Il volume intende inquadrare il riuso temporaneo del patrimonio dismesso, visto come interessante serbatoio d’innovazione sociale, dove osservare pratiche di autorganizzazione della società resiliente che si riappropria dei vuoti urbani, secondo logiche di un design spontaneo e condiviso. Il design legge il fenomeno attraverso la reinterpretazione di performances, eventi, mostre, co-working e momenti aggregativi, come esperienze capaci di sovvertire la percezione dei luoghi ed esplorare un tipo di progettazione bottom-up e di uso flessibile degli spazi. Sono oggetto di analisi le dinamiche relazionali che s’innestano tra i soggetti coinvolti e l’influenza dei diversi rapporti con le istituzioni nello sviluppo dei processi. La lettura degli artefatti materiali e immateriali impiegati diviene codice progettuale che s’implementa in nuovi lessici e significati in continua evoluzione. Nell’elaborazione di questa nuova cultura di progetto viene messo a fuoco il ruolo del design come interprete del cambiamento, capace di riconoscere debolezze e potenzialità di un fenomeno in continua evoluzione e di veicolare azioni e strategie, per divenire soggetto catalizzatore di un processo in grado di produrre innovazione e cambiamento sociale, economico ed ambientale.

Con Temporaneo.Design per il riuso di spazi abbandonati. Premio per una ricerca sui temi della rigenerazione urbana

Chiara Olivastri
2018-01-01

Abstract

Il volume intende inquadrare il riuso temporaneo del patrimonio dismesso, visto come interessante serbatoio d’innovazione sociale, dove osservare pratiche di autorganizzazione della società resiliente che si riappropria dei vuoti urbani, secondo logiche di un design spontaneo e condiviso. Il design legge il fenomeno attraverso la reinterpretazione di performances, eventi, mostre, co-working e momenti aggregativi, come esperienze capaci di sovvertire la percezione dei luoghi ed esplorare un tipo di progettazione bottom-up e di uso flessibile degli spazi. Sono oggetto di analisi le dinamiche relazionali che s’innestano tra i soggetti coinvolti e l’influenza dei diversi rapporti con le istituzioni nello sviluppo dei processi. La lettura degli artefatti materiali e immateriali impiegati diviene codice progettuale che s’implementa in nuovi lessici e significati in continua evoluzione. Nell’elaborazione di questa nuova cultura di progetto viene messo a fuoco il ruolo del design come interprete del cambiamento, capace di riconoscere debolezze e potenzialità di un fenomeno in continua evoluzione e di veicolare azioni e strategie, per divenire soggetto catalizzatore di un processo in grado di produrre innovazione e cambiamento sociale, economico ed ambientale.
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