Il presente lavoro affronta lo studio di una metodologia sperimentale che possa essere applicata al monitoraggio a breve e lungo termine di alvei fluviali. Nell’ambito dell’idraulica fluviale infatti, la capacità di predizione dell’evoluzione nel tempo di un corso d’acqua riveste un ruolo fondamentale nella gestione sostenibile della risorsa che esso rappresenta e nella mitigazione del rischio di piena. Un alveo intrecciato è caratterizzato da un sistema multi-canale che si sviluppa in piane alluvionali dando luogo a continue biforcazioni seguite da successive confluenze, e che subisce rilevanti modifiche al passaggio di piene anche di moderata intensità. Questa forte mobilità rende opportuno un monitoraggio frequente nel tempo per prevenire eventuali problemi a manufatti quali protezioni spondali, ponti e infrastrutture tecnologiche quali tubazioni sommerse. Obiettivo del lavoro è ottimizzare il rilevamento di un tratto di alveo di estensione sufficientemente limitata da richiedere il rilievo a terra, per l’acquisizione dei dati necessari alla ricostruzione del Modello Digitale del Terreno (DTM). Si noti che differenti tecniche di rilevamento quali la fotogrammetria e il laser, oltre ad avere costi non ottimali per rilievi di superfici limitate, hanno l’evidente svantaggio di non restituire informazioni riguardo alle zone sommerse. L’occasione della progettazione di un monitoraggio di un tratto del torrente Borbera (Al) ha portato ad affrontare lo studio delle problematiche legate all’interpolazione, cercando una strategia per ridurre il numero di punti da rilevare in campagna, individuando metodi di interpolazione, strutture di dati e dislocazioni ottimali al fine di riprodurre le forme principali di superfici così complesse. A tal fine sono stati utilizzati un DTM sintetico ed uno reale, rappresentanti un breve tratto di un alveo intrecciato, dai quali sono state estratte diverse distribuzioni di punti per simulare l'acquisizione delle osservazioni in campagna. Si è poi proceduto all’interpolazione per mezzo di tre diversi metodi presenti nel GIS open source GRASS. Dal confronto tra i DTM ottenuti mediante interpolazione e quelli iniziali, sono state individuate indicazioni utili per la produzione di modelli digitali del terreno che bene descrivano la morfologia di un alveo intrecciato con il minor dispendio di energia possibile.
DTM e interpolazioni in GRASS: applicazione ad un alveo intrecciato
FEDERICI, BIANCA;SGUERSO, DOMENICO
2005-01-01
Abstract
Il presente lavoro affronta lo studio di una metodologia sperimentale che possa essere applicata al monitoraggio a breve e lungo termine di alvei fluviali. Nell’ambito dell’idraulica fluviale infatti, la capacità di predizione dell’evoluzione nel tempo di un corso d’acqua riveste un ruolo fondamentale nella gestione sostenibile della risorsa che esso rappresenta e nella mitigazione del rischio di piena. Un alveo intrecciato è caratterizzato da un sistema multi-canale che si sviluppa in piane alluvionali dando luogo a continue biforcazioni seguite da successive confluenze, e che subisce rilevanti modifiche al passaggio di piene anche di moderata intensità. Questa forte mobilità rende opportuno un monitoraggio frequente nel tempo per prevenire eventuali problemi a manufatti quali protezioni spondali, ponti e infrastrutture tecnologiche quali tubazioni sommerse. Obiettivo del lavoro è ottimizzare il rilevamento di un tratto di alveo di estensione sufficientemente limitata da richiedere il rilievo a terra, per l’acquisizione dei dati necessari alla ricostruzione del Modello Digitale del Terreno (DTM). Si noti che differenti tecniche di rilevamento quali la fotogrammetria e il laser, oltre ad avere costi non ottimali per rilievi di superfici limitate, hanno l’evidente svantaggio di non restituire informazioni riguardo alle zone sommerse. L’occasione della progettazione di un monitoraggio di un tratto del torrente Borbera (Al) ha portato ad affrontare lo studio delle problematiche legate all’interpolazione, cercando una strategia per ridurre il numero di punti da rilevare in campagna, individuando metodi di interpolazione, strutture di dati e dislocazioni ottimali al fine di riprodurre le forme principali di superfici così complesse. A tal fine sono stati utilizzati un DTM sintetico ed uno reale, rappresentanti un breve tratto di un alveo intrecciato, dai quali sono state estratte diverse distribuzioni di punti per simulare l'acquisizione delle osservazioni in campagna. Si è poi proceduto all’interpolazione per mezzo di tre diversi metodi presenti nel GIS open source GRASS. Dal confronto tra i DTM ottenuti mediante interpolazione e quelli iniziali, sono state individuate indicazioni utili per la produzione di modelli digitali del terreno che bene descrivano la morfologia di un alveo intrecciato con il minor dispendio di energia possibile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.