Questa riflessione sul tema della città si concentra sulla necessità che alle pratiche innovative contenute nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile corrisponda un'evoluzione decisiva delle strategie e degli strumenti che si mettono in campo per attuarle. Urbs – città – non si è mai distinta da Civitas (comunità): il legame tra la città e la collettività delle persone che la abitano è indissolubile. Oggi osserviamo, però, quanto questa relazione si sia affievolita. Una crisi che forse potrebbe essere riscattata da una nuova stagione di grande vitalità culturale, accompagnata da atti concreti, intorno ai temi della città, come può essere in occasione dell’Agenda 2030. La possibilità di riattivare delle politiche collettive – e come tali condivise e proattive – passa attraverso un ripensamento dell’attuale approccio alla pianificazione, che si è impoverito di valori fondamentali in confronto all’esperienza della città storica. Per recuperare la dimensione umana della pianificazione urbana si ritiene necessario tornare a mettere al centro della questione la forma urbis. L’approccio metodologico seguito è di tipo storico-critico, osservando in chiave analitica l’evoluzione delle logiche e delle dinamiche di costruzione della città, in comparazione tra passato e presente. Gli esiti dovrebbero contribuire ad argomentare come una maggiore progettazione urbana, all’interno del fare urbanistica, può rappresentare un fattore determinante per portare al successo le politiche dell’Agenda 2030.
La forma della città. Una prospettiva per l'Agenda 2030
Luigi Mandraccio
2020-01-01
Abstract
Questa riflessione sul tema della città si concentra sulla necessità che alle pratiche innovative contenute nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile corrisponda un'evoluzione decisiva delle strategie e degli strumenti che si mettono in campo per attuarle. Urbs – città – non si è mai distinta da Civitas (comunità): il legame tra la città e la collettività delle persone che la abitano è indissolubile. Oggi osserviamo, però, quanto questa relazione si sia affievolita. Una crisi che forse potrebbe essere riscattata da una nuova stagione di grande vitalità culturale, accompagnata da atti concreti, intorno ai temi della città, come può essere in occasione dell’Agenda 2030. La possibilità di riattivare delle politiche collettive – e come tali condivise e proattive – passa attraverso un ripensamento dell’attuale approccio alla pianificazione, che si è impoverito di valori fondamentali in confronto all’esperienza della città storica. Per recuperare la dimensione umana della pianificazione urbana si ritiene necessario tornare a mettere al centro della questione la forma urbis. L’approccio metodologico seguito è di tipo storico-critico, osservando in chiave analitica l’evoluzione delle logiche e delle dinamiche di costruzione della città, in comparazione tra passato e presente. Gli esiti dovrebbero contribuire ad argomentare come una maggiore progettazione urbana, all’interno del fare urbanistica, può rappresentare un fattore determinante per portare al successo le politiche dell’Agenda 2030.File | Dimensione | Formato | |
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