Il libro Che cos’è il restauro?, pensato da Paolo Torsello, è diviso in 4 sezioni dedicate, rispettivamente, ai Militanti (in cui autori contemporanei si cimentano nel difficile cimento della definizione), ai Maestri, che include i teorici del XX secolo, dei Padri Fondatori che riunisce coloro i quali hanno “costruito” la disciplina nel XIX secolo. Un’ultima sezione riunisce invece le Dichiarazioni, risoluzioni, documenti, carte del restauro. Le regole stabilite dal curatore dell’opera fissavano una lunghezza molto limitata dei singoli saggi, 4 pagine nelle quali condensare in modo chiaro e sintetico il pensiero degli autori considerati, senza la possibilità di inserire note. Il saggio qui selezionato è uno dei quattro redatti dall’autrice: Cesare Brandi, Alois Riegl, Eugene Emmanuel Viollet-le-Duc, Decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137) Il saggio approfondisce la definizione di restauro proposta da Cesare Brandi nel suo testo fondamentale Teoria del restauro pubblicato nel 1963. Si tratta, come si legge nella prefazione del libro, di una delle due definizioni storiche di restauro insieme a quella di Viollet-le-Duc, in quanto quella di Ruskin è a tutti gli effetti una “invettiva” piuttosto che una enunciazione. Il saggio mette in evidenza ed esplicita semanticamente i termini utilizzati da Brandi per costruire la propria definizione a partire dall’ ”opera d’arte” intesa come “oggetto speciale”, dal suo “riconoscimento” e dalla “coscienza”, luogo in cui avviene tale riconoscimento. Si passa poi alla “traccia”: ciò che differenzia la presenza, di fronte a me, dell’opera in quanto “astanza” e non come semplice “flagranza”. Il saggio propone, a questo punto, l’analisi di quella parte della definizione che indica come finalità del restauro il “ristabilimento dell’unità potenziale dell’opera d’arte” approfondendo i termini “unità”, “immagine” e “forma”.

Cesare Brandi

NAPOLEONE, LUCINA
2005-01-01

Abstract

Il libro Che cos’è il restauro?, pensato da Paolo Torsello, è diviso in 4 sezioni dedicate, rispettivamente, ai Militanti (in cui autori contemporanei si cimentano nel difficile cimento della definizione), ai Maestri, che include i teorici del XX secolo, dei Padri Fondatori che riunisce coloro i quali hanno “costruito” la disciplina nel XIX secolo. Un’ultima sezione riunisce invece le Dichiarazioni, risoluzioni, documenti, carte del restauro. Le regole stabilite dal curatore dell’opera fissavano una lunghezza molto limitata dei singoli saggi, 4 pagine nelle quali condensare in modo chiaro e sintetico il pensiero degli autori considerati, senza la possibilità di inserire note. Il saggio qui selezionato è uno dei quattro redatti dall’autrice: Cesare Brandi, Alois Riegl, Eugene Emmanuel Viollet-le-Duc, Decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137) Il saggio approfondisce la definizione di restauro proposta da Cesare Brandi nel suo testo fondamentale Teoria del restauro pubblicato nel 1963. Si tratta, come si legge nella prefazione del libro, di una delle due definizioni storiche di restauro insieme a quella di Viollet-le-Duc, in quanto quella di Ruskin è a tutti gli effetti una “invettiva” piuttosto che una enunciazione. Il saggio mette in evidenza ed esplicita semanticamente i termini utilizzati da Brandi per costruire la propria definizione a partire dall’ ”opera d’arte” intesa come “oggetto speciale”, dal suo “riconoscimento” e dalla “coscienza”, luogo in cui avviene tale riconoscimento. Si passa poi alla “traccia”: ciò che differenzia la presenza, di fronte a me, dell’opera in quanto “astanza” e non come semplice “flagranza”. Il saggio propone, a questo punto, l’analisi di quella parte della definizione che indica come finalità del restauro il “ristabilimento dell’unità potenziale dell’opera d’arte” approfondendo i termini “unità”, “immagine” e “forma”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/215964
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