Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel mondo causando 17,5 milioni di decessi pari al 46% delle morti totali. L’abitudine al fumo di sigaretta così come ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, obesità e inattività fisica, sono i principali fattori che influenzano il rischio di andare sviluppare cardiovascolari. Abbiamo studiato il ruolo di un FAN (celecoxib), inibitore selettivo di COX-2, nella modulazione dei subset monocitari e nel rimodellamento della radice aortica, quale sito di elezione per l’insorgenza di aterosclerosi indotta da fumo di sigaretta. Per lo studio sono stati utilizzati 40 topi maschi, i quali sono stati esposti a fumo di sigaretta principale (MCS), 12 ore dopo la nascita, per un totale di 10 settimane. I topi sono stati suddivisi nei seguenti gruppi: (a) mantenuti in aria filtrata (controlli); (b) esposti a MCS; (c) trattati con celecoxib (1600 mg/kg dieta) dopo lo svezzamento; (d) esposti a MCS e trattati con celecoxib. I risultati ottenuti hanno mostrato un incremento significativo dei monociti circolanti attivati (Ly6Clow) negli animali esposti a MCS rispetto ai controlli, efficacemente contrastato dal trattamento con celecoxib. L’analisi istologica delle valvole aortiche non ha evidenziato significativi rimodellamenti negli animali esposti a MCS, anche se l’immunoistochimica ha rilevato un lieve incremento dell’infiltrato macrofagico negli animali esposti a fumo, che risultava contrastato dal trattamento con celecoxib. La capacità di inibire la frazione monocitaria Ly6Clow, presente nei siti di infiammazione endoteliali e l’infiltrato macrofagico a livello delle valvole aortiche rende così il celecoxib un buon candidato come agente chemiopreventivo per l’aterosclerosi in quanto è capace di inibire i processi infiammatori come l’attivazione monocitaria, il reclutamento di monociti/macrofagi nell’endotelio e lo stress ossidativo, che sono alla base dello sviluppo dell’ateroma.

INIBIZIONE DA PARTE DEL CELECOXIB DI ALTERAZIONI INFIAMMATORIE NELL’AORTA DI TOPI ESPOSTI A FUMO DI SIGARETTA.

LA MAESTRA, SEBASTIANO;MICALE, ROSANNA TINDARA;D'ORIA, CHIARA;DE FLORA, SILVIO;GHIGLIOTTI, GIORGIO;BARISIONE, CHIARA;GARIBALDI, SILVANO
2015-01-01

Abstract

Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel mondo causando 17,5 milioni di decessi pari al 46% delle morti totali. L’abitudine al fumo di sigaretta così come ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, obesità e inattività fisica, sono i principali fattori che influenzano il rischio di andare sviluppare cardiovascolari. Abbiamo studiato il ruolo di un FAN (celecoxib), inibitore selettivo di COX-2, nella modulazione dei subset monocitari e nel rimodellamento della radice aortica, quale sito di elezione per l’insorgenza di aterosclerosi indotta da fumo di sigaretta. Per lo studio sono stati utilizzati 40 topi maschi, i quali sono stati esposti a fumo di sigaretta principale (MCS), 12 ore dopo la nascita, per un totale di 10 settimane. I topi sono stati suddivisi nei seguenti gruppi: (a) mantenuti in aria filtrata (controlli); (b) esposti a MCS; (c) trattati con celecoxib (1600 mg/kg dieta) dopo lo svezzamento; (d) esposti a MCS e trattati con celecoxib. I risultati ottenuti hanno mostrato un incremento significativo dei monociti circolanti attivati (Ly6Clow) negli animali esposti a MCS rispetto ai controlli, efficacemente contrastato dal trattamento con celecoxib. L’analisi istologica delle valvole aortiche non ha evidenziato significativi rimodellamenti negli animali esposti a MCS, anche se l’immunoistochimica ha rilevato un lieve incremento dell’infiltrato macrofagico negli animali esposti a fumo, che risultava contrastato dal trattamento con celecoxib. La capacità di inibire la frazione monocitaria Ly6Clow, presente nei siti di infiammazione endoteliali e l’infiltrato macrofagico a livello delle valvole aortiche rende così il celecoxib un buon candidato come agente chemiopreventivo per l’aterosclerosi in quanto è capace di inibire i processi infiammatori come l’attivazione monocitaria, il reclutamento di monociti/macrofagi nell’endotelio e lo stress ossidativo, che sono alla base dello sviluppo dell’ateroma.
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