Salvia cinnabarina M. Martens e Galeotti è una specie americana classificata nel subgenere Calosphace, sezione Incarnatae [10]. In un precedente lavoro era stato riportato uno studio sull’olio essenziale di questa pianta [11] e l’isolamento di un diterpene secoisopimaranico 1 (acido 3,4-secoisopimara-4(18),7,15-trien-3-oico) [12] dall’essudato ottenuto mediante immersione delle parti aeree della pianta in cloruro di metilene per 20 secondi. I valori inibitori IC50 (g/ml) di 1 (salificato con una quantità equivalente di idrossido di sodio) sulle contrazioni del muscolo longitudinale indotte da istamina (3 x 10-7 M), acetilcolina (10-8 M), e cloruro di bario (10-4 M) erano rispettivamente 2.7 (limite di confidenza: 1.13-6.4, n = 6) per l’istamina, 5.3 (c.l.: 2.6-11.0, n = 6) per l’acetilcolina e 1.5 (c.l.: 0.3-6.5, n = 6) per il cloruro di bario. Le IC50 (g/ml) per la papaverina, usata come composto di riferimento, erano 3.4 (c.l.: 1.2-4.5, n = 6) per l’ istamina, 3.8 (c.l.: 2.1-5.0, n = 6) per l’ acetilcolina e 3.0 (c.l.: 1.8-4.2, n = 6) per il cloruro di bario. I dati ottenuti in questo studio farmacologico avevano mostrato che il composto 1 era attivo con una IC50 paragonabile a quella ottenuta con papaverina con una attività spasmolitica non specifica poiché blocca in maniera non selettiva le contrazioni indotte da tutti gli agonisti utilizzati. Per poter procedere alla sperimentazione in vivo si è cercato di ottenere ulteriori quantità di sostaza non solo dall’essudato, ma anche eventualmente dalla matrice botanica rimante dopo il dilavamento con cloruro di metilene delle parti aeree fresche. A tale scopo si è eseguita su tale residuo una estrazione con tetracloruro di carbonio. L’estratto così ottenuto evidenziava al controllo con cromatografia su strato sottile la presenza di notevoli quantità del composto 1: ciò dimostrava che la pianta accumula questa sostanza all’interno e opera solo una secrezione parziale. L’estratto è stato sottoposto a ripartizioni tra solventi e indi ad una serie di cromatografie su colonne di Sephadex LH-20 e gel di silice in modo da isolare il composto puro. Per aver una migliore biodisponibilità si è preparato il sale sodico. Siccome molti dei composti presenti nell’essudato delle Salvie vengono prodotti dalla pianta per difendersi dall’attacco di microorganismi o da predatori e quindi posseggono attività antimicrobiche o insetto-repellente “antifeedant”, è stato iniziato presso il Dipartimento di Farmacologia Sperimentale dell’Università di Napoli, uno studio su eventuali attività antimicrobiche del composto 1. I primi risultati hanno mostrato una buona attività su batteri gram-positivi. Estrazione ed isolamento. Circa 3.4 Kg di parti aeree fresche di S. cinnabarina sono state private dell’essudato mediante estrazione con cloruro di metilene. La matrice residua estratta con tetracloruro di carbonio ha dato un residuo di circa 60g, che, sottoposto alle separazioni cromatografiche dette in precedenza, ha fornito in totale circa 4 g di 1 abbastanza puro. Il sale sodico è stato ottenuto tramite neutralizzazione con quantità stechiometrica di NaOH in soluzione metanolica. Tale sale è attualmente impiegato per la sperimentazione in vivo.
Ottimizzazione dell’estrazione di un diterpene ad attività antispasmodica da Salvia cinnabarina Martens et Galeotti.
ROMUSSI, GIOVANNI;BISIO, ANGELA;
2002-01-01
Abstract
Salvia cinnabarina M. Martens e Galeotti è una specie americana classificata nel subgenere Calosphace, sezione Incarnatae [10]. In un precedente lavoro era stato riportato uno studio sull’olio essenziale di questa pianta [11] e l’isolamento di un diterpene secoisopimaranico 1 (acido 3,4-secoisopimara-4(18),7,15-trien-3-oico) [12] dall’essudato ottenuto mediante immersione delle parti aeree della pianta in cloruro di metilene per 20 secondi. I valori inibitori IC50 (g/ml) di 1 (salificato con una quantità equivalente di idrossido di sodio) sulle contrazioni del muscolo longitudinale indotte da istamina (3 x 10-7 M), acetilcolina (10-8 M), e cloruro di bario (10-4 M) erano rispettivamente 2.7 (limite di confidenza: 1.13-6.4, n = 6) per l’istamina, 5.3 (c.l.: 2.6-11.0, n = 6) per l’acetilcolina e 1.5 (c.l.: 0.3-6.5, n = 6) per il cloruro di bario. Le IC50 (g/ml) per la papaverina, usata come composto di riferimento, erano 3.4 (c.l.: 1.2-4.5, n = 6) per l’ istamina, 3.8 (c.l.: 2.1-5.0, n = 6) per l’ acetilcolina e 3.0 (c.l.: 1.8-4.2, n = 6) per il cloruro di bario. I dati ottenuti in questo studio farmacologico avevano mostrato che il composto 1 era attivo con una IC50 paragonabile a quella ottenuta con papaverina con una attività spasmolitica non specifica poiché blocca in maniera non selettiva le contrazioni indotte da tutti gli agonisti utilizzati. Per poter procedere alla sperimentazione in vivo si è cercato di ottenere ulteriori quantità di sostaza non solo dall’essudato, ma anche eventualmente dalla matrice botanica rimante dopo il dilavamento con cloruro di metilene delle parti aeree fresche. A tale scopo si è eseguita su tale residuo una estrazione con tetracloruro di carbonio. L’estratto così ottenuto evidenziava al controllo con cromatografia su strato sottile la presenza di notevoli quantità del composto 1: ciò dimostrava che la pianta accumula questa sostanza all’interno e opera solo una secrezione parziale. L’estratto è stato sottoposto a ripartizioni tra solventi e indi ad una serie di cromatografie su colonne di Sephadex LH-20 e gel di silice in modo da isolare il composto puro. Per aver una migliore biodisponibilità si è preparato il sale sodico. Siccome molti dei composti presenti nell’essudato delle Salvie vengono prodotti dalla pianta per difendersi dall’attacco di microorganismi o da predatori e quindi posseggono attività antimicrobiche o insetto-repellente “antifeedant”, è stato iniziato presso il Dipartimento di Farmacologia Sperimentale dell’Università di Napoli, uno studio su eventuali attività antimicrobiche del composto 1. I primi risultati hanno mostrato una buona attività su batteri gram-positivi. Estrazione ed isolamento. Circa 3.4 Kg di parti aeree fresche di S. cinnabarina sono state private dell’essudato mediante estrazione con cloruro di metilene. La matrice residua estratta con tetracloruro di carbonio ha dato un residuo di circa 60g, che, sottoposto alle separazioni cromatografiche dette in precedenza, ha fornito in totale circa 4 g di 1 abbastanza puro. Il sale sodico è stato ottenuto tramite neutralizzazione con quantità stechiometrica di NaOH in soluzione metanolica. Tale sale è attualmente impiegato per la sperimentazione in vivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.