Il recente dibattito sulla democrazia è stato segnato dalla filosofia epistocratica, secondo cui il potere politico (kratos) andrebbe distribuito in funzione della conoscenza (episteme). In quest’ottica, il diritto di voto funzionerebbe come la patente: si può accedere alle urne solo se si sanno le regole del gioco, i principali problemi pubblici, i programmi dei candidati, esattamente come si può guidare una macchina solo se si imparano segnaletica e precedenze. Il volume parte dalle provocatorie tesi dell’epistocrazia per riflettere sul senso e le ragioni della democrazia. Pur pervenendo a conclusioni molto diverse da quelle propugnate dagli epistocrati, il testo ne sviluppa un’intuizione: non possiamo dirci democratici senza tenere in grande considerazione la conoscenza, perché la democrazia si fonda sull’impegno della cittadinanza a conoscere la politica. Il metodo democratico può essere inteso nella sua ricchezza soltanto come una “procedura illuminata”, vale a dire, come il processo decisionale teso a gestire il disaccordo fra individui liberi ed eguali, capaci di comprendere la realtà e decidere di conseguenza. La conoscenza rappresenta così un tratto identificativo della democrazia, catturandone la vitalità e la capacità di rinnovarsi in un periodo di crisi e contestazione.

Democrazia e conoscenza. Il dibattito contemporaneo.

Paolo Bodini
In corso di stampa

Abstract

Il recente dibattito sulla democrazia è stato segnato dalla filosofia epistocratica, secondo cui il potere politico (kratos) andrebbe distribuito in funzione della conoscenza (episteme). In quest’ottica, il diritto di voto funzionerebbe come la patente: si può accedere alle urne solo se si sanno le regole del gioco, i principali problemi pubblici, i programmi dei candidati, esattamente come si può guidare una macchina solo se si imparano segnaletica e precedenze. Il volume parte dalle provocatorie tesi dell’epistocrazia per riflettere sul senso e le ragioni della democrazia. Pur pervenendo a conclusioni molto diverse da quelle propugnate dagli epistocrati, il testo ne sviluppa un’intuizione: non possiamo dirci democratici senza tenere in grande considerazione la conoscenza, perché la democrazia si fonda sull’impegno della cittadinanza a conoscere la politica. Il metodo democratico può essere inteso nella sua ricchezza soltanto come una “procedura illuminata”, vale a dire, come il processo decisionale teso a gestire il disaccordo fra individui liberi ed eguali, capaci di comprendere la realtà e decidere di conseguenza. La conoscenza rappresenta così un tratto identificativo della democrazia, catturandone la vitalità e la capacità di rinnovarsi in un periodo di crisi e contestazione.
In corso di stampa
978-88-290-2569-5
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