Irrazionali, emotive e passive, parlano e amano troppo, sono fedeli, disponibili al contatto umano, adatte ai compiti di cura ma non a quelli dirigenziali, non sono oggettive, non amano la matematica. Questi sono alcuni dei luoghi comuni e dei pregiudizi tipici della nostra società, impiegati per esprimere l’idea che le donne hanno attitudini diverse, e che pensano e agiscono in modo differente, dove diversità è spesso sinonimo di inferiorità. La donna, insomma, in quanto incarnazione della soggettività, non può conoscere e non può essere conosciuta. Partendo da tra prospettive – l’identità personale, i rapporti dell’io con gli altri, il confronto dell’io col mondo esterno – nel volume si dipanano diversi percorsi e scoperte, argomentati rigorosamente, alla luce di una domanda complessa: è possibile definire il concetto di “donna”, oppure ogni definizione contiene in sé una normatività di matrice negativa – in ogni caso, una normatività che erroneamente presuppone, senza giustificazione, tesi essenzialiste. Le argomentazioni che si intrecciano nel volume restituiscono donne in tutta la loro individualità, donne lontane da stereotipi che risultano alla fine comodi alibi. Argomentazioni che fissano la centralità di discipline che vanno dall’ontologia all’etica, dalla filosofia del linguaggio alla filosofia della scienza, dall’epistemologia alla teoria della conoscenza. Il volume ha riscosso un buon successo e ricevuto ottime recensioni, contribuendo a mostrare quanto le diverse discipline risultino necessarie all’analisi dei tanti problemi sollevati dal concetto “donna”.

Donna m'apparve

VASSALLO, NICLA
2009-01-01

Abstract

Irrazionali, emotive e passive, parlano e amano troppo, sono fedeli, disponibili al contatto umano, adatte ai compiti di cura ma non a quelli dirigenziali, non sono oggettive, non amano la matematica. Questi sono alcuni dei luoghi comuni e dei pregiudizi tipici della nostra società, impiegati per esprimere l’idea che le donne hanno attitudini diverse, e che pensano e agiscono in modo differente, dove diversità è spesso sinonimo di inferiorità. La donna, insomma, in quanto incarnazione della soggettività, non può conoscere e non può essere conosciuta. Partendo da tra prospettive – l’identità personale, i rapporti dell’io con gli altri, il confronto dell’io col mondo esterno – nel volume si dipanano diversi percorsi e scoperte, argomentati rigorosamente, alla luce di una domanda complessa: è possibile definire il concetto di “donna”, oppure ogni definizione contiene in sé una normatività di matrice negativa – in ogni caso, una normatività che erroneamente presuppone, senza giustificazione, tesi essenzialiste. Le argomentazioni che si intrecciano nel volume restituiscono donne in tutta la loro individualità, donne lontane da stereotipi che risultano alla fine comodi alibi. Argomentazioni che fissano la centralità di discipline che vanno dall’ontologia all’etica, dalla filosofia del linguaggio alla filosofia della scienza, dall’epistemologia alla teoria della conoscenza. Il volume ha riscosso un buon successo e ricevuto ottime recensioni, contribuendo a mostrare quanto le diverse discipline risultino necessarie all’analisi dei tanti problemi sollevati dal concetto “donna”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/243176
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