La separazione consensuale, si è osservato, costituisce il momento più alto di “negozialità” nel diritto di famiglia. La semplice volontà non basta, tuttavia, a modificare lo status coniugale, essendo sempre necessaria l’omologazione del giudice. Analizzare la disciplina della separazione consensuale – come fa il presente saggio – significa individuare il punto di equilibrio tra diritti individuali ed intervento pubblico, verificare gli spazi riservati all’autonomia privata, i rapporti tra regole di diritto comune delle obbligazioni e dei contratti e regole speciali di natura giusfamiliare. Muovendo dalla ricognizione storica dell’istituto, il saggio discute la natura dell’accordo nei suoi rapporti con l’omologazione. Al riguardo pare opportuno distinguere tra accordo di separazione in senso stretto (la decisione di separarsi) ed ulteriori accordi intesi a definire le diverse questioni inerenti ai rapporti tra coniugi e tra genitori e figli, dato che l’omologazione svolge una diversa funzione riguardo al primo, costituendo condizione per la sua efficacia, in vista del mutamento di status, e riguardo ai secondi, per i quali opera in funzione di controllo preventivo. Dell’accordo di separazione vengono affrontate le diverse questioni inerenti alla sua revoca, agli eventuali vizi della volontà, incapacità, simulazione. Quanto agli accordi a contenuto patrimoniale, se ne indaga la natura, la causa, la forma, i contenuti. Ed in particolare vengono discussi i patti non omologati; l’attribuzione una tantum; i patti traslativi; i patti in vista del divorzio. Ciascuno di questi argomenti viene discusso tenendo presenti gli orientamenti della dottrina e gli indirizzi giurisprudenziali, individuandone le criticità e proponendo soluzioni originali.

La separazione consensuale, commento all’art. 158

FERRANDO, GILDA
2010-01-01

Abstract

La separazione consensuale, si è osservato, costituisce il momento più alto di “negozialità” nel diritto di famiglia. La semplice volontà non basta, tuttavia, a modificare lo status coniugale, essendo sempre necessaria l’omologazione del giudice. Analizzare la disciplina della separazione consensuale – come fa il presente saggio – significa individuare il punto di equilibrio tra diritti individuali ed intervento pubblico, verificare gli spazi riservati all’autonomia privata, i rapporti tra regole di diritto comune delle obbligazioni e dei contratti e regole speciali di natura giusfamiliare. Muovendo dalla ricognizione storica dell’istituto, il saggio discute la natura dell’accordo nei suoi rapporti con l’omologazione. Al riguardo pare opportuno distinguere tra accordo di separazione in senso stretto (la decisione di separarsi) ed ulteriori accordi intesi a definire le diverse questioni inerenti ai rapporti tra coniugi e tra genitori e figli, dato che l’omologazione svolge una diversa funzione riguardo al primo, costituendo condizione per la sua efficacia, in vista del mutamento di status, e riguardo ai secondi, per i quali opera in funzione di controllo preventivo. Dell’accordo di separazione vengono affrontate le diverse questioni inerenti alla sua revoca, agli eventuali vizi della volontà, incapacità, simulazione. Quanto agli accordi a contenuto patrimoniale, se ne indaga la natura, la causa, la forma, i contenuti. Ed in particolare vengono discussi i patti non omologati; l’attribuzione una tantum; i patti traslativi; i patti in vista del divorzio. Ciascuno di questi argomenti viene discusso tenendo presenti gli orientamenti della dottrina e gli indirizzi giurisprudenziali, individuandone le criticità e proponendo soluzioni originali.
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