"Theudisko Stamnakunthi(n)" is the Proto-Germanic reconstruction of "Deutsche Stammeskunde", with "deutsch" in Jacob Grimm’s sense of "Germanic". An introduction in Italian makes a distinction between texts in reconstructed languages (Proto-Indo-European, Proto-Germanic) and textual reconstructions on the basis of later evidence in other languages (e.g. reconstructions of Aeolic Greek, Gothic, or Langobardic lost texts). The bulk of the paper contains a selection of passages from Tacitus’ Germania, their translation into a Proto-Germanic stage of High German, and the latter’s transliteration into Runic script. Quite surprisingly, a number of formal peculiarities, such as alliterations, homophonies, figurae etymologicae, emerges in the Proto-Germanic reconstruction. A Proto-Germanic catalogical composition is therefore conceivable as a possible source, at least through the intermediation of military reports, for Tacitus’ Germania, beside Greek and Latin geographers, ethnographers, and historians. Two ethnographic maps of Ancient Germany and Gaul and a geographical description of Gaulish tribes in reconstructed Gaulish close the paper. / "Theudisko Stamnakunthi(n)" equivale a "Deutsche Stammeskunde" (con "deutsch" nell’accezione di "germanico" secondo l’uso difeso da Jacob Grimm); dopo una rassegna di testi in lingue ricostruite (indoeuropeo preistorico, proto-germanico) e testi ricostruiti (eolici, gotici, longobardi) da attestazioni in altra lingua, si propone una "traduzione" in protogermanico (impaginata a tre livelli: in basso il testo latino, al centro la versione protogermanica ricostruita - con tutte le necessarie indicazioni fonologiche e grassettatura delle allitterazioni - e in alto la stessa in grafia runica) dei passi della Germania di Tacito che riportano i nomi delle popolazioni germaniche antiche e, sulla base delle sorprendenti peculiarità formali che ne risultano (allitterazioni, omofonie, figure etimologiche), si ipotizza che, tra le fonti dirette o indirette dell’opera latina, sia realmente esistito un testo germanico di argomento catalogico-etnografico. Evidentemente si tratta di una tesi ambiziosa e si potrebbe prestare alla tentazione di richiami a una tradizione culturale risalente almeno alla "riscoperta" umanistica di Tacito da parte degli intellettuali tedeschi; d’altra parte, non si può negare che i materiali addotti - seppur con commenti molto concisi, per i limiti di spazio limitato - sono numerosi e le coincidenze fanno riflettere. L’articolo è corredato da due carte etnografiche (della Germania e della Gallia antiche) e una descrizione dei popoli della Gallia (pre)romana in gallico ricostruito (in omaggio a un filone "ossianico" di studî comparativo-ricostruttivi celto-germanici reimpostati in prospettiva indoeuropeistica).

*Theudisko Stamnakunthi(n)

BORGHI, GUIDO GIOVANNI
2007-01-01

Abstract

"Theudisko Stamnakunthi(n)" is the Proto-Germanic reconstruction of "Deutsche Stammeskunde", with "deutsch" in Jacob Grimm’s sense of "Germanic". An introduction in Italian makes a distinction between texts in reconstructed languages (Proto-Indo-European, Proto-Germanic) and textual reconstructions on the basis of later evidence in other languages (e.g. reconstructions of Aeolic Greek, Gothic, or Langobardic lost texts). The bulk of the paper contains a selection of passages from Tacitus’ Germania, their translation into a Proto-Germanic stage of High German, and the latter’s transliteration into Runic script. Quite surprisingly, a number of formal peculiarities, such as alliterations, homophonies, figurae etymologicae, emerges in the Proto-Germanic reconstruction. A Proto-Germanic catalogical composition is therefore conceivable as a possible source, at least through the intermediation of military reports, for Tacitus’ Germania, beside Greek and Latin geographers, ethnographers, and historians. Two ethnographic maps of Ancient Germany and Gaul and a geographical description of Gaulish tribes in reconstructed Gaulish close the paper. / "Theudisko Stamnakunthi(n)" equivale a "Deutsche Stammeskunde" (con "deutsch" nell’accezione di "germanico" secondo l’uso difeso da Jacob Grimm); dopo una rassegna di testi in lingue ricostruite (indoeuropeo preistorico, proto-germanico) e testi ricostruiti (eolici, gotici, longobardi) da attestazioni in altra lingua, si propone una "traduzione" in protogermanico (impaginata a tre livelli: in basso il testo latino, al centro la versione protogermanica ricostruita - con tutte le necessarie indicazioni fonologiche e grassettatura delle allitterazioni - e in alto la stessa in grafia runica) dei passi della Germania di Tacito che riportano i nomi delle popolazioni germaniche antiche e, sulla base delle sorprendenti peculiarità formali che ne risultano (allitterazioni, omofonie, figure etimologiche), si ipotizza che, tra le fonti dirette o indirette dell’opera latina, sia realmente esistito un testo germanico di argomento catalogico-etnografico. Evidentemente si tratta di una tesi ambiziosa e si potrebbe prestare alla tentazione di richiami a una tradizione culturale risalente almeno alla "riscoperta" umanistica di Tacito da parte degli intellettuali tedeschi; d’altra parte, non si può negare che i materiali addotti - seppur con commenti molto concisi, per i limiti di spazio limitato - sono numerosi e le coincidenze fanno riflettere. L’articolo è corredato da due carte etnografiche (della Germania e della Gallia antiche) e una descrizione dei popoli della Gallia (pre)romana in gallico ricostruito (in omaggio a un filone "ossianico" di studî comparativo-ricostruttivi celto-germanici reimpostati in prospettiva indoeuropeistica).
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