Il mio contributo si propone di identificare le variazioni stilistiche tra forma narrativa lunga e breve in testi di lingua inglese. In particolare mira a esaminare il punto di vista in quanto scelta stilistica determinante nella narrativa di finzione, in virtù del suo ruolo fondamentale nella costruzione della suspense nell’arco del testo e della reazione del lettore. Si porrà pertanto l’interrogativo se sussistano differenze nella rappresentazione linguistica del punto di vista nella short story legate all’obiettivo di unità e densità. Il quadro teorico della presente analisi è dato principalmente da tre testi: Language, Ideology and Point of View (1993) di Paul Simpson, che trasforma la grammatica modale proposta da Fowler e Uspensky in un modello esteso per l’identificazione e l’analisi del punto di vista; “A Stylistic View of Modality” (2007) di J. Douthwaite, che integra il modello di Simpson estendendo il concetto di modalizzatore e sottolineando la funzione della pragmatica nella costruzione e comprensione dei testi; e “Is Style in Short Fiction Different from Style in Long Fiction?” (2013) di Michael Toolan, il cui interrogativo investe un’ampia gamma di aspetti stilistici del testo. La mia analisi prenderà in considerazione diversi testi di narrativa lunga e breve da parte di autori contemporanei che si siano espressi in entrambe le forme. Si identificheranno ed esamineranno le risorse linguistiche per la rappresentazione del punto di vista, con un’enfasi particolare su modalità, valutazione, speech and thought presentation, transitività e pragmatica. In tal modo si tenterà un commento e una comparazione dei diversi effetti creati nella forma lunga e breve.

Il punto di vista nella short story

RIZZATO, ILARIA
2016-01-01

Abstract

Il mio contributo si propone di identificare le variazioni stilistiche tra forma narrativa lunga e breve in testi di lingua inglese. In particolare mira a esaminare il punto di vista in quanto scelta stilistica determinante nella narrativa di finzione, in virtù del suo ruolo fondamentale nella costruzione della suspense nell’arco del testo e della reazione del lettore. Si porrà pertanto l’interrogativo se sussistano differenze nella rappresentazione linguistica del punto di vista nella short story legate all’obiettivo di unità e densità. Il quadro teorico della presente analisi è dato principalmente da tre testi: Language, Ideology and Point of View (1993) di Paul Simpson, che trasforma la grammatica modale proposta da Fowler e Uspensky in un modello esteso per l’identificazione e l’analisi del punto di vista; “A Stylistic View of Modality” (2007) di J. Douthwaite, che integra il modello di Simpson estendendo il concetto di modalizzatore e sottolineando la funzione della pragmatica nella costruzione e comprensione dei testi; e “Is Style in Short Fiction Different from Style in Long Fiction?” (2013) di Michael Toolan, il cui interrogativo investe un’ampia gamma di aspetti stilistici del testo. La mia analisi prenderà in considerazione diversi testi di narrativa lunga e breve da parte di autori contemporanei che si siano espressi in entrambe le forme. Si identificheranno ed esamineranno le risorse linguistiche per la rappresentazione del punto di vista, con un’enfasi particolare su modalità, valutazione, speech and thought presentation, transitività e pragmatica. In tal modo si tenterà un commento e una comparazione dei diversi effetti creati nella forma lunga e breve.
2016
978-88-99200-92-3
978-88-99200-91-6
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