I parchi e i giardini almeno fino all’Età Moderna rappresentano l’evoluzione del rapporto tra l’uomo e la natura nello scorrere del tempo; rispecchiano il pensiero filosofico del periodo a cui appartengono, delle attività artistiche contemporanee e del rinnovamento culturale coetaneo. Una perpetua oscillazione tra naturalezza e artificio, tra estetica pittoresca ed estetica architettonica, tra sensazione e struttura costituisce l’evoluzione stessa dell’arte dei giardini, definisce gli stili e permette di classificarli. (Grimal P., 1974) L’intento è di analizzare come si sia trasformato il concept di un parco o di un giardino dai Romani all’Età Moderna non solo per adeguarsi al gusto e alla moda del tempo, ma anche in relazione al variare del progresso scientifico e del rinnovamento tecnico. Dallo studio di trattati, dall’osservazione dei documenti figurativi e dall’analisi di ville, giardini e parchi storici ancora esistenti, anche se spesso trasformati, viene individuato un processo evolutivo dalle origini fino al XX secolo. Un esempio sono le tecniche e le opere di ingegneria avanzate, i disboscamenti, le bonifiche, i terrazzamenti, le sostruzioni e gli artificiosi giochi d’acqua del Rinascimento, inizialmente utilizzate per emulare il modello romano di villa e riprenderne gli elementi dei giardini fino ad arrivare alla realizzazione di importanti e funzionali aziende agricole produttive inglobate nei sistemi di villa. Un altro caso è la geometrizzazione che si impone nella Francia del Seicento con i suoi metodi di misura per realizzare un giardino unitario su una superficie tanto vasta. Il giardiniere deve confrontarsi con difficoltà identiche a quelle degli ingegneri delle fortificazioni e per realizzare superfici immense deve saper passare dal disegno sulla carta al tracciato sul terreno utilizzando gli strumenti sempre più sofisticati della misurazione e del livellamento.

Concept di parchi e giardini: evoluzione storica dal Rinascimento all’età moderna

BURLANDO, PATRIZIA
2016-01-01

Abstract

I parchi e i giardini almeno fino all’Età Moderna rappresentano l’evoluzione del rapporto tra l’uomo e la natura nello scorrere del tempo; rispecchiano il pensiero filosofico del periodo a cui appartengono, delle attività artistiche contemporanee e del rinnovamento culturale coetaneo. Una perpetua oscillazione tra naturalezza e artificio, tra estetica pittoresca ed estetica architettonica, tra sensazione e struttura costituisce l’evoluzione stessa dell’arte dei giardini, definisce gli stili e permette di classificarli. (Grimal P., 1974) L’intento è di analizzare come si sia trasformato il concept di un parco o di un giardino dai Romani all’Età Moderna non solo per adeguarsi al gusto e alla moda del tempo, ma anche in relazione al variare del progresso scientifico e del rinnovamento tecnico. Dallo studio di trattati, dall’osservazione dei documenti figurativi e dall’analisi di ville, giardini e parchi storici ancora esistenti, anche se spesso trasformati, viene individuato un processo evolutivo dalle origini fino al XX secolo. Un esempio sono le tecniche e le opere di ingegneria avanzate, i disboscamenti, le bonifiche, i terrazzamenti, le sostruzioni e gli artificiosi giochi d’acqua del Rinascimento, inizialmente utilizzate per emulare il modello romano di villa e riprenderne gli elementi dei giardini fino ad arrivare alla realizzazione di importanti e funzionali aziende agricole produttive inglobate nei sistemi di villa. Un altro caso è la geometrizzazione che si impone nella Francia del Seicento con i suoi metodi di misura per realizzare un giardino unitario su una superficie tanto vasta. Il giardiniere deve confrontarsi con difficoltà identiche a quelle degli ingegneri delle fortificazioni e per realizzare superfici immense deve saper passare dal disegno sulla carta al tracciato sul terreno utilizzando gli strumenti sempre più sofisticati della misurazione e del livellamento.
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