Giuseppe Marini detto Moco, o Mocho (forse dallo spagnolo mocho, «rasato, rapato» oppure «tronco, mozzo»), era un fuoriuscito, ossia un soggetto che aveva abbandonato la sua città, Bonifacio, per unirsi alla lotta indipendentista corsa contro il dominio genovese guidata da Pasquale Paoli. Con tutta probabilità era un napoletano residente a Bonifacio. Si tratta del «patron Giuseppe Rebecco» (o «Ribecco») a cui Paoli fa riferimento nella sua corrispondenza quale principale attore del contrabbando marittimo di armi, munizioni e altre merci di rilevanza strategica e dell'attività corsara contro la navigazione mercantile genovese. Attraverso la sua figura l'azione dei rivoluzionari corsi assunse per la prima volta una dimensione non solo terrestre ma anche marittima. Il suo protagonismo nella costruzione della Marina da guerra (corsara) paolista andò di pari passi con un percorso di repentina ascesa sociale incardinato su capacità organizzative di notevole livello, abilità di movimento negli spazi del commercio illecito, perizia marinaresca, leadership e destrezza nel coltivare reti di relazioni nell'ambito delle quali ebbe un ruolo di primo piano il mondo marittimo napoletano
Il Moco. Giuseppe Marini di Bonifacio: contrabbandista, pirata e corsaro
Emiliano Beri
2024-01-01
Abstract
Giuseppe Marini detto Moco, o Mocho (forse dallo spagnolo mocho, «rasato, rapato» oppure «tronco, mozzo»), era un fuoriuscito, ossia un soggetto che aveva abbandonato la sua città, Bonifacio, per unirsi alla lotta indipendentista corsa contro il dominio genovese guidata da Pasquale Paoli. Con tutta probabilità era un napoletano residente a Bonifacio. Si tratta del «patron Giuseppe Rebecco» (o «Ribecco») a cui Paoli fa riferimento nella sua corrispondenza quale principale attore del contrabbando marittimo di armi, munizioni e altre merci di rilevanza strategica e dell'attività corsara contro la navigazione mercantile genovese. Attraverso la sua figura l'azione dei rivoluzionari corsi assunse per la prima volta una dimensione non solo terrestre ma anche marittima. Il suo protagonismo nella costruzione della Marina da guerra (corsara) paolista andò di pari passi con un percorso di repentina ascesa sociale incardinato su capacità organizzative di notevole livello, abilità di movimento negli spazi del commercio illecito, perizia marinaresca, leadership e destrezza nel coltivare reti di relazioni nell'ambito delle quali ebbe un ruolo di primo piano il mondo marittimo napoletanoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.