Obiettivi: Valutare l'incidenza e i fattori di rischio per il rialzo degli enzimi di citolisi epatica (liver enzyme elevation, LEE) nei pazienti che iniziano una terapia antiretrovirale di prima linea (ART) nella coorte osservazionale prospettica ICONA. Pazienti e metodi: sono stati selezionati per lo studio 6575 pazienti naive alla ART, che hanno iniziato, tra giugno 2009 e dicembre 2017, un regime terapeutico costituito da 2 inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTI) associati ad un inibitore della proteasi potenziato (PI/b) N=2436 (37.1%), ad un inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa (NNRTI) N=2384 (36.3%), o ad un inibitore dell'integrasi (INSTI) N=755 (26.7%). La presenza di co-infezione da parte del virus dell’HBV (HBsAg positività) o dell’HCV (HCV-RNA positività) è stata rilevata nel 3.9% e nel 5.8% della popolazione dello studio. I LEE sono stati definiti come aumento di ALT o AST di ≥ 2.5 x ULN (limite superiore della normale) per i pazienti con valori di base nei limiti della norma o ≥ 2.5 x il valore basale, per i pazienti con valori di base >ULN. L'analisi di regressione Cox inverse probability weighted è stata utilizzata per calcolare gli hazard ratio (HR) ed i relativi intervalli di confidenza al 95% (95%CI) per LEE, sulla base del regime terapeutico di prima linea utilizzato e delle caratteristiche basali dei partecipanti allo studio. Risultati: Durante un follow-up complessivo di 20722 anni di osservazione, si sono verificati 183 casi di LEE. Dopo l'aggiustamento per i principali fattori confondenti, il rischio di LEE è risultato significativamente ridotto nei pazienti trattati con INSTI rispetto a coloro che ricevevano NNRTI (HR 0.46, 95%CI 0.25-0.86), con una significativa riduzione del rischio nel gruppo di pazienti trattati con raltegravir (HR 0.11, 95%CI 0.02-0.84, utilizzando la classe degli NNRTI come riferimento). L'HR per LEE è risultato significativamente più elevato nei soggetti con co-infezione da HBV o HCV, nei pazienti con infezione da HIV scarsamente controllata e in quelli che hanno contratto l'HIV attraverso la trasmissione omosessuale. Conclusioni: Nel nostro studio, l'utilizzo di INSTI riduce del 54% il rischio di LEE rispetto ad altri regimi. Questo dato potrebbe essere particolarmente importante per la scelta dell'ART in pazienti con fattori di rischio per tossicità epatica come le co-infezioni HCV e HBV.

AUMENTO DEGLI INDICI DI CITOLISI EPATICA NEI SOGGETTI CON INFEZIONE DA HIV CHE AVVIANO LA PRIMA LINEA DI TRATTAMENTO ANTIRETROVIRALE: STUDIO OSSERVAZIONALE DI COORTE

TARAMASSO, LUCIA
2020-05-12

Abstract

Obiettivi: Valutare l'incidenza e i fattori di rischio per il rialzo degli enzimi di citolisi epatica (liver enzyme elevation, LEE) nei pazienti che iniziano una terapia antiretrovirale di prima linea (ART) nella coorte osservazionale prospettica ICONA. Pazienti e metodi: sono stati selezionati per lo studio 6575 pazienti naive alla ART, che hanno iniziato, tra giugno 2009 e dicembre 2017, un regime terapeutico costituito da 2 inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTI) associati ad un inibitore della proteasi potenziato (PI/b) N=2436 (37.1%), ad un inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa (NNRTI) N=2384 (36.3%), o ad un inibitore dell'integrasi (INSTI) N=755 (26.7%). La presenza di co-infezione da parte del virus dell’HBV (HBsAg positività) o dell’HCV (HCV-RNA positività) è stata rilevata nel 3.9% e nel 5.8% della popolazione dello studio. I LEE sono stati definiti come aumento di ALT o AST di ≥ 2.5 x ULN (limite superiore della normale) per i pazienti con valori di base nei limiti della norma o ≥ 2.5 x il valore basale, per i pazienti con valori di base >ULN. L'analisi di regressione Cox inverse probability weighted è stata utilizzata per calcolare gli hazard ratio (HR) ed i relativi intervalli di confidenza al 95% (95%CI) per LEE, sulla base del regime terapeutico di prima linea utilizzato e delle caratteristiche basali dei partecipanti allo studio. Risultati: Durante un follow-up complessivo di 20722 anni di osservazione, si sono verificati 183 casi di LEE. Dopo l'aggiustamento per i principali fattori confondenti, il rischio di LEE è risultato significativamente ridotto nei pazienti trattati con INSTI rispetto a coloro che ricevevano NNRTI (HR 0.46, 95%CI 0.25-0.86), con una significativa riduzione del rischio nel gruppo di pazienti trattati con raltegravir (HR 0.11, 95%CI 0.02-0.84, utilizzando la classe degli NNRTI come riferimento). L'HR per LEE è risultato significativamente più elevato nei soggetti con co-infezione da HBV o HCV, nei pazienti con infezione da HIV scarsamente controllata e in quelli che hanno contratto l'HIV attraverso la trasmissione omosessuale. Conclusioni: Nel nostro studio, l'utilizzo di INSTI riduce del 54% il rischio di LEE rispetto ad altri regimi. Questo dato potrebbe essere particolarmente importante per la scelta dell'ART in pazienti con fattori di rischio per tossicità epatica come le co-infezioni HCV e HBV.
12-mag-2020
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