Le biocostruzioni coralligene, dovute all’accumulo di alghe calcaree in ambienti scarsamente illuminati, sono tra le comunità bentoniche tipiche del Mediterraneo. Tali strutture hanno cominciato a svilupparsi circa 8000 anni fa, quando il livello del mare era 13-16 m inferiore rispetto ad oggi. Circa 2000 anni fa, il loro sviluppo sembra essersi sostanzialmente bloccato in diversi punti del Mediterraneo, per cause non ancora completamente chiarite. Con oltre 300 specie presenti, i poriferi sono oggi uno tra i gruppi più diversificati dell’intera comunità coralligena. Grazie all’analisi tassonomica delle spicole silicee intrappolate nei sedimenti che si accumulano nel tempo nelle cavità del conglomerato, è possibile valutare la variazione dinamica della ricchezza specifica di questa comunità durante l’intera storia evolutiva delle biocostruzioni. Analisi condotte su diverse strutture coralligene in varie località del Mediterraneo, hanno mostrato una sostanziale stabilità temporale della comunità a spugne: la maggior parte delle spicole antiche osservate fanno parte di generi ancor oggi presenti nelle e sulle biocostruzioni. Un’importante eccezione è rappresentata da Alveospongia, un tempo diffusa in tutte le comunità studiate e oggi totalmente assente dall’intero bacino del Mediterraneo. Altri generi, un tempo variamente rappresentati, oggi sono riscontrabili solo in faune profonde come quelle legate ai coralli bianchi. Nonostante questa stabilità di base, la ricchezza della comunità a poriferi, mostra evidenti variazioni nel corso dei millenni che sembrano in accordo con le variazioni climatiche note per l’emisfero settentrionale. In particolare, i più elevati livelli di biodiversità si sono riscontrati durante l’optimum climatico dell’Olocene. L’andamento temporale mostra una repentina riduzione durante la crisi dell’età del bronzo per risalire ancora durante l’optimum dell’impero romano, tendendo ancora a ridursi durante la piccola glaciazione medioevale. Da un punto di vista spaziale, queste comunità sembrano siano state molto più simili tra loro nei millenni passati, quando tutte le biocostruzioni erano in una fase di crescita attiva, mentre oggi mostrano un maggior grado di differenziamento, probabilmente in relazione alle diverse condizioni di vitalità del coralligeno stesso.

Andamento a scala millenaria della biodiversita’ nelle comunita’ a spugne del coralligeno

Costa G.;Bavestrello G.;Bertolino M.
2018-01-01

Abstract

Le biocostruzioni coralligene, dovute all’accumulo di alghe calcaree in ambienti scarsamente illuminati, sono tra le comunità bentoniche tipiche del Mediterraneo. Tali strutture hanno cominciato a svilupparsi circa 8000 anni fa, quando il livello del mare era 13-16 m inferiore rispetto ad oggi. Circa 2000 anni fa, il loro sviluppo sembra essersi sostanzialmente bloccato in diversi punti del Mediterraneo, per cause non ancora completamente chiarite. Con oltre 300 specie presenti, i poriferi sono oggi uno tra i gruppi più diversificati dell’intera comunità coralligena. Grazie all’analisi tassonomica delle spicole silicee intrappolate nei sedimenti che si accumulano nel tempo nelle cavità del conglomerato, è possibile valutare la variazione dinamica della ricchezza specifica di questa comunità durante l’intera storia evolutiva delle biocostruzioni. Analisi condotte su diverse strutture coralligene in varie località del Mediterraneo, hanno mostrato una sostanziale stabilità temporale della comunità a spugne: la maggior parte delle spicole antiche osservate fanno parte di generi ancor oggi presenti nelle e sulle biocostruzioni. Un’importante eccezione è rappresentata da Alveospongia, un tempo diffusa in tutte le comunità studiate e oggi totalmente assente dall’intero bacino del Mediterraneo. Altri generi, un tempo variamente rappresentati, oggi sono riscontrabili solo in faune profonde come quelle legate ai coralli bianchi. Nonostante questa stabilità di base, la ricchezza della comunità a poriferi, mostra evidenti variazioni nel corso dei millenni che sembrano in accordo con le variazioni climatiche note per l’emisfero settentrionale. In particolare, i più elevati livelli di biodiversità si sono riscontrati durante l’optimum climatico dell’Olocene. L’andamento temporale mostra una repentina riduzione durante la crisi dell’età del bronzo per risalire ancora durante l’optimum dell’impero romano, tendendo ancora a ridursi durante la piccola glaciazione medioevale. Da un punto di vista spaziale, queste comunità sembrano siano state molto più simili tra loro nei millenni passati, quando tutte le biocostruzioni erano in una fase di crescita attiva, mentre oggi mostrano un maggior grado di differenziamento, probabilmente in relazione alle diverse condizioni di vitalità del coralligeno stesso.
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