Il termine droga è attualmente usato in genere per le storiche sostanze da abuso di origine vegetale, diffuse soprattutto nei Paesi industrializzati, quali oppio, canapa e cocaina. Tuttavia, a partire dagli anni ‘90 a queste droghe tradizionali si sono affiancate decine e decine di nuove sostanze psicoattive, anch’esse in gran parte di origine vegetale. Si tratta di una nuova generazione di droghe, in cui miscele di specie aromatiche, spesso contenenti principi psicoattivi, con eventuale aggiunta di sostanze di sintesi, vengono offerte ai consumatori sotto forma di accattivanti prodotti alternativi: tisane, profumatori ambientali, pastiglie stimolanti, bevande energetiche, etc. In commercio, si trovano prodotti caffeinici (energy drinks, il cui consumo è spesso associato all'alcol), efedrinici (prodotti dimagranti o per migliorare le prestazioni atletiche), afrodisiaci, eco-drugs (semini hawaiani o messicani, khanna) ed “herbal ecstasy”, dove l’associazione di diversi estratti vegetali, ad alta concentrazione (dicitura 10X o 15X). potenzia l’azione dei singoli componenti della miscela. Nel corso degli ultimi anni queste nuove droghe si stanno diffondendo un po’ in tutti i paesi industrializzati, Italia compresa, soprattutto tra gli adolescenti e secondo alcune stime circa il 60% dei giovani le ha provate almeno una volta. Molti di questi stimolanti si possono acquistare liberamente online, o presso smart-shops e negozi etnici, diffusi in molte città europee e italiane. I giovani consumatori sono per lo più attratti dalla possibilità di potenziare le loro capacità cognitive (restare svegli e “attenti” per tutta la notte, durante la preparazione di esami scolastici) e si lasciano ingannare dall’idea della loro scarsa pericolosità, essendo pubblicizzati come “prodotti naturali”, perché a base di erbe. La loro reale composizione tuttavia non è nota e l'idea comunemente diffusa di associare “naturale=buono” risulta in questo caso particolarmente ingannevole e pericolosa per la salute. Recentemente, il problema è diventato ancora più grave a causa della frequente introduzione in queste miscele dei cannabinoidi di sintesi, che rendono tali prodotti analoghi alla Cannabis (marijuana), ma con effetti anche maggiori. Proprio per la loro pericolosità alcuni cannabinoidi sintetici sono stati recentemente inseriti nelle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope o sono stati soggetti ad ordinanze del Ministero della Salute, al fine di eliminarli rapidamente dal mercato. Tuttavia, man mano che un nuovo cannabinoide viene identificato e proibito, subito sono sintetizzati suoi analoghi, non tabellati e perciò legalmente commercializzabili, sempre con effetti psicoattivi dannosi alla salute. Sono infatti chiamate “Smart Drugs” ovvero “Droghe Furbe" perché non perseguite o non ancora perseguibili dalla legge e, pur promettendo di migliorare la performance psicofisica dell’individuo che li assume, nascondono gravi insidie per la salute, come disturbi del sonno, perdita di memoria e di peso (diminuzione dell'appetito), ansia e irritabilità, fenomeni di dipendenza e gravi intossicazioni, come evidenziato dai recenti casi di cronaca segnalati dal Centro antiveleni di Niguarda (www.LaRepubblica.it 4/5/2012 e 9/1/2012).

Il Disincanto, dalla scienza alla conoscenza delle droghe di nuova generazione

CORNARA, LAURA;BORGHESI, BARBARA
2014-01-01

Abstract

Il termine droga è attualmente usato in genere per le storiche sostanze da abuso di origine vegetale, diffuse soprattutto nei Paesi industrializzati, quali oppio, canapa e cocaina. Tuttavia, a partire dagli anni ‘90 a queste droghe tradizionali si sono affiancate decine e decine di nuove sostanze psicoattive, anch’esse in gran parte di origine vegetale. Si tratta di una nuova generazione di droghe, in cui miscele di specie aromatiche, spesso contenenti principi psicoattivi, con eventuale aggiunta di sostanze di sintesi, vengono offerte ai consumatori sotto forma di accattivanti prodotti alternativi: tisane, profumatori ambientali, pastiglie stimolanti, bevande energetiche, etc. In commercio, si trovano prodotti caffeinici (energy drinks, il cui consumo è spesso associato all'alcol), efedrinici (prodotti dimagranti o per migliorare le prestazioni atletiche), afrodisiaci, eco-drugs (semini hawaiani o messicani, khanna) ed “herbal ecstasy”, dove l’associazione di diversi estratti vegetali, ad alta concentrazione (dicitura 10X o 15X). potenzia l’azione dei singoli componenti della miscela. Nel corso degli ultimi anni queste nuove droghe si stanno diffondendo un po’ in tutti i paesi industrializzati, Italia compresa, soprattutto tra gli adolescenti e secondo alcune stime circa il 60% dei giovani le ha provate almeno una volta. Molti di questi stimolanti si possono acquistare liberamente online, o presso smart-shops e negozi etnici, diffusi in molte città europee e italiane. I giovani consumatori sono per lo più attratti dalla possibilità di potenziare le loro capacità cognitive (restare svegli e “attenti” per tutta la notte, durante la preparazione di esami scolastici) e si lasciano ingannare dall’idea della loro scarsa pericolosità, essendo pubblicizzati come “prodotti naturali”, perché a base di erbe. La loro reale composizione tuttavia non è nota e l'idea comunemente diffusa di associare “naturale=buono” risulta in questo caso particolarmente ingannevole e pericolosa per la salute. Recentemente, il problema è diventato ancora più grave a causa della frequente introduzione in queste miscele dei cannabinoidi di sintesi, che rendono tali prodotti analoghi alla Cannabis (marijuana), ma con effetti anche maggiori. Proprio per la loro pericolosità alcuni cannabinoidi sintetici sono stati recentemente inseriti nelle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope o sono stati soggetti ad ordinanze del Ministero della Salute, al fine di eliminarli rapidamente dal mercato. Tuttavia, man mano che un nuovo cannabinoide viene identificato e proibito, subito sono sintetizzati suoi analoghi, non tabellati e perciò legalmente commercializzabili, sempre con effetti psicoattivi dannosi alla salute. Sono infatti chiamate “Smart Drugs” ovvero “Droghe Furbe" perché non perseguite o non ancora perseguibili dalla legge e, pur promettendo di migliorare la performance psicofisica dell’individuo che li assume, nascondono gravi insidie per la salute, come disturbi del sonno, perdita di memoria e di peso (diminuzione dell'appetito), ansia e irritabilità, fenomeni di dipendenza e gravi intossicazioni, come evidenziato dai recenti casi di cronaca segnalati dal Centro antiveleni di Niguarda (www.LaRepubblica.it 4/5/2012 e 9/1/2012).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/809826
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