ABSTRACT ITALIANO «Altri mondi sono possibili» perché altri mondi sono già reali. Il grido dell'ultima grande stagione di lotte politiche in Occidente, col suo richiamo a ciò che ancora non c'è e che si desidera, si salda alla presenza sul pianeta di altri «mondi umani», altri modi di vivere, pensare, esplorare, conoscere, amare, curare e essere presenti che oggi, a valle di un secolo e mezzo di crisi della modernità, non possiamo più permetterci di ignorare o di squalificare. L'impianto argomentativo di questo testo parte dalla doppia crisi del Novecento e dal nostro rapporto con l'eredità che il secolo scorso ci ha lasciato, e che non abbiamo mai davvero accolto. Poi, attraverso un doppio movimento di scavo archeologico e di sguardo antropologico, ricerca i fondamenti del nostro modo di stare al mondo con l'intento di trovare, all'interno dell'Occidente e della sua tradizione etica e conoscitiva, una pista che permetta di affacciarsi sulle altre tradizioni etiche e conoscitive esistenti sul pianeta, frutto di altre premesse, di altre storie e di altre forme di vita; e di cominciare a lavorare ciò che le separa senza farsi prendere né da un'ingenua furia universalista, né dalla paura di cadere nel vuoto. ENGLISH ABSTRACT «Other worlds are possible» because other worlds are already real. With its appeal to what is not yet present, the cry heard during the last season of political struggle in the Western world links up with the existence of other human worlds on the planet: other ways of living, thinking, exploring, knowing, loving, taking care and being present that today, after 150 years of cultural crisis within our "modern tradition", we cannot afford neither to ignore, nor to dismiss. This texts starts from the 20th century double foundational crisis (crisis in the foundation of science and crisis in the foundations of ethics) and from our odd relation with the legacy that the last century has left us, and that we have never truly accepted. It then searches the foundations of our Western form of life through a double movement of archaeological digging (following Foucault and Melandri) and of anthropological overview. Its aim is to find, within the Western tradition, a track that may allow us to look at other traditions – resulting from different premises, different histories and different forms of life; and to approach their reciprocal distance without being caught neither by a naive universalistic fury, nor by the fear of losing ground.

Antropo-logiche. Mondi e modi dell'umano.

CONSIGLIERE, STEFANIA
2014-01-01

Abstract

ABSTRACT ITALIANO «Altri mondi sono possibili» perché altri mondi sono già reali. Il grido dell'ultima grande stagione di lotte politiche in Occidente, col suo richiamo a ciò che ancora non c'è e che si desidera, si salda alla presenza sul pianeta di altri «mondi umani», altri modi di vivere, pensare, esplorare, conoscere, amare, curare e essere presenti che oggi, a valle di un secolo e mezzo di crisi della modernità, non possiamo più permetterci di ignorare o di squalificare. L'impianto argomentativo di questo testo parte dalla doppia crisi del Novecento e dal nostro rapporto con l'eredità che il secolo scorso ci ha lasciato, e che non abbiamo mai davvero accolto. Poi, attraverso un doppio movimento di scavo archeologico e di sguardo antropologico, ricerca i fondamenti del nostro modo di stare al mondo con l'intento di trovare, all'interno dell'Occidente e della sua tradizione etica e conoscitiva, una pista che permetta di affacciarsi sulle altre tradizioni etiche e conoscitive esistenti sul pianeta, frutto di altre premesse, di altre storie e di altre forme di vita; e di cominciare a lavorare ciò che le separa senza farsi prendere né da un'ingenua furia universalista, né dalla paura di cadere nel vuoto. ENGLISH ABSTRACT «Other worlds are possible» because other worlds are already real. With its appeal to what is not yet present, the cry heard during the last season of political struggle in the Western world links up with the existence of other human worlds on the planet: other ways of living, thinking, exploring, knowing, loving, taking care and being present that today, after 150 years of cultural crisis within our "modern tradition", we cannot afford neither to ignore, nor to dismiss. This texts starts from the 20th century double foundational crisis (crisis in the foundation of science and crisis in the foundations of ethics) and from our odd relation with the legacy that the last century has left us, and that we have never truly accepted. It then searches the foundations of our Western form of life through a double movement of archaeological digging (following Foucault and Melandri) and of anthropological overview. Its aim is to find, within the Western tradition, a track that may allow us to look at other traditions – resulting from different premises, different histories and different forms of life; and to approach their reciprocal distance without being caught neither by a naive universalistic fury, nor by the fear of losing ground.
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