Questo contributo riconsidera radicalmente uno dei documenti figurativi scultorei più noti del medioevo a Genova, la lapide celebrativa della distruzione del Porto Pisano ad opera di Corrado Doria nel 1290, già sul prospetto di una casa privata del centro antico cittadino e oggi al Museo di Sant'Agostino, funzionale alla ostensione di un trofeo di guerra (una delle maglie della catena che chiudeva il Portio Pisano, altre parti della quale erano state collocati in altri luoghi della città ligure). Di questi trofei si analizzano il rapporto specifico coi luoghi di ostensione, la logica sottostante alle scelte e alle esclusioni, la originaria collocazione e il rapporto con lo spazio urbano e le possibilità effettive di percezione, le strategie di comunicazione; dell'epigrafe., si corregge la lettura del testo, individuando l'identità e la provenienza del vero committente, le procedure, i livelli e le strategie di comunicazione nel quadro più vasto delle scelte d ubicazione e di esposizione in monumenti cittadini di questi elementi quali "perni" di una memoria storica condivisa e identitaria.. Si affrontano poi i problemi del rapporto fra campo, testo e immagine scolpita, nelle sue peculiari caratteristiche formali; la si compara con un altro documento scultoreo analogo per eziologia, cronologia e caratteri formali, la Lapide di Moneglia, della quale si individua la vera iconografia. Chiude il saggio una riflessione sui rapporti tra caratteri formali, contenuto ed effetto di comunicazione.
Scultura, scrittura, araldica e trofei di guerra a Genova nel 1290. La Lapide di Porto Pisano
Clario Di Fabio
2017-01-01
Abstract
Questo contributo riconsidera radicalmente uno dei documenti figurativi scultorei più noti del medioevo a Genova, la lapide celebrativa della distruzione del Porto Pisano ad opera di Corrado Doria nel 1290, già sul prospetto di una casa privata del centro antico cittadino e oggi al Museo di Sant'Agostino, funzionale alla ostensione di un trofeo di guerra (una delle maglie della catena che chiudeva il Portio Pisano, altre parti della quale erano state collocati in altri luoghi della città ligure). Di questi trofei si analizzano il rapporto specifico coi luoghi di ostensione, la logica sottostante alle scelte e alle esclusioni, la originaria collocazione e il rapporto con lo spazio urbano e le possibilità effettive di percezione, le strategie di comunicazione; dell'epigrafe., si corregge la lettura del testo, individuando l'identità e la provenienza del vero committente, le procedure, i livelli e le strategie di comunicazione nel quadro più vasto delle scelte d ubicazione e di esposizione in monumenti cittadini di questi elementi quali "perni" di una memoria storica condivisa e identitaria.. Si affrontano poi i problemi del rapporto fra campo, testo e immagine scolpita, nelle sue peculiari caratteristiche formali; la si compara con un altro documento scultoreo analogo per eziologia, cronologia e caratteri formali, la Lapide di Moneglia, della quale si individua la vera iconografia. Chiude il saggio una riflessione sui rapporti tra caratteri formali, contenuto ed effetto di comunicazione.File | Dimensione | Formato | |
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