Esiste una struttura implicita nello sviluppo urbano di Genova, che nonostante i diversi modelli insediativi che l’hanno generata, è tuttora leggibile alle diverse scale tra il costruito e la morfologia del territorio, tra la viabilità come elemento d’impianto e le grandi funzioni urbane (le stazioni ferroviarie, il porto, i luoghi della produzione...), così come tra le tipologie edilizie e i diversi caratteri compositivo-formali degli edifici, delle pertinenze, degli spazi pubblici. In quest’ottica l’assetto urbano regolare ed ortogonale per il quartiere della Foce, proposto dal piano di ampliamento della città del 1877 e riconfermato successivamente in quello del 1934, appare come una delle possibili declinazioni, forse la più tradizionale e geometrica, del rapporto tra assialità longitudinali e trasversali. Obiettivo delle proposte progettuali descritte in questo saggio è costruire un nuovo repertorio semantico che, dalla scala del paesaggio a quella sello spazio urbano, sappia interpretare le relazioni tra mobilità, tempi, usi collettivi ed interessi privati.

GOA Foce

Sommariva E.
2012-01-01

Abstract

Esiste una struttura implicita nello sviluppo urbano di Genova, che nonostante i diversi modelli insediativi che l’hanno generata, è tuttora leggibile alle diverse scale tra il costruito e la morfologia del territorio, tra la viabilità come elemento d’impianto e le grandi funzioni urbane (le stazioni ferroviarie, il porto, i luoghi della produzione...), così come tra le tipologie edilizie e i diversi caratteri compositivo-formali degli edifici, delle pertinenze, degli spazi pubblici. In quest’ottica l’assetto urbano regolare ed ortogonale per il quartiere della Foce, proposto dal piano di ampliamento della città del 1877 e riconfermato successivamente in quello del 1934, appare come una delle possibili declinazioni, forse la più tradizionale e geometrica, del rapporto tra assialità longitudinali e trasversali. Obiettivo delle proposte progettuali descritte in questo saggio è costruire un nuovo repertorio semantico che, dalla scala del paesaggio a quella sello spazio urbano, sappia interpretare le relazioni tra mobilità, tempi, usi collettivi ed interessi privati.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/795016
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