L’ampia tenzone tra Matteo Franco e Luigi Pulci rappresenta un episodio importante nel contesto letterario mediceo, specie per i suoi stretti rapporti con lo scandalo causato dai sonetti pulciani di parodia religiosa e per le conseguenze che tali episodi ebbero nei rapporti tra i due contendenti e il Magnifico (tali vicende sono ampiamente discusse nel capitolo introduttivo del volume). Nel 1933, Giulio Dolci pubblicò quei testi, e vari altri più o meno strettamente connessi, sotto il titolo di Libro dei Sonetti e sulla base di un codice allora in suo possesso, di cui si persero le tracce poco dopo. Per la prima volta, questa edizione mira a costituire criticamente il testo grazie all'esame di tutta la tradizione superstite. Il recente ritrovamento del Codice Dolci (2005), infatti, ha aperto la strada a una totale riconsiderazione del problema ecdotico, tanto sul piano della storia della tradizione quanto nel chiarimento dei rapporti tra le testimonianze, facendo emergere la straordinaria importanza che nella cura redazionale e diffusione manoscritta dei Sonetti ebbe Tommaso Baldinotti, poeta pistoiese, estensore del Codice Dolci e di altri due testimoni integrali della silloge (B = Vat. Barb. 3912; P = il Parmense Palatino 1336). Il testo critico è accompagnato da un ricco commento, che si sforza di interpretare la difficile lettera dei sonetti e di ricostruire le specifiche situazioni a cui fanno riferimento, proponendo, fra l'altro, una nuova, più ristretta datazione per la vicenda della tenzone. Le chiose puntuali ai testi mirano inoltre a mettere in luce le principali caratteristiche della lingua poetica dei due contendenti
Libro dei sonetti
DECARIA, Alessio;
2017-01-01
Abstract
L’ampia tenzone tra Matteo Franco e Luigi Pulci rappresenta un episodio importante nel contesto letterario mediceo, specie per i suoi stretti rapporti con lo scandalo causato dai sonetti pulciani di parodia religiosa e per le conseguenze che tali episodi ebbero nei rapporti tra i due contendenti e il Magnifico (tali vicende sono ampiamente discusse nel capitolo introduttivo del volume). Nel 1933, Giulio Dolci pubblicò quei testi, e vari altri più o meno strettamente connessi, sotto il titolo di Libro dei Sonetti e sulla base di un codice allora in suo possesso, di cui si persero le tracce poco dopo. Per la prima volta, questa edizione mira a costituire criticamente il testo grazie all'esame di tutta la tradizione superstite. Il recente ritrovamento del Codice Dolci (2005), infatti, ha aperto la strada a una totale riconsiderazione del problema ecdotico, tanto sul piano della storia della tradizione quanto nel chiarimento dei rapporti tra le testimonianze, facendo emergere la straordinaria importanza che nella cura redazionale e diffusione manoscritta dei Sonetti ebbe Tommaso Baldinotti, poeta pistoiese, estensore del Codice Dolci e di altri due testimoni integrali della silloge (B = Vat. Barb. 3912; P = il Parmense Palatino 1336). Il testo critico è accompagnato da un ricco commento, che si sforza di interpretare la difficile lettera dei sonetti e di ricostruire le specifiche situazioni a cui fanno riferimento, proponendo, fra l'altro, una nuova, più ristretta datazione per la vicenda della tenzone. Le chiose puntuali ai testi mirano inoltre a mettere in luce le principali caratteristiche della lingua poetica dei due contendentiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.