Il titolo di questa seconda sessione esprime in se il teorema per cui il progetto dell'edificio è correlato a un evento di scala maggiore: la formazione del tessuto urbano. Più esplicitamente esso afferma l'esistenza di un marcato condizionamento delle leggi di formazione dell'aggregato sul singolo edificio. Si tratta, evidentemente, di una precisa posizione culturale, di una manifesta intenzionalità cha va ben oltre la scontata intersezione fra costruzione e percezione del luogo fisico e che pone, sostanzialmente, un problema di antagonismo fra cultura globalizzante e globalizzata e cultura storico-tradizionale. L'Architettura della modernità ha decisamente virato verso una dimensione artistica che privilegia gli approcci personalistici negando ogni riferimento operante alla storia in generale a quella dei luoghi in particolare. Ammettere il teorema equivale a formalizzare il conflitto morale fra i vizi dell'individualismo e il riconoscimento del valore "civile" dell'architettura. Sono evidenti, in questo senso, i risultati di un sistema basato sull'esasperato culto della personalità che, di per se, esclude l'esistenza di un rapporto scalare fra le dimensioni architettonica, edilizia, urbanistica e territoriale. Il procedere per architetture isolate dal loro mondo di potenziali connessioni sta producendo fenomeni mediaticamente clamorosi ma incapaci, nel loro sostanziale rifiuto delle radici etiche e linguistiche, di generare o mantenere un continuo costruito, il tessuto urbano appunto, che, attraverso la complementarietà di tipologie produttive, commerciali e di servizi, diventa soprattutto spazio virtuoso di relazione e di vita sociale. Tralasciando le più ampie scale della pianificazione urbana e territoriale nel presente lavoro si analizza la natura del tessuto, tramite fra le complessità dell'organismo urbano e la relativa elementarità dell'edificio, per poter individuare in esso le nodalità operanti sulle scelte progettuali alla scala architettonica.

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DASSORI, ENRICO
2005-01-01

Abstract

Il titolo di questa seconda sessione esprime in se il teorema per cui il progetto dell'edificio è correlato a un evento di scala maggiore: la formazione del tessuto urbano. Più esplicitamente esso afferma l'esistenza di un marcato condizionamento delle leggi di formazione dell'aggregato sul singolo edificio. Si tratta, evidentemente, di una precisa posizione culturale, di una manifesta intenzionalità cha va ben oltre la scontata intersezione fra costruzione e percezione del luogo fisico e che pone, sostanzialmente, un problema di antagonismo fra cultura globalizzante e globalizzata e cultura storico-tradizionale. L'Architettura della modernità ha decisamente virato verso una dimensione artistica che privilegia gli approcci personalistici negando ogni riferimento operante alla storia in generale a quella dei luoghi in particolare. Ammettere il teorema equivale a formalizzare il conflitto morale fra i vizi dell'individualismo e il riconoscimento del valore "civile" dell'architettura. Sono evidenti, in questo senso, i risultati di un sistema basato sull'esasperato culto della personalità che, di per se, esclude l'esistenza di un rapporto scalare fra le dimensioni architettonica, edilizia, urbanistica e territoriale. Il procedere per architetture isolate dal loro mondo di potenziali connessioni sta producendo fenomeni mediaticamente clamorosi ma incapaci, nel loro sostanziale rifiuto delle radici etiche e linguistiche, di generare o mantenere un continuo costruito, il tessuto urbano appunto, che, attraverso la complementarietà di tipologie produttive, commerciali e di servizi, diventa soprattutto spazio virtuoso di relazione e di vita sociale. Tralasciando le più ampie scale della pianificazione urbana e territoriale nel presente lavoro si analizza la natura del tessuto, tramite fra le complessità dell'organismo urbano e la relativa elementarità dell'edificio, per poter individuare in esso le nodalità operanti sulle scelte progettuali alla scala architettonica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/217920
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