L’ottavo fascicolo dell’anno 1913 della rivista «Kunst und Künstler» si apre con un corposo articolo intitolato Die Jüngsten: porta la firma del critico d’arte Karl Scheffler, dal 1907 direttore del prestigioso periodico pubblicato a Berlino da Bruno Cassirer. Nel suo costante impegno per favorire la conoscenza e la comprensione delle più aggiornate tendenze dell’arte europea, Scheffler aveva maturato, dopo alcune iniziali riserve, una spiccata predilezione per le ricerche riconducibili alla corrente impressionista. Coerentemente con tale posizione critica, il testo in questione fotografa una situazione in cui i pittori tedeschi impegnati nelle ricerche più attuali - faticano a eccellere, incapaci di raggiungere quel perfetto equilibrio tra libertà espressiva e rigore formale, tra naturalismo e astrazione al quale erano approdati, nella visione di Scheffler, i «sovrani» impressionisti. Già dai primi anni Dieci, e ancor più all’approssimarsi dello scoppio del primo conflitto mondiale, l’apertura nei confronti della cultura francese aveva, nondimeno, iniziato a cedere repentinamente il passo a rivendicazioni nazionaliste, con un conseguente spostamento dell’attenzione di critici, storici dell’arte, direttori di musei, collezionisti e mecenati su proposte culturali non solo autoctone ma, soprattutto, capaci di incarnare lo “spirito germanico” e di veicolare il messaggio che la modernità fosse una prerogativa squisitamente tedesca. È in questo clima culturale, e con la guerra ormai davvero alle porte, che Karl Scheffler, a quasi un anno di distanza dalla pubblicazione del suo plaidoyer a favore dell’impressionismo, decide diinvitare i più «rinomanti membri» di quello che egli presenta come un «gruppo» di innovatori, a illustrare ragioni, scelte e obiettivi del loro operare artistico e a esprimere opinioni sulla pittura del tempo: come esito di tale iniziativa il sesto fascicolo dell’anno 1914 di «Kunst und Künstler», pubblicato nel mese di marzo, accoglie, «senza alcun commento o censura», le riflessioni di alcuni Jüngsten in un articolo-inchiesta dal titolo Das neue Programm.

Das neue Programm: Karl Scheffler e l’arte “nuova” nella Germania di inizio novecento tra modelli francesi e istanze identitarie

P. Valenti
2018-01-01

Abstract

L’ottavo fascicolo dell’anno 1913 della rivista «Kunst und Künstler» si apre con un corposo articolo intitolato Die Jüngsten: porta la firma del critico d’arte Karl Scheffler, dal 1907 direttore del prestigioso periodico pubblicato a Berlino da Bruno Cassirer. Nel suo costante impegno per favorire la conoscenza e la comprensione delle più aggiornate tendenze dell’arte europea, Scheffler aveva maturato, dopo alcune iniziali riserve, una spiccata predilezione per le ricerche riconducibili alla corrente impressionista. Coerentemente con tale posizione critica, il testo in questione fotografa una situazione in cui i pittori tedeschi impegnati nelle ricerche più attuali - faticano a eccellere, incapaci di raggiungere quel perfetto equilibrio tra libertà espressiva e rigore formale, tra naturalismo e astrazione al quale erano approdati, nella visione di Scheffler, i «sovrani» impressionisti. Già dai primi anni Dieci, e ancor più all’approssimarsi dello scoppio del primo conflitto mondiale, l’apertura nei confronti della cultura francese aveva, nondimeno, iniziato a cedere repentinamente il passo a rivendicazioni nazionaliste, con un conseguente spostamento dell’attenzione di critici, storici dell’arte, direttori di musei, collezionisti e mecenati su proposte culturali non solo autoctone ma, soprattutto, capaci di incarnare lo “spirito germanico” e di veicolare il messaggio che la modernità fosse una prerogativa squisitamente tedesca. È in questo clima culturale, e con la guerra ormai davvero alle porte, che Karl Scheffler, a quasi un anno di distanza dalla pubblicazione del suo plaidoyer a favore dell’impressionismo, decide diinvitare i più «rinomanti membri» di quello che egli presenta come un «gruppo» di innovatori, a illustrare ragioni, scelte e obiettivi del loro operare artistico e a esprimere opinioni sulla pittura del tempo: come esito di tale iniziativa il sesto fascicolo dell’anno 1914 di «Kunst und Künstler», pubblicato nel mese di marzo, accoglie, «senza alcun commento o censura», le riflessioni di alcuni Jüngsten in un articolo-inchiesta dal titolo Das neue Programm.
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