Il caso proposto si fonda sulla lettura di un dossier conservato presso l’Archivio di Stato di Genova, un manipolo di documenti non datati ma risalenti agli anni 1281-1284 cosi composto: un elenco ricognitivo di documenti dell’archivio del comune di Genova e la bozza dell’istruzione indirizzata ad inviati genovesi presso la corte pontificia, entrambi redatti dall’archivista (custos archivii) e annalista del Comune genovese Jacopo Doria (ca. 1233-1305); nonché un elenco di documenti emessi dalla Curia romana, redatto da un ignoto scrittore. L’istruzione, oltre a fornire agli ambasciatori una serie di ragguagli storici e documentari sui rapporti tra la Genova e Pisa, contiene l’elenco di alcuni documenti pontifici emessi in favore del Comune genovese ma non più rintracciabili. L’archivista si fa quindi promotore della richiesta di estrazione dai registri pontifici di nuovi testimoni dei documenti smarriti, in modo da colmare le lacune riscontrate. L’atteggiamento dell’archivista pare di notevole interesse anche in ragione della considerevole altezza cronologica della vicenda: rispetto a un periodo per il quale le informazioni sulla tenuta dell’archivio del Comune e sulla funzione stessa dell’archivista sono quantomai frammentarie, questo documento, letto in modo coordinato con la cronachistica cittadina e ulteriore documentazione, permette di delineare le strategie di integrazione/ricostruzione di una memoria collettiva affidabile da parte del Comune medievale.

«Inquiratur in curia romana». Iacopo Doria, annalista e archivista, e l’integrazione delle lacune documentarie dell’Archivio del Comune di Genova (sec. XIII)

S. Gardini;V. Ruzzin
2020-01-01

Abstract

Il caso proposto si fonda sulla lettura di un dossier conservato presso l’Archivio di Stato di Genova, un manipolo di documenti non datati ma risalenti agli anni 1281-1284 cosi composto: un elenco ricognitivo di documenti dell’archivio del comune di Genova e la bozza dell’istruzione indirizzata ad inviati genovesi presso la corte pontificia, entrambi redatti dall’archivista (custos archivii) e annalista del Comune genovese Jacopo Doria (ca. 1233-1305); nonché un elenco di documenti emessi dalla Curia romana, redatto da un ignoto scrittore. L’istruzione, oltre a fornire agli ambasciatori una serie di ragguagli storici e documentari sui rapporti tra la Genova e Pisa, contiene l’elenco di alcuni documenti pontifici emessi in favore del Comune genovese ma non più rintracciabili. L’archivista si fa quindi promotore della richiesta di estrazione dai registri pontifici di nuovi testimoni dei documenti smarriti, in modo da colmare le lacune riscontrate. L’atteggiamento dell’archivista pare di notevole interesse anche in ragione della considerevole altezza cronologica della vicenda: rispetto a un periodo per il quale le informazioni sulla tenuta dell’archivio del Comune e sulla funzione stessa dell’archivista sono quantomai frammentarie, questo documento, letto in modo coordinato con la cronachistica cittadina e ulteriore documentazione, permette di delineare le strategie di integrazione/ricostruzione di una memoria collettiva affidabile da parte del Comune medievale.
2020
Le cas présenté içi est fondé sur la lecture d’un dossier conservé aux Archives d’Etat de Genova, un groupe de documents non datés, mais remontant aux années 1281-1284, ainsi composé: une liste de reconnaissance de documensts des archives de la Commune de Genova et l’ébauche de l’instruction adressée aux envoyés gênois auprès de la cour pontificale, l’une et l’autre rédigées par l’archiviste (custos archivii) et annaliste de la Commune gênoise Jacopo Doria (ca. 1233-1305); une autre liste de documents émanés par la Curia romaine, d’une main inconnue. L’instruction fournissait aux ambassadeurs des renseignements historiques et documentaires sur les rapports entre Genova et Pisa et contenait la liste de certains documents pontificaux émanés en faveur de la Commune gênoise et non plus retrouvables. L’archiviste se fait donc promoteur de la demande d’extraction des registres pontificaux de copies des documents perdus, afin de remplir les lacunes constatées. L’attitude de l’archiviste est bien intéressante en considérant aussi que l’affaire remonte particulièrement dans le temps. Par rapport à une période qui n’a laissé que des informations fragmentaires concernantla tenue des archives et la fonction meme de l’archiviste, ce document –lu de façon coordonnée avec les croniques de la ville et autres sources –permet d’entrevoir les strategies d’intégration/reconstruction d’une mémoire collective fiable pour la Commune médiévale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1035165
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