“Dio-oggetto” secondo la nota definizione Marc Augé, il feticcio africano è un oggetto paradossale, che sfugge e provoca. In quanto espressione di un’alterità assoluta, il feticcio trova una eco nelle descrizioni dell’Africa ed è diventato l’oggetto-simbolo del “continente nero”. Fino dai primi contatti Europa-Africa l’oggetto feticcio ha esercitato una fascinazione/repulsione sull’Europa, ed è a lungo servito da discrimine tra i “primitivi” e noi, gli occidentali “evoluti”. Onnipresenti nelle case, nei villaggi e nei campi dei paesi che si affacciano sul golfo di Benin, i feticci dalle forme vagamente antropomorfe, come quelli évhé-ouatchi del Togo, sono oggetti-forza supporto di potenze ambivalenti. Nella loro estetica improntata all’enigmaticità e alla materialità danno un volto al disordine, nel tentativo di dominarlo attraverso la rappresentazione e il rituale. In un universo concepito come un labirinto, dove una forza ne nasconde un’altra, rispondono in primo luogo all’esigenza di comunicare con le indecifrabili potenze della brousse, di controllare l’incontrollabile.
Evhé-Ouatchi. Une esthétique du désordre
PARODI, MARIA GIOVANNA
2004-01-01
Abstract
“Dio-oggetto” secondo la nota definizione Marc Augé, il feticcio africano è un oggetto paradossale, che sfugge e provoca. In quanto espressione di un’alterità assoluta, il feticcio trova una eco nelle descrizioni dell’Africa ed è diventato l’oggetto-simbolo del “continente nero”. Fino dai primi contatti Europa-Africa l’oggetto feticcio ha esercitato una fascinazione/repulsione sull’Europa, ed è a lungo servito da discrimine tra i “primitivi” e noi, gli occidentali “evoluti”. Onnipresenti nelle case, nei villaggi e nei campi dei paesi che si affacciano sul golfo di Benin, i feticci dalle forme vagamente antropomorfe, come quelli évhé-ouatchi del Togo, sono oggetti-forza supporto di potenze ambivalenti. Nella loro estetica improntata all’enigmaticità e alla materialità danno un volto al disordine, nel tentativo di dominarlo attraverso la rappresentazione e il rituale. In un universo concepito come un labirinto, dove una forza ne nasconde un’altra, rispondono in primo luogo all’esigenza di comunicare con le indecifrabili potenze della brousse, di controllare l’incontrollabile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.