Occorre, per potersi davvero aprire all’alterità, innanzitutto conoscere le proprie radici, gli occhiali con cui guardiamo il mondo: non solo l’eredità chiara, luminosa, consapevole ed eroica a cui ci hanno abituato i manuali, ma anche quella oscura, rimossa e dimenticata di cui ci hanno parlato, fra gli altri, Michel Foucault, Georges Devereux e Enzo Melandri. La prima tappa è dunque, ancora una volta, la Grecia, origine mitica di ogni indagine che richieda di “conoscere sé stessi”. I testi qui riuniti – firmati da Claudia Baracchi, Stefania Consigliere, Piero Coppo, Laura Faranda e Simona Paravagna – propongono un percorso “archeologico” nella Grecia del mito e della filosofia, dove si mescolano e convivono sapere logico e colpo d’occhio, religioni misteriche e geometria, dialettica e iniziazione, filosofia e pratiche estatiche; e dove la storia dei collettivi e dei loro invisibili, del loro scontrarsi e ricomporsi, ha lasciato tracce di lunga durata nei miti e nei dispositivi. Cosa, di ciò che raccogliamo sotto il nome “Grecia”, sopravvive fino a noi, e in quali forme? E cosa, invece, è andato talmente perduto da essere oggi solo a malapena riconoscibile?

Rizomi greci.

CONSIGLIERE, STEFANIA
2014-01-01

Abstract

Occorre, per potersi davvero aprire all’alterità, innanzitutto conoscere le proprie radici, gli occhiali con cui guardiamo il mondo: non solo l’eredità chiara, luminosa, consapevole ed eroica a cui ci hanno abituato i manuali, ma anche quella oscura, rimossa e dimenticata di cui ci hanno parlato, fra gli altri, Michel Foucault, Georges Devereux e Enzo Melandri. La prima tappa è dunque, ancora una volta, la Grecia, origine mitica di ogni indagine che richieda di “conoscere sé stessi”. I testi qui riuniti – firmati da Claudia Baracchi, Stefania Consigliere, Piero Coppo, Laura Faranda e Simona Paravagna – propongono un percorso “archeologico” nella Grecia del mito e della filosofia, dove si mescolano e convivono sapere logico e colpo d’occhio, religioni misteriche e geometria, dialettica e iniziazione, filosofia e pratiche estatiche; e dove la storia dei collettivi e dei loro invisibili, del loro scontrarsi e ricomporsi, ha lasciato tracce di lunga durata nei miti e nei dispositivi. Cosa, di ciò che raccogliamo sotto il nome “Grecia”, sopravvive fino a noi, e in quali forme? E cosa, invece, è andato talmente perduto da essere oggi solo a malapena riconoscibile?
2014
9788897206163
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/721786
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