In drammaturgia classica greca il Prologus costituisce l’antefatto, ovvero spiega il contesto e l’argomento del dramma, sebbene il titolo (in Eschilo e Sofocle in particolare)già faccia intendere l’argomento delle tragedie. In Euripide invece il prologo è invenzione, strumento e macchina teatrale complessissima, vera creazione del poeta, luogo di prima epifania di un’azione diventata nuova e articolata e se il deus ex machina euripideo «giovava al poeta per ricondurre la favola, già in sé conclusa, esteriormente al mito, riconnettendola con l’istituzione d’una festa, con una tradizione locale», il prologo è molto di più: è un elemento extra tragoediam, come una regia sacra che mostri conoscenza prima di tutti, prima del pubblico, prima degli attori, dell’esito del dramma.In letteratura latina il commediografo Plauto fu il primo ad assegnare il ruolo di Prologus in questa stessa accezione da copione greco ed euripideo al dio Hermes/Mercurio in una commedia, l’Anfitruo, che è cruda e ironica rappresentazione del doppio e dell'alterità.
Per un’ermeneutica del mito: Hermes ed Hestia, metafore dell’epifania della parola
Arsena A
2019-01-01
Abstract
In drammaturgia classica greca il Prologus costituisce l’antefatto, ovvero spiega il contesto e l’argomento del dramma, sebbene il titolo (in Eschilo e Sofocle in particolare)già faccia intendere l’argomento delle tragedie. In Euripide invece il prologo è invenzione, strumento e macchina teatrale complessissima, vera creazione del poeta, luogo di prima epifania di un’azione diventata nuova e articolata e se il deus ex machina euripideo «giovava al poeta per ricondurre la favola, già in sé conclusa, esteriormente al mito, riconnettendola con l’istituzione d’una festa, con una tradizione locale», il prologo è molto di più: è un elemento extra tragoediam, come una regia sacra che mostri conoscenza prima di tutti, prima del pubblico, prima degli attori, dell’esito del dramma.In letteratura latina il commediografo Plauto fu il primo ad assegnare il ruolo di Prologus in questa stessa accezione da copione greco ed euripideo al dio Hermes/Mercurio in una commedia, l’Anfitruo, che è cruda e ironica rappresentazione del doppio e dell'alterità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.