This work aims to question some pre-modern texts, those of the Franciscan Middle Ages in particular, in order to understand how the figure of the maker (artifex) and the experience of artificial production were the subject of a reflection that we could call "aesthetic", before the birth of Aesthetics as a discipline. The phenomenon of poiesis in the Middle Ages is conceptualised through a fundamental distinction, namely that between human and divine maker. On the basis of this distinction, poiesis is not considered as a creation from nothing by someone who, outside of a cosmic and metaphysical order, obeys only the laws he gives himself. On the contrary, thinking of poiesis in this period implies being aware of the order in which the maker places himself, of the criteria to which he conforms and which are the expression of the original choices through which God the artifex created the world. Franciscan reflection on the maker is studied here from a corpus of texts by Bonaventure of Bagnoregio, Peter of John Olivi, John Duns Scotus and William of Ockham. Volume 1 studies the philosophical constitution of the maker. Firstly, its genesis is observed through scriptural, philosophical and rhetorical sources (Part I). Secondly, the Franciscan perspectives on the maker are reconstructed through the articulation of the poietic activity in project, work and fruition (Part II). In the last part, dedicated to the passage from the artifex to the artist (Part III), in the light of the path taken, the possibility of Franciscan "aesthetics" is questioned, as well as the passage from these to Franciscan art. Finally, some lines of research are opened on the possible relations between the Franciscan maker and the artistic theories of the Renaissance. In Volume 2 of the dissertation (Appendix: The words. The semantic space of the artifex) the commented documentation of the corpus of texts of the four Franciscan authors is made available.

Il presente lavoro si propone d’interrogare alcuni testi premoderni, quelli del Medioevo francescano in particolare, per comprendere come la figura dell’artefice e l’esperienza della produzione artificiale sono stati oggetto di una riflessione che potremmo chiamare “estetica”, prima della nascita dell’estetica in quanto disciplina. Il fenomeno della poiesis nel Medioevo è pensato attraverso una distinzione fondamentale, ossia quella tra artefice umano e artefice divino. Sulla base di questa distinzione, la poiesis non è considerata come una creazione a partire dal nulla da parte di qualcuno che, fuori da un ordine cosmico e metafisico, obbedisce alle sole leggi che si dà in modo autonomo. Al contrario, pensare la poiesis in questo periodo implica avere coscienza dell’ordine nel quale l’artefice si pone, dei criteri ai quali egli si conforma e che sono l’espressione delle scelte originarie per mezzo delle quali Dio artefice creò il mondo. La riflessione francescana sull’artefice è qui studiata a partire da un corpus di testi di Bonaventura da Bagnoregio, Pietro di Giovanni Olivi, Giovanni Duns Scoto e Guglielmo di Ockham. Nel Volume 1 si studia la costituzione filosofica dell’artefice. In primo luogo, si osserva la sua genesi attraverso fonti scritturistiche, filosofiche e retoriche (Parte I). In secondo luogo, si ricostruiscono le prospettive francescane sull’artefice attraverso l’articolazione dell’attività poietica in progetto, opera e fruizione (Parte II). Nell’ultima parte, dedicata al passaggio dall’artefice all’artista (Parte III), ci si interroga, alla luce del percorso effettuato, sulla possibilità di “estetiche” francescane, così come sul passaggio da queste all’arte francescana. Infine, si aprono alcune linee di ricerca sulle possibili relazioni tra l’artefice francescano e le teorie artistiche rinascimentali. Nel Volume 2 della dissertazione (Appendice. Le parole. Lo spazio semantico dell’artefice) si mette a disposizione la documentazione commentata del corpus di testi dei quattro autori francescani.

L'artefice nel pensiero francescano

SALVESTRINI, AMALIA MARIA SOFIA
2022-03-31

Abstract

This work aims to question some pre-modern texts, those of the Franciscan Middle Ages in particular, in order to understand how the figure of the maker (artifex) and the experience of artificial production were the subject of a reflection that we could call "aesthetic", before the birth of Aesthetics as a discipline. The phenomenon of poiesis in the Middle Ages is conceptualised through a fundamental distinction, namely that between human and divine maker. On the basis of this distinction, poiesis is not considered as a creation from nothing by someone who, outside of a cosmic and metaphysical order, obeys only the laws he gives himself. On the contrary, thinking of poiesis in this period implies being aware of the order in which the maker places himself, of the criteria to which he conforms and which are the expression of the original choices through which God the artifex created the world. Franciscan reflection on the maker is studied here from a corpus of texts by Bonaventure of Bagnoregio, Peter of John Olivi, John Duns Scotus and William of Ockham. Volume 1 studies the philosophical constitution of the maker. Firstly, its genesis is observed through scriptural, philosophical and rhetorical sources (Part I). Secondly, the Franciscan perspectives on the maker are reconstructed through the articulation of the poietic activity in project, work and fruition (Part II). In the last part, dedicated to the passage from the artifex to the artist (Part III), in the light of the path taken, the possibility of Franciscan "aesthetics" is questioned, as well as the passage from these to Franciscan art. Finally, some lines of research are opened on the possible relations between the Franciscan maker and the artistic theories of the Renaissance. In Volume 2 of the dissertation (Appendix: The words. The semantic space of the artifex) the commented documentation of the corpus of texts of the four Franciscan authors is made available.
31-mar-2022
Il presente lavoro si propone d’interrogare alcuni testi premoderni, quelli del Medioevo francescano in particolare, per comprendere come la figura dell’artefice e l’esperienza della produzione artificiale sono stati oggetto di una riflessione che potremmo chiamare “estetica”, prima della nascita dell’estetica in quanto disciplina. Il fenomeno della poiesis nel Medioevo è pensato attraverso una distinzione fondamentale, ossia quella tra artefice umano e artefice divino. Sulla base di questa distinzione, la poiesis non è considerata come una creazione a partire dal nulla da parte di qualcuno che, fuori da un ordine cosmico e metafisico, obbedisce alle sole leggi che si dà in modo autonomo. Al contrario, pensare la poiesis in questo periodo implica avere coscienza dell’ordine nel quale l’artefice si pone, dei criteri ai quali egli si conforma e che sono l’espressione delle scelte originarie per mezzo delle quali Dio artefice creò il mondo. La riflessione francescana sull’artefice è qui studiata a partire da un corpus di testi di Bonaventura da Bagnoregio, Pietro di Giovanni Olivi, Giovanni Duns Scoto e Guglielmo di Ockham. Nel Volume 1 si studia la costituzione filosofica dell’artefice. In primo luogo, si osserva la sua genesi attraverso fonti scritturistiche, filosofiche e retoriche (Parte I). In secondo luogo, si ricostruiscono le prospettive francescane sull’artefice attraverso l’articolazione dell’attività poietica in progetto, opera e fruizione (Parte II). Nell’ultima parte, dedicata al passaggio dall’artefice all’artista (Parte III), ci si interroga, alla luce del percorso effettuato, sulla possibilità di “estetiche” francescane, così come sul passaggio da queste all’arte francescana. Infine, si aprono alcune linee di ricerca sulle possibili relazioni tra l’artefice francescano e le teorie artistiche rinascimentali. Nel Volume 2 della dissertazione (Appendice. Le parole. Lo spazio semantico dell’artefice) si mette a disposizione la documentazione commentata del corpus di testi dei quattro autori francescani.
Notre travail se propose d’interroger certains textes pré-modernes, ceux du Moyen Âge franciscain en particulier, pour comprendre comment la figure de l'artifex et l'expérience de la production d'artefacts ont fait l'objet d'une réflexion que l'on pourrait qualifier d'« esthétique », avant même la naissance de l'esthétique en tant que discipline. Le phénomène de la poiesis est pensé tout au long de la période médiévale par moyen d’une distinction fondamentale, c’est-à-dire celle entre l’artifex humain et l’artifex divin. Sur la base de cette distinction, la poiesis n’est pas considérée comme une création à partir du néant par quelqu’un qui, en dehors d’un ordre à la fois cosmique et métaphysique, obéit seule aux lois qu’il se donne de manière autonome. Au contraire, penser la poiesis à cette époque implique de prendre conscience de l’ordre dans lequel l’artifex se place, des critères auxquels il se conforme et qui sont l’expression des choix originaires par lesquels le Dieu artifex a créé le monde. La réflexion franciscaine sur l'artifex est ici étudiée à partir d'un corpus de textes de Bonaventure de Bagnoregio, Pierre de Jean Olivi, Jean Duns Scot et Guillaume d'Ockham. Le Volume 1 étudie la constitution philosophique de l'artifex. Tout d'abord, sa genèse est observée à travers les sources scripturaires, philosophiques et rhétoriques (Partie I). Deuxièmement, les perspectives franciscaines sur l'artifex sont reconstruites à travers l'articulation de l'activité poïétique dans le projet, l’œuvre et la fruition (Partie II). Dans la dernière partie, consacrée au passage de l'artifex à l'artiste (Partie III), à la lumière du chemin parcouru on s'interroge sur la possibilité d'une "esthétique" franciscaine, ainsi que sur le passage de celle-ci à l'art franciscain. Enfin, quelques axes de recherche sont ouverts sur les relations possibles entre l'artiste franciscain et les théories artistiques de la Renaissance. Dans le Volume 2 de la thèse (Annexe: Les paroles. L'espace sémantique de l'artifex) la documentation commentée du corpus de textes des quatre auteurs franciscains est mise à disposition.
Poiesis; Maker; Beauty; Franciscan Thought; Neoplatonic and Augustinian Tradition; Aesthetics; Rhetoric; Giotto; Leon Battista Alberti; Leonardo da Vinci
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Descrizione: phd thesis Salvestrini L'artefice nel pensiero francescano
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1073198
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