventualmente lavorare per ulteriori sviluppi e valutarne comunque, a posteriori, i risultati per il bene del legno, contemporaneo, storico e della cultura materiale che porta con sé. Le sempre più crescenti esigenze di tutela dell’ambiente con quesiti cui non si può più rimandare la risposta, hanno posto il legno come uno dei possibili materiali veramente ecosostenibili e biocompatibili per una risposta realmente tutelante dell’ambiente necessaria per lo sviluppo compatibile del pianeta; questa sfida dunque non è solo limitata ad un singolo settore, quale potrebbe essere quello del comparto della conservazione e del restauro ma investe settori ben più ampi e comporta responsabilità ad ampio spettro.

IL LEGNO TRA MANUALI, UTILIZZO E NORMATIVA: QUALE QUALITA’?

Daniela Pittaluga;Gerolamo Stagno
2021-01-01

Abstract

Il legno nella sua accezione generale è forse uno tra i materiali più utilizzati da tempi remoti. Sempre di più, ancora oggi, si fa riferimento al materiale legno quale prodotto versatile, di buone prestazioni ed ecosostenibile per le costruzioni; nel restauro, da tempo si guarda alla necessità di conoscenza del materiale legno, delle lavorazioni e dei trattamenti cui storicamente era sottoposto e soprattutto alla necessità di comprensione della cultura materiale che sta dietro alle realizzazioni lignee del nostro recente o meno passato. La conoscenza del legno e del modo idoneo di lavorarlo molto spesso è stata deposito di ristrette comunità che tenevano gelosamente le conoscenze acquisite tramandando empiricamente questo patrimonio anche immateriale, attraverso Corporazioni e Confraternite. Questa segretezza del sapere è ben legata al binomio sapere = potere. Una delle più famose corporazioni è la Compagnons de Charpentier on bois il cui sapere è stato però trascritto nell’omonima Encycopledie che resta forse oggi uno dei maggiori trattati del sapere sul legno esistente al mondo, ancor oggi aggiornata. La comparsa di documenti scritti ha rappresentato dunque un importante veicolo di conoscenza, anche per questo materiale; si veda a questo proposito trattati specifici quali il De Re Aedificatoria di Vitruvio, gli scritti del Milizia, l’Encyclopedie Universale di Diderot e D’Alembert sino ai recenti manuali Tecnologici come il Breymann o il Donghi. Accanto a questi strumenti di divulgazione del sapere, hanno giocato un ruolo sempre più importante, soprattutto in questi ultimi decenni, le Norme sul corretto uso dei materiali. Norme che ne hanno significativamente inciso anche lo sviluppo e le applicazioni. Tuttavia la Normativa Tecnica in senso stretto deve essere intesa come trascrizione minima dei requisiti che un materiale può avere, ha, cioè, un senso prestazionale: traccia dei limiti sotto i quali le prestazioni dei materiali nel loro comportamento fisico, chimico, meccanico non possono scendere e normalmente questi limiti vengono dapprima definiti dalla sperimentazione. Siamo in presenza da circa mezzo secolo di un evento di profonda revisione delle Normative sia per il loro aggiornamento sia per la comparsa di nuove regolazioni di settori fino a questo momento estranei. Il percorso che la Normativa Tecnica ha seguito negli ultimi dieci anni del secolo scorso esteso al primo ventennio di quello attuale è proprio una conferma che sempre più i materiali sono oramai soggetti a procedure analitico qualitative che intendono controllarne l’intero ciclo di vita. Emerge in tutta la sua evidenza un termine molto comune a differenti aspetti del nostro attuale sistema cioè la tracciabilità molto sviluppata nel settore economico ma anche in quello tecnico come garanzia di qualità. Un profondo processo di revisione, avvenuto negli anni, è stato accompagnato da un dettagliato aggiornamento analitico delle Norme ove la statistica e il settore delle sperimentazioni si sono trasformate in Norme Tecniche 25 recepite anche dal settore legislativo. Il Consolidamento dell’Unione Politica dell’Europa, che ha visto l’ampliamento dei Paesi che ne fanno parte (ben 27) ha sollecitato regole chiare ed estese: il processo definito “armonizzazione” ha così messo a confronto norme tecniche dei vari paesi nelle Commissioni ISO sia per estendere le stesse regole a tutti i componenti sia, attraverso un confronto, a recepire le innovazioni e migliorie portate da ciascun Paese Europeo componente le Commissioni. Questo approccio Normativo ha agevolato anche per il materiale “legno” il consolidamento del concetto di filiera del materiale. Il legno è uno dei settori che rappresenta al meglio questa situazione in quanto la normativa relativa a questo materiale tende a porre sotto controllo l’intero processo di produzione del materiale: dal taglio fino alla sua manutenzione programmata. In particolare nel settore della Conoscenza e valutazione delle prestazioni del legno storico si è finalmente giunti al termine del 2019 dopo un profondo percorso di revisione alla emanazione di una Norma UNI EN del CEN Europeo che ha fornito delle Linee Guida Europea per la Corretta Valutazione Strutturale delle strutture storiche lignee in opera preceduta da un accurata fase di conoscenza. La Norma viene a colmare una grande lacuna del settore ove fino ad oggi vi erano norme nazionali; per il materiale ligneo si veda a questo proposito la Italiana UNI 11119 (UNI EN del legno la 17621), forse una delle più tutelanti. Mentre la cultura del sapere specifico sull’argomento ha sempre sostenuto l’importanza di uno strumento che imponesse un percorso conoscitivo del materiale prima dell’eventuale intervento sullo stesso, per anni le Norme avevano ignorato questo rimandando ad un prossimo divenire. Adesso qualcosa sta cambiando; questo nuovo approccio normativo, anche per il legno, sembra realmente andare nella direzione giusta. Alcuni elementi, tuttavia, possono ulteriormente essere migliorati, su diversi punti vi è ancora molto da fare. Ad esempio nel connubio tra sapere Manualistico e Norma vi potrebbero essere ancora possibili linee. motori di ulteriori sviluppi; le due componenti del sapere manualistico e della norma si potrebbero autoalimentare rendendo l’uno indispensabile all’altro. Si è fatto molto nella Norma attuale sul legno imponendo di fatto una conoscenza più approfondita del materiale anche per quanto riguarda le connessioni ed i raccordi, elementi indispensabili proprio nella costruzione lignea, tuttavia la lettura archeologica delle tracce storiche sul legno necessita ancora di studi approfonditi e ricerche. Ora si tratta di applicare quello che finalmente è stato messo a punto, eventualmente lavorare per ulteriori sviluppi e valutarne comunque, a posteriori, i risultati per il bene del legno, contemporaneo, storico e della cultura materiale che porta con sé. Le sempre più crescenti esigenze di tutela dell’ambiente con quesiti cui non si può più rimandare la risposta, hanno posto il legno come uno dei possibili materiali veramente ecosostenibili e biocompatibili per una risposta realmente tutelante dell’ambiente necessaria per lo sviluppo compatibile del pianeta; questa sfida dunque non è solo limitata ad un singolo settore, quale potrebbe essere quello del comparto della conservazione e del restauro ma investe settori ben più ampi e comporta responsabilità ad ampio spettro.
2021
978-88-95409-25-2
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1097975
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