Costruire un umano è l’opera – mai conclusa – di un intero mondo, un processo in cui le strutture biologiche si connettono con quelle culturali, le aspettative plasmano le facoltà, e la relazione con gli elementi del mondo che ci accoglie è costituiva del nostro modo di essere. Stefania Consigliere ci mostra questo processo attingendo a fonti disciplinari diverse, tenute insieme dallo “sguardo antropologico”. Ce lo racconta con un occhio all’evoluzione dei primati e agli intrecci genetici, e un occhio ai recenti sviluppi dell’antropologia medica e dell’etnopsichiatria, tenendo conto anche delle basi antropologiche della cosmovisione occidentale e delle questioni che sorgono nei fondamenti epistemologici delle scienze più strutturate. In un continuo viavai tra scienza e filosofia, tra antropologia biologica e antropologia culturale, anche il lettore non specificamente attrezzato è condotto a sperimentare lo spaesamento indotto dalla riflessione antropologica, quello che a volte coglie i viaggiatori e che non dipende tanto dalle distanze chilometriche, quanto dalla capacità di prendere distanza da ciò che siamo, dalla “normalità” del nostro mondo, dalle calcificazioni della nostra storia.

La costruzione di un umano.

CONSIGLIERE, STEFANIA
2014-01-01

Abstract

Costruire un umano è l’opera – mai conclusa – di un intero mondo, un processo in cui le strutture biologiche si connettono con quelle culturali, le aspettative plasmano le facoltà, e la relazione con gli elementi del mondo che ci accoglie è costituiva del nostro modo di essere. Stefania Consigliere ci mostra questo processo attingendo a fonti disciplinari diverse, tenute insieme dallo “sguardo antropologico”. Ce lo racconta con un occhio all’evoluzione dei primati e agli intrecci genetici, e un occhio ai recenti sviluppi dell’antropologia medica e dell’etnopsichiatria, tenendo conto anche delle basi antropologiche della cosmovisione occidentale e delle questioni che sorgono nei fondamenti epistemologici delle scienze più strutturate. In un continuo viavai tra scienza e filosofia, tra antropologia biologica e antropologia culturale, anche il lettore non specificamente attrezzato è condotto a sperimentare lo spaesamento indotto dalla riflessione antropologica, quello che a volte coglie i viaggiatori e che non dipende tanto dalle distanze chilometriche, quanto dalla capacità di prendere distanza da ciò che siamo, dalla “normalità” del nostro mondo, dalle calcificazioni della nostra storia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/721785
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