Tra le disposizioni riguardanti l’abbigliamento e quanto ad esso correlato la legislazione suntuaria è senz’altro quella che maggiormente colpisce l’immaginario collettivo e che, nello stretto intreccio di logiche politiche, economiche, sociali e morali che ne stanno alla base, riassume in sé l’intera essenza del mondo di Antico Regime. Ci troviamo, da un lato, di fronte a complessi normativi che sono volti a limitare il lusso, con interventi puntuali nella regolamentazione di un aspetto della vita sociale – il modo di vestire – che, sia pure con alcuni limiti, dovrebbe appartenere alla sfera strettamente personale. D’altro canto, con l’introduzione del diritto o dell’obbligo di indossare determinati capi o colori si realizzano con semplicità ed efficacia pratiche di inclusione od esclusione: l’abbigliamento ha una fortissima valenza sociale e di classe, è il mezzo più rapido e semplice per consentire una rapida individuazione dell’appartenenza di una determinata persona alla comunità, del suo grado, della sua posizione nella scala sociale. Materializzandosi, per così dire, negli abiti, i segni della distinzione sociale diventano qualità concrete, visibili, manipolabili. La normativa in materia, sviluppatasi in età comunale, continuerà ad trovare applicazione sino alla fine del Settecento, dando vita ad un ricco apparato di commenti e di giurisprudenza

L'abbigliamento tra divieti ed obblighi nella storia del diritto

M. Fortunati
2019-01-01

Abstract

Tra le disposizioni riguardanti l’abbigliamento e quanto ad esso correlato la legislazione suntuaria è senz’altro quella che maggiormente colpisce l’immaginario collettivo e che, nello stretto intreccio di logiche politiche, economiche, sociali e morali che ne stanno alla base, riassume in sé l’intera essenza del mondo di Antico Regime. Ci troviamo, da un lato, di fronte a complessi normativi che sono volti a limitare il lusso, con interventi puntuali nella regolamentazione di un aspetto della vita sociale – il modo di vestire – che, sia pure con alcuni limiti, dovrebbe appartenere alla sfera strettamente personale. D’altro canto, con l’introduzione del diritto o dell’obbligo di indossare determinati capi o colori si realizzano con semplicità ed efficacia pratiche di inclusione od esclusione: l’abbigliamento ha una fortissima valenza sociale e di classe, è il mezzo più rapido e semplice per consentire una rapida individuazione dell’appartenenza di una determinata persona alla comunità, del suo grado, della sua posizione nella scala sociale. Materializzandosi, per così dire, negli abiti, i segni della distinzione sociale diventano qualità concrete, visibili, manipolabili. La normativa in materia, sviluppatasi in età comunale, continuerà ad trovare applicazione sino alla fine del Settecento, dando vita ad un ricco apparato di commenti e di giurisprudenza
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