Il quarantennio di sollevazioni e guerra civile che interessò la Corsica durante il medio Settecento è stato oggetto negli ultimi decenni di particolare attenzione, grazie soprattutto all’opera di studiosi còrsi, i quali, tranne alcune rilevanti eccezioni, si sono concentrati principalmente sull’ambito terrestre del conflitto – affrontato peraltro secondo un approccio prevalentemente “còrsocentrico” – relegando in posizione subordinata gli aspetti marittimi. L’importanza rivestita da tali aspetti emerge tuttavia dalla documentazione consolare genovese conservata nei fondi Archivio Segreto, Giunta di Marina e Conservatori del Mare dell’Archivio di Stato di Genova. Tale documentazione, unitamente a quella prodotta da alcuni organi del governo genovese, permette di analizzare il ruolo e le funzioni dell’apparato consolare della Repubblica in relazione sia all’ordinaria amministrazione sia alle emergenze dettate dalla congiuntura bellica, nonché la misura in cui i consoli stessi supportano le strategie del Serenissimo Governo e contribuiscono a determinarle. Mi riferisco in primo luogo alla raccolta di informazioni sui “maneggi” degli insorti, sui circuiti commerciali e sulle reti di relazioni e di compiacenze che costituivano il retroterra logistico della sollevazione còrsa e, infine, a partire dal 1760 – ovvero nell’ultima fase dell’insurrezione – sull’attività della flotta corsara armata per iniziativa di Pasquale Paoli. In secondo luogo, all’azione necessaria per contrastare sul piano diplomatico i ribelli e tutta quella vastissima costellazione di soggetti – principalmente napoletani, siciliani e toscani – ad essi collegati. Si tratta di una documentazione notevole – e per la maggior parte inedita – relativa ai consolati genovesi dei porti toscani, laziali, napoletani, siciliani, sardi e francesi del mar Ligure e del Tirreno, che permette di tracciare un quadro ampio e completo della loro azione nel corso del medio Settecento e di evidenziare, nello specifico, quali sono quelle funzioni e competenze particolarmente stimolate dalle esigenze connesse alla conduzione del conflitto

Informare, rappresentare e assistere. I consoli genovesi nel teatro marittimo ligure-tirrenico durante le guerre di Corsica (1729-1768)

BERI, EMILIANO
2013-01-01

Abstract

Il quarantennio di sollevazioni e guerra civile che interessò la Corsica durante il medio Settecento è stato oggetto negli ultimi decenni di particolare attenzione, grazie soprattutto all’opera di studiosi còrsi, i quali, tranne alcune rilevanti eccezioni, si sono concentrati principalmente sull’ambito terrestre del conflitto – affrontato peraltro secondo un approccio prevalentemente “còrsocentrico” – relegando in posizione subordinata gli aspetti marittimi. L’importanza rivestita da tali aspetti emerge tuttavia dalla documentazione consolare genovese conservata nei fondi Archivio Segreto, Giunta di Marina e Conservatori del Mare dell’Archivio di Stato di Genova. Tale documentazione, unitamente a quella prodotta da alcuni organi del governo genovese, permette di analizzare il ruolo e le funzioni dell’apparato consolare della Repubblica in relazione sia all’ordinaria amministrazione sia alle emergenze dettate dalla congiuntura bellica, nonché la misura in cui i consoli stessi supportano le strategie del Serenissimo Governo e contribuiscono a determinarle. Mi riferisco in primo luogo alla raccolta di informazioni sui “maneggi” degli insorti, sui circuiti commerciali e sulle reti di relazioni e di compiacenze che costituivano il retroterra logistico della sollevazione còrsa e, infine, a partire dal 1760 – ovvero nell’ultima fase dell’insurrezione – sull’attività della flotta corsara armata per iniziativa di Pasquale Paoli. In secondo luogo, all’azione necessaria per contrastare sul piano diplomatico i ribelli e tutta quella vastissima costellazione di soggetti – principalmente napoletani, siciliani e toscani – ad essi collegati. Si tratta di una documentazione notevole – e per la maggior parte inedita – relativa ai consolati genovesi dei porti toscani, laziali, napoletani, siciliani, sardi e francesi del mar Ligure e del Tirreno, che permette di tracciare un quadro ampio e completo della loro azione nel corso del medio Settecento e di evidenziare, nello specifico, quali sono quelle funzioni e competenze particolarmente stimolate dalle esigenze connesse alla conduzione del conflitto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/768216
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