Il "Taccuino dello svagato" è edito qui per la prima volta in volume: Alessandro Ferraro, il curatore, ha reperito i 49 testi della rubrica così intitolata, tenuta da Giorgio Caproni fra il 1958 e il 1961 sulla «Fiera Letteraria», corredando questi testi (racconti, recensioni, ricordi, riflessioni sulla poesia e sul presente) di un ampio saggio introduttivo (pp. 5-58), di una dettagliata nota ai testi e delle schede bibliografiche per ricostruire la storia editoriale di ogni testo, offrendo ai lettori un nuovo libro dell'autore e agli studiosi un inedito strumento di lavoro. È un Caproni a tutto campo, quello che traspare da questi scritti, che spesso esaltano anche la sua vena più ironica. Lo vediamo così rispondere argutamente ai lettori; trarre spunto da quelle che oggi chiameremmo fake news («fra una cinquantina d'anni la notte non esisterà più»); osservare la contemporaneità senza eludere Elvis Presley, Lascia o raddoppia?, i rotocalchi con dive, pugili, uxoricidi e via elencando; annotare le proprie riflessioni non retoriche - tuttora attuali - sul progresso della società, sulle responsabilità della poesia e sui pregiudizi del pubblico, manifestando l'insofferenza di un recensore che, a corto di voglia e d'angoli della giacchetta da farsi tirare, provocatoriamente si mette a elogiare un paio di risme anonime di fogli vuoti, nonché le poesie di un bimbo in «grembiulino blu col fiocco bianco» à la Minou Drouet.

Giorgio Caproni, Taccuino dello svagato

Alessandro Ferraro
2018-01-01

Abstract

Il "Taccuino dello svagato" è edito qui per la prima volta in volume: Alessandro Ferraro, il curatore, ha reperito i 49 testi della rubrica così intitolata, tenuta da Giorgio Caproni fra il 1958 e il 1961 sulla «Fiera Letteraria», corredando questi testi (racconti, recensioni, ricordi, riflessioni sulla poesia e sul presente) di un ampio saggio introduttivo (pp. 5-58), di una dettagliata nota ai testi e delle schede bibliografiche per ricostruire la storia editoriale di ogni testo, offrendo ai lettori un nuovo libro dell'autore e agli studiosi un inedito strumento di lavoro. È un Caproni a tutto campo, quello che traspare da questi scritti, che spesso esaltano anche la sua vena più ironica. Lo vediamo così rispondere argutamente ai lettori; trarre spunto da quelle che oggi chiameremmo fake news («fra una cinquantina d'anni la notte non esisterà più»); osservare la contemporaneità senza eludere Elvis Presley, Lascia o raddoppia?, i rotocalchi con dive, pugili, uxoricidi e via elencando; annotare le proprie riflessioni non retoriche - tuttora attuali - sul progresso della società, sulle responsabilità della poesia e sui pregiudizi del pubblico, manifestando l'insofferenza di un recensore che, a corto di voglia e d'angoli della giacchetta da farsi tirare, provocatoriamente si mette a elogiare un paio di risme anonime di fogli vuoti, nonché le poesie di un bimbo in «grembiulino blu col fiocco bianco» à la Minou Drouet.
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