The research develops a Cultural Geography analysis, from the basis of F. Boas (1885) and C.O. Sauer (1925-1931) to arrive to the theories of P. Claval (1995) and L. Bonesio (1997). Contents: the “areale” concept;, geographic diffusion of Italian Architecture in Brazil (Nordeste: Pernambuco, Bahia) through Portuguese and Netherlandish colonization (XVI-XVII centuries) L’età del primo ciclo economico brasiliano, legato alla monocultura della canna da zucchero, comprende i primi due secoli di storia della colonizzazione di quell’immenso territorio, del quale le capitanerie del Nordeste (Pernambuco e Bahia) costituivano il cuore istituzionale, produttivo e culturale, centrato sulle due polarità di San Salvador e di Olinda-Recife. L’opera di colonizzazione svolta dal Portogallo – e dai Paesi Bassi pur nel breve corso del suo tentativo di insediamento – fu centrata – per quanto riguarda i modelli di antropizzazione del territorio – su riferimenti che facevano diretto riferimento alla cultura architettonica italiana. Pertanto è possibile riscontrare, entro un processo di adattamento dei modelli stessi tanto ai criteri lusitani quanto a quelli del nuovo ambito di colonizzazione, una numerosa serie di addentellati fra le opere architettoniche lì realizzate e codici normativi dei vari centri di cultura italiana. Anche l’esperienza olandese a Recife, peraltro, si fondò sull’elaborazione di schemi di ascendenza palladiana. Il quadro che ne deriva è quello di un’intensa e continuativa opera di diffusione – indiretta, tramite modelli e repertori grazie ai religiosi dei vari ordini operanti nella colonia, e diretta, per il tramite di architetti provenienti dagli stati italiani – delle culture architettoniche italiane, con particolare riguardo a quella tosco-romana e a quella veneziana. Lo studio è stato condotto secondo tre canali di ricerca: le fonti originali, la raccolta della bibliografia – soprattutto quelle lusitana, brasiliana e olandese – e l’analisi approfondita e diretta dei monumenti prescelti per lo studio, come attestato dall’ampio corredo iconografico, che – con valenza non solo illustrativa ma anche ermeneutica – è stato in gran parte prodotto autonomamente dall’autore.

Rotte atlantiche dell'architettura italiana. Il Nordeste al tempo dell'egemonia dello zucchero brasiliano (1549-1676)

SPESSO, MARCO
2010-01-01

Abstract

The research develops a Cultural Geography analysis, from the basis of F. Boas (1885) and C.O. Sauer (1925-1931) to arrive to the theories of P. Claval (1995) and L. Bonesio (1997). Contents: the “areale” concept;, geographic diffusion of Italian Architecture in Brazil (Nordeste: Pernambuco, Bahia) through Portuguese and Netherlandish colonization (XVI-XVII centuries) L’età del primo ciclo economico brasiliano, legato alla monocultura della canna da zucchero, comprende i primi due secoli di storia della colonizzazione di quell’immenso territorio, del quale le capitanerie del Nordeste (Pernambuco e Bahia) costituivano il cuore istituzionale, produttivo e culturale, centrato sulle due polarità di San Salvador e di Olinda-Recife. L’opera di colonizzazione svolta dal Portogallo – e dai Paesi Bassi pur nel breve corso del suo tentativo di insediamento – fu centrata – per quanto riguarda i modelli di antropizzazione del territorio – su riferimenti che facevano diretto riferimento alla cultura architettonica italiana. Pertanto è possibile riscontrare, entro un processo di adattamento dei modelli stessi tanto ai criteri lusitani quanto a quelli del nuovo ambito di colonizzazione, una numerosa serie di addentellati fra le opere architettoniche lì realizzate e codici normativi dei vari centri di cultura italiana. Anche l’esperienza olandese a Recife, peraltro, si fondò sull’elaborazione di schemi di ascendenza palladiana. Il quadro che ne deriva è quello di un’intensa e continuativa opera di diffusione – indiretta, tramite modelli e repertori grazie ai religiosi dei vari ordini operanti nella colonia, e diretta, per il tramite di architetti provenienti dagli stati italiani – delle culture architettoniche italiane, con particolare riguardo a quella tosco-romana e a quella veneziana. Lo studio è stato condotto secondo tre canali di ricerca: le fonti originali, la raccolta della bibliografia – soprattutto quelle lusitana, brasiliana e olandese – e l’analisi approfondita e diretta dei monumenti prescelti per lo studio, come attestato dall’ampio corredo iconografico, che – con valenza non solo illustrativa ma anche ermeneutica – è stato in gran parte prodotto autonomamente dall’autore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/256864
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