Nel XIX secolo il trasporto ferroviario finì col rappresentare non solo il trasporto terrestre per eccellenza, ma anche l’emblematica espressione di un’Europa in grande fermento economico e tecnologico. La diffusione delle “strade ferrate”, seppure secondo tempistiche e modalità differenti, segnò la storia economica, sociale e giuridica di moltissimi stati europei. Rilevante fu, ad esempio, il ruolo strategico e militare svolto dalle ferrovie del Regno sardo e da quelle “austriache” del Lombardo-Veneto durante il Risorgimento. La costruzione e l’esercizio delle linee ferroviarie, affidati secondo complicati e sempre nuovi meccanismi alle imprese private, impegnarono il governo piemontese e austriaco sia da un punto di vista finanziario che legislativo. Il trasporto ferroviario, in particolare, obbligò il legislatore – italiano e austro-tedesco - ad aggiornare la “vecchia” disciplina codicistica in materia di trasporto terrestre rappresentata dal modello napoleonico. Il dibattito italiano e le scelte del nostro legislatore in tale ambito dimostrano ancora una volta il generale interesse degli operatori del diritto per il “nuovo” e recente modello germanico. Tale interesse pare accentuarsi ancora di più nel Ventennio, specie nell’elaborazione scientifica di molti esperti in materia, tra cui il giurista friulano Alberto Asquini, il quale ci fornisce una sintetica ed efficace ricostruzione delle vicende giuridiche connesse al trasporto ferroviario nelle “nuove provincie”, oggetto del presente saggio.
La questione ferroviaria nelle “Nuove Provincie”: un percorso storico-giuridico tra vecchi e nuovi modelli
R. BRACCIA
2019-01-01
Abstract
Nel XIX secolo il trasporto ferroviario finì col rappresentare non solo il trasporto terrestre per eccellenza, ma anche l’emblematica espressione di un’Europa in grande fermento economico e tecnologico. La diffusione delle “strade ferrate”, seppure secondo tempistiche e modalità differenti, segnò la storia economica, sociale e giuridica di moltissimi stati europei. Rilevante fu, ad esempio, il ruolo strategico e militare svolto dalle ferrovie del Regno sardo e da quelle “austriache” del Lombardo-Veneto durante il Risorgimento. La costruzione e l’esercizio delle linee ferroviarie, affidati secondo complicati e sempre nuovi meccanismi alle imprese private, impegnarono il governo piemontese e austriaco sia da un punto di vista finanziario che legislativo. Il trasporto ferroviario, in particolare, obbligò il legislatore – italiano e austro-tedesco - ad aggiornare la “vecchia” disciplina codicistica in materia di trasporto terrestre rappresentata dal modello napoleonico. Il dibattito italiano e le scelte del nostro legislatore in tale ambito dimostrano ancora una volta il generale interesse degli operatori del diritto per il “nuovo” e recente modello germanico. Tale interesse pare accentuarsi ancora di più nel Ventennio, specie nell’elaborazione scientifica di molti esperti in materia, tra cui il giurista friulano Alberto Asquini, il quale ci fornisce una sintetica ed efficace ricostruzione delle vicende giuridiche connesse al trasporto ferroviario nelle “nuove provincie”, oggetto del presente saggio.File | Dimensione | Formato | |
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