The thesis aims to study a family of painters of Florentine origin active in Liguria, in particular in the western coast, within a large area between Genoa and Ventimiglia (with some episodes in Piedmont), ranging from the beginning of the sixteenth century until to the first quarter of the seventeenth century. The focus is mainly put on the reconstruction of the biographical events, carried out through the reading of the archival sources, of the progenitor Raffaello De Rossi (recorded from 1510 to 1572), of his son Giulio (recorded from 1551 to 1591) and of his nephew Orazio (recorded from 1581 to 1626). Likewise, a critical reconsideration of their activity was conducted in the light of the figurative traces still preserved today. The goal is to attempt a reconstruction of a workshop of artists, characterized by an articulated and fragmented critical historiography (for a long time their heterogeneous production had been labelled with a pseudonym, the "Pancalino", to be correctly reassigned to them only at the beginning of the nineties of the past century), by tracing the cultural references of their style and their relationships with the local artistic environment. The research is enriched by an updated catalogue of the corpus of works, a chronological register and a documentary appendix. Not least, is the iconographic apparatus, partly as the result of a photographic campaign carried out for the occasion which produced, in some cases for the first time, high-quality images of the studied paintings.

La tesi ha come oggetto lo studio monografico di una famiglia di pittori di origine fiorentina attiva in Liguria, in particolare nel Ponente, entro una vasta area compresa tra Genova e Ventimiglia, con alcune puntate nel Basso Piemonte occidentale, a partire dall’inizio del Cinquecento fino al primo quarto del secolo successivo. L’attenzione si è focalizzata sulla ricostruzione delle vicende biografiche, operata attraverso il sondaggio e la rilettura delle fonti d’archivio, del capostipite Raffaello De Rossi (notizie 1510-1572), attestato per la prima volta a Genova nel 1514 ma già attivo nel finalese quattro anni prima, del figlio Giulio (notizie 1551-1591) e del nipote Orazio (notizie dal 1581-Genova 1626). Parimenti si è proceduto a una riconsiderazione critica della loro attività alla luce delle testimonianze figurative ad oggi conservatesi. L’obbiettivo è quello di riabilitare una bottega di artisti contraddistinta da una vicenda critica articolata e frammentata (per molto tempo la loro eterogenea produzione è confluita sotto il generico pseudonimo di “Pancalino” prima di essergli correttamente restituita solo all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso), rintracciando le matrici culturali del loro linguaggio e i loro rapporti col panorama artistico locale. Il lavoro si correda di alcune appendici, quali un aggiornato catalogo ragionato del corpus delle opere, un regesto cronologico e una sezione dedicata alla trascrizione degli atti d’arte. A completare significativamente il senso e le intenzioni della ricerca è chiamato l’apparato iconografico, parzialmente frutto di una campagna svolta per l’occasione che ha prodotto, in alcuni casi per la prima volta, documentazione fotografica di alta qualità in relazione ad un patrimonio altrimenti non facilmente fruibile

Una dinastia di artisti "de Florentia" in Liguria: Raffaello, Giulio e Orazio De Rossi (1510-1626).

CASAMURATA, MARCO
2020-05-26

Abstract

The thesis aims to study a family of painters of Florentine origin active in Liguria, in particular in the western coast, within a large area between Genoa and Ventimiglia (with some episodes in Piedmont), ranging from the beginning of the sixteenth century until to the first quarter of the seventeenth century. The focus is mainly put on the reconstruction of the biographical events, carried out through the reading of the archival sources, of the progenitor Raffaello De Rossi (recorded from 1510 to 1572), of his son Giulio (recorded from 1551 to 1591) and of his nephew Orazio (recorded from 1581 to 1626). Likewise, a critical reconsideration of their activity was conducted in the light of the figurative traces still preserved today. The goal is to attempt a reconstruction of a workshop of artists, characterized by an articulated and fragmented critical historiography (for a long time their heterogeneous production had been labelled with a pseudonym, the "Pancalino", to be correctly reassigned to them only at the beginning of the nineties of the past century), by tracing the cultural references of their style and their relationships with the local artistic environment. The research is enriched by an updated catalogue of the corpus of works, a chronological register and a documentary appendix. Not least, is the iconographic apparatus, partly as the result of a photographic campaign carried out for the occasion which produced, in some cases for the first time, high-quality images of the studied paintings.
26-mag-2020
La tesi ha come oggetto lo studio monografico di una famiglia di pittori di origine fiorentina attiva in Liguria, in particolare nel Ponente, entro una vasta area compresa tra Genova e Ventimiglia, con alcune puntate nel Basso Piemonte occidentale, a partire dall’inizio del Cinquecento fino al primo quarto del secolo successivo. L’attenzione si è focalizzata sulla ricostruzione delle vicende biografiche, operata attraverso il sondaggio e la rilettura delle fonti d’archivio, del capostipite Raffaello De Rossi (notizie 1510-1572), attestato per la prima volta a Genova nel 1514 ma già attivo nel finalese quattro anni prima, del figlio Giulio (notizie 1551-1591) e del nipote Orazio (notizie dal 1581-Genova 1626). Parimenti si è proceduto a una riconsiderazione critica della loro attività alla luce delle testimonianze figurative ad oggi conservatesi. L’obbiettivo è quello di riabilitare una bottega di artisti contraddistinta da una vicenda critica articolata e frammentata (per molto tempo la loro eterogenea produzione è confluita sotto il generico pseudonimo di “Pancalino” prima di essergli correttamente restituita solo all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso), rintracciando le matrici culturali del loro linguaggio e i loro rapporti col panorama artistico locale. Il lavoro si correda di alcune appendici, quali un aggiornato catalogo ragionato del corpus delle opere, un regesto cronologico e una sezione dedicata alla trascrizione degli atti d’arte. A completare significativamente il senso e le intenzioni della ricerca è chiamato l’apparato iconografico, parzialmente frutto di una campagna svolta per l’occasione che ha prodotto, in alcuni casi per la prima volta, documentazione fotografica di alta qualità in relazione ad un patrimonio altrimenti non facilmente fruibile
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Descrizione: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1007752
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