L’intervento proposto prende in esame alcune delle discussioni scaturite dal confronto fra pittori e scultori nel corso del Cinquecento nonché le occorrenze della terminologia relativa ai materiali lapidei nel corpo dei vocabolari che cominciano ad apparire al principio del XVII secolo. Seguendo un excursus che ha principio dall’opera del Disegno di Doni (1549) sino all’Istoria delle pietre (1597) del monaco Agostino Del Riccio, si è cercato di portare alla luce l’interesse dei trattati cinquecenteschi verso la composizione e la lavorazione del materiale lapideo. Dalle Vite vasariane (1550) in cui l’autore si sofferma in particolar modo su alcuni materiali lapidei particolarmente usati ed apprezzati, fissandone e codificandone nomi e utilizzo, si prosegue con i trattati che ne hanno sentito fortemente l’influenza. Ne sono un esempio Il Riposo (1584) del letterato Raffaello Borghini, da cui emerge un maggiore interesse verso il collezionismo scultoreo e la già citata Istoria delle pietre, in cui c’è una ripresa degli approfondimenti vasariani circa la lavorazione e composizione dei materiali lapidei. Inoltre, mediante la lettura del Vocabolario toscano dell’arte e del Disegno (1681) di Filippo Baldinucci, si è voluto approfondire l’aspetto legato alle trasformazioni terminologiche circa l’utilizzo degli strumenti adoperati nella lavorazione del marmo. Non è stata trascurata, infine, neppure la peculiare metodologia di restauro delle sculture descritta sia da Raffaello Borghini che dal Vocabolario baldinucciano, con un formulario di pratiche artistiche che anticipa e si distacca da quelle tutte romane e più tarde di Orfeo Boselli e di Bartolomeo Cavaceppi

«Io ti mostro in scoltura molte historie in marmi intagliate». Arti e tecniche nella toscana medicea

Nadia Raimo
2022-01-01

Abstract

L’intervento proposto prende in esame alcune delle discussioni scaturite dal confronto fra pittori e scultori nel corso del Cinquecento nonché le occorrenze della terminologia relativa ai materiali lapidei nel corpo dei vocabolari che cominciano ad apparire al principio del XVII secolo. Seguendo un excursus che ha principio dall’opera del Disegno di Doni (1549) sino all’Istoria delle pietre (1597) del monaco Agostino Del Riccio, si è cercato di portare alla luce l’interesse dei trattati cinquecenteschi verso la composizione e la lavorazione del materiale lapideo. Dalle Vite vasariane (1550) in cui l’autore si sofferma in particolar modo su alcuni materiali lapidei particolarmente usati ed apprezzati, fissandone e codificandone nomi e utilizzo, si prosegue con i trattati che ne hanno sentito fortemente l’influenza. Ne sono un esempio Il Riposo (1584) del letterato Raffaello Borghini, da cui emerge un maggiore interesse verso il collezionismo scultoreo e la già citata Istoria delle pietre, in cui c’è una ripresa degli approfondimenti vasariani circa la lavorazione e composizione dei materiali lapidei. Inoltre, mediante la lettura del Vocabolario toscano dell’arte e del Disegno (1681) di Filippo Baldinucci, si è voluto approfondire l’aspetto legato alle trasformazioni terminologiche circa l’utilizzo degli strumenti adoperati nella lavorazione del marmo. Non è stata trascurata, infine, neppure la peculiare metodologia di restauro delle sculture descritta sia da Raffaello Borghini che dal Vocabolario baldinucciano, con un formulario di pratiche artistiche che anticipa e si distacca da quelle tutte romane e più tarde di Orfeo Boselli e di Bartolomeo Cavaceppi
2022
978-88-32244-09-0
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