A singular and exceptional characteristic of the Xenia and Apophoretas, the two collections of Martial which, together with the Liber Spectaculorum, constitute a first 'monographic' phase of Martial's epigrammatic activity, consists of the tituli which - with the sole exception of the proemials and introductory epigrams - precede the epigrams of the two collections, each formed by a single couplet. Their origin and their function shows a very close bond with the Roman tradition of the "lottery" of the apophoreta, as a literary replacement of the object of which the epigram constituted the accompanying ticket. Tituli also playfully play the role of an index of the arguments for a 'selective' reading of the two libelli, reinforcing the encyclopedic connotations in an ironic imitation of the analogous Plinian operation. The complex of the two Saturnalian collections of Martial thus comes to represent a summa, searchable and consumable at will by scrolling through the tituli, of the worldly knowledge suited to the globalized consumer society of imperial Rome. However, if we focus our attention, rather than on the epigrams, on the tituli alone, looking at them as a whole and in sequence (according to Martial's invitation to read the lemmata alone), the long list of names is revealed to us, in his complex, as a specialized lexicographical collection, which comes close in many ways and for many reasons to similar lists of lemmata compiled by grammarians. The article examines the parallels between the titles of the two Martial's collections and the onomastic series typical of lexicographic collections, supporting the hypothesis of a genesis of the two collections linked to the grammatical interests of Martial that emerge, as demonstrated by Farouk Grewing, also in the very content of many epigrams, where the description of food or objects gives way to an etymological or grammatical reflection on their name (the one that constitutes precisely the titulus of ithe corrispondent epigram).

Una caratteristica singolare ed eccezionale degli Xenia e degli Apophoreta, le due raccolte di Marziale che, insieme al Liber spectaculorum, costituiscono una prima fase ‘monografica’ dell’attività epigrammatica di Marziale, è costituita dai tituli che – con l’eccezione dei soli epigrammi proemiali e introduttivi – precedono gli epigrammi delle due raccolte, formati ciascuno da un solo distico. La loro origine e la loro funzione mostra uno strettissimo legame con la tradizione romana del ‘sorteggio’ degli apophoreta, come sostituzione letteraria dell'oggetto di cui l'epigramma costituiva il biglietto di accompagnamento; svolge inoltre scherzosamente una funzione di indice degli argomenti ai fini di una lettura 'selettiva' delle due operette, rafforzandone le connotazioni enciclopediche in ironica imitazione dell'analoga operazione pliniana: il complesso delle due raccolte saturnalizie di Marziale viene così a rappresentare una summa, consultabile e consumabile a piacimento scorrendone i tituli, del sapere mondano adatto alla globalizzata società dei consumi della Roma imperiale. Se però concentriamo la nostra attenzione, piuttosto che sugli epigrammi, sui soli tituli, guardandoli nel loro insieme e in sequenza (secondo l’invito di Marziale a leggere i lemmata sola ), ecco che il lungo elenco di nomi ci si rivela, nel suo complesso, come una vera e propria collezione lessicografica specializzata, che si avvicina per molti aspetti e molte ragioni ad analoghi elenchi di lemmata compilati dai grammatici. L'articolo esamina i parallelismi fra i tituli delle due raccolte di Marziale e le serie onomastiche tipiche delle raccolte lessicografiche, avvalorando l'ipotesi di una genesi delle due raccolte legata agli interessi grammaticali di Marziale che emergono, come dimostrato da Farouk Grewing, anche nel contenuto stesso di moltissimi epigrammi, dove la descrizione del cibo o dell'oggetto cede il posto a una riflessione etimologica o grammaticale sul suo nome (quello che costituisce appunto il titulus del relativo epigramma).

Serie lessicografiche: influenza di modelli grammaticali sulla composizione di Xenia e Apophoreta

G. Moretti
2017-01-01

Abstract

A singular and exceptional characteristic of the Xenia and Apophoretas, the two collections of Martial which, together with the Liber Spectaculorum, constitute a first 'monographic' phase of Martial's epigrammatic activity, consists of the tituli which - with the sole exception of the proemials and introductory epigrams - precede the epigrams of the two collections, each formed by a single couplet. Their origin and their function shows a very close bond with the Roman tradition of the "lottery" of the apophoreta, as a literary replacement of the object of which the epigram constituted the accompanying ticket. Tituli also playfully play the role of an index of the arguments for a 'selective' reading of the two libelli, reinforcing the encyclopedic connotations in an ironic imitation of the analogous Plinian operation. The complex of the two Saturnalian collections of Martial thus comes to represent a summa, searchable and consumable at will by scrolling through the tituli, of the worldly knowledge suited to the globalized consumer society of imperial Rome. However, if we focus our attention, rather than on the epigrams, on the tituli alone, looking at them as a whole and in sequence (according to Martial's invitation to read the lemmata alone), the long list of names is revealed to us, in his complex, as a specialized lexicographical collection, which comes close in many ways and for many reasons to similar lists of lemmata compiled by grammarians. The article examines the parallels between the titles of the two Martial's collections and the onomastic series typical of lexicographic collections, supporting the hypothesis of a genesis of the two collections linked to the grammatical interests of Martial that emerge, as demonstrated by Farouk Grewing, also in the very content of many epigrams, where the description of food or objects gives way to an etymological or grammatical reflection on their name (the one that constitutes precisely the titulus of ithe corrispondent epigram).
2017
Una caratteristica singolare ed eccezionale degli Xenia e degli Apophoreta, le due raccolte di Marziale che, insieme al Liber spectaculorum, costituiscono una prima fase ‘monografica’ dell’attività epigrammatica di Marziale, è costituita dai tituli che – con l’eccezione dei soli epigrammi proemiali e introduttivi – precedono gli epigrammi delle due raccolte, formati ciascuno da un solo distico. La loro origine e la loro funzione mostra uno strettissimo legame con la tradizione romana del ‘sorteggio’ degli apophoreta, come sostituzione letteraria dell'oggetto di cui l'epigramma costituiva il biglietto di accompagnamento; svolge inoltre scherzosamente una funzione di indice degli argomenti ai fini di una lettura 'selettiva' delle due operette, rafforzandone le connotazioni enciclopediche in ironica imitazione dell'analoga operazione pliniana: il complesso delle due raccolte saturnalizie di Marziale viene così a rappresentare una summa, consultabile e consumabile a piacimento scorrendone i tituli, del sapere mondano adatto alla globalizzata società dei consumi della Roma imperiale. Se però concentriamo la nostra attenzione, piuttosto che sugli epigrammi, sui soli tituli, guardandoli nel loro insieme e in sequenza (secondo l’invito di Marziale a leggere i lemmata sola ), ecco che il lungo elenco di nomi ci si rivela, nel suo complesso, come una vera e propria collezione lessicografica specializzata, che si avvicina per molti aspetti e molte ragioni ad analoghi elenchi di lemmata compilati dai grammatici. L'articolo esamina i parallelismi fra i tituli delle due raccolte di Marziale e le serie onomastiche tipiche delle raccolte lessicografiche, avvalorando l'ipotesi di una genesi delle due raccolte legata agli interessi grammaticali di Marziale che emergono, come dimostrato da Farouk Grewing, anche nel contenuto stesso di moltissimi epigrammi, dove la descrizione del cibo o dell'oggetto cede il posto a una riflessione etimologica o grammaticale sul suo nome (quello che costituisce appunto il titulus del relativo epigramma).
978-88-6572-161-2
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