La produzione testuale di Carlo Botta (1766-1837), storico e patriota, si modifica nel tempo per scelte di genere testuale e di forme di scrittura in relazione agli eventi e alle condizioni della sua biografia personale, culturale, politica. La storiografia come genere di scrittura “epica” è scelta per diverse ragioni storiche e culturali, tra cui la ricettività sociale del genere “storia”, pensato come un genere letterario anziché scientifico. Inoltre l’ampia libertà di manovra nelle scelte retoriche, stilistiche e lessicali gli permette di creare una forma di scrittura pensata come intervento politico e culturale in quanto “lingua patria” nuova contrapposta a quella delle scuole letterarie e filosofiche dell’illuminismo e del romanticismo. Tuttavia il sistema di pensiero cui Botta si appoggia in queste sue scelte è in realtà quello illuminista per i presupposti filosofici implicitamente assunti e per la concezione della lingua. In particolare si mostra Botta si appoggia sul sistema filosofico degli Idéologues, prosecutori degli illuministi nella Francia rivoluzionaria, di cui è imbevuto il suo sistema di riferimento teorico, a partire dai principi medici e fisiologici (Botta si era formato come medico prima di diventare scrittore), e che si riflette negli esiti ultimi della sua scrittura che lo conducono verso l’etnologia e l’etnografia, scienze frutto a fine ‘700 della cultura illuminista e idéologique francese.

"Botta filosofo inconsapevole dei Lumi: la vocazione etnografica e la chiamata alla storia"

PELLEREY, ROBERTO
2010-01-01

Abstract

La produzione testuale di Carlo Botta (1766-1837), storico e patriota, si modifica nel tempo per scelte di genere testuale e di forme di scrittura in relazione agli eventi e alle condizioni della sua biografia personale, culturale, politica. La storiografia come genere di scrittura “epica” è scelta per diverse ragioni storiche e culturali, tra cui la ricettività sociale del genere “storia”, pensato come un genere letterario anziché scientifico. Inoltre l’ampia libertà di manovra nelle scelte retoriche, stilistiche e lessicali gli permette di creare una forma di scrittura pensata come intervento politico e culturale in quanto “lingua patria” nuova contrapposta a quella delle scuole letterarie e filosofiche dell’illuminismo e del romanticismo. Tuttavia il sistema di pensiero cui Botta si appoggia in queste sue scelte è in realtà quello illuminista per i presupposti filosofici implicitamente assunti e per la concezione della lingua. In particolare si mostra Botta si appoggia sul sistema filosofico degli Idéologues, prosecutori degli illuministi nella Francia rivoluzionaria, di cui è imbevuto il suo sistema di riferimento teorico, a partire dai principi medici e fisiologici (Botta si era formato come medico prima di diventare scrittore), e che si riflette negli esiti ultimi della sua scrittura che lo conducono verso l’etnologia e l’etnografia, scienze frutto a fine ‘700 della cultura illuminista e idéologique francese.
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