EMBRACING THE PRESENT BY INVOLVING THE PAST Since its official opening, in 1932, the linear mark drawn by Via dell’Impero – even though it was never completed in all of its parts - has been the battlefield where interests of different fields encountered, such as archaeology, architecture, urban design and also symbolisms, ideologies and scientific attitudes. It has been the arena for the conflict of opposite visions, all expressions of a dialectic relationship between politics and culture, conservation and alteration, ideal programmes and tangible projects. This conflicting duality also distinguished the projects for the Palazzo del Littorio and for the Danteum, which were never realised but are still significant and inspirational paradigms. The development of the site, capable of guaranteeing an inclusive participation that moves towards a public “use” of history, draws the attention on the acknowledgment of the value and meaning of the context in which we act. When analysing the project from an archaeological point of view, it is necessary to face a task of “cultural translation” (A. Ricci): on the one hand, the unfamiliarity of ruins and fragments as a detached section of a no longer visible unified entity, on the other side the visitor as a “receiver”. Such an act of translating and transferring knowledge, relates and reconciles distinct times and places of the same city. In this view, the past with all its ruins are neither a mere ‘aesthetic precedent’, nor a nostalgic escape from the present, but rather they are an active part of this. Therefore, the project will have to deal with the careful planning of a net of relations, sequences, routes and connections: these will help to clarify the ruins’ narratives, in the wider scale of the contemporary Rome.

INCLUDERE IL PRESENTE RENDENDO PARTECIPE IL PASSATO Dal momento della sua inaugurazione, non ancora completata in tutte le sue parti, nel 1932, il tracciato di via dell’Impero è stato il campo in cui si sono confrontati interessi diversi, archeologici, architettonici, urbanistici, ma anche simbolici, ideologici, scientifici. E’ stato il terreno dello scontro di visioni opposte, espressioni del rapporto dialettico fra politica e cultura, fra conservazione e sostituzioni, fra programmi ideali e progetti concreti, e tali sono anche quelli mai realizzati, ma altamente significativi, per il palazzo del Littorio e per il Danteum. La valorizzazione del luogo, in grado di garantire la partecipazione inclusiva, verso un uso pubblico della storia, pone il tema della attribuzione di valore e di senso al contesto nel quale si agisce. Nel caso del progetto archeologico, siamo di fronte ad un compito di ‘traduzione culturale ‘ (A. Ricci), nel passaggio dall’estraneità del frammento, parte staccata di un tutto non più visibile, al destinatario. In quest’opera di traduzione o di trasferimento di conoscenze, che mette in relazione tempi e luoghi differenti della città, il passato e i suoi resti non sono un semplice ‘precedente estetico’, né sono via di fuga nostalgica dal proprio presente, bensì sono parte attiva del presente stesso. Si tratterà di predisporre un tessuto di relazioni, di sequenze, di percorsi e connessioni che rendano manifesti ciò che i resti archeologici trasmettono, nella dimensione più ampia della città contemporanea.

AB IMIS FUNDAMENTIS_ Progetto per la Nuova Via FORI IMPERIALI a ROMA _ Call Internazionale di Progettazione per la riqualificazione e la risignificazione di Via dei Fori Imperiali, promossa da Accademia Adrianea di Architettura e Archeologia Onlus con l'Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia

CARMELA ANDRIANI
2016-01-01

Abstract

EMBRACING THE PRESENT BY INVOLVING THE PAST Since its official opening, in 1932, the linear mark drawn by Via dell’Impero – even though it was never completed in all of its parts - has been the battlefield where interests of different fields encountered, such as archaeology, architecture, urban design and also symbolisms, ideologies and scientific attitudes. It has been the arena for the conflict of opposite visions, all expressions of a dialectic relationship between politics and culture, conservation and alteration, ideal programmes and tangible projects. This conflicting duality also distinguished the projects for the Palazzo del Littorio and for the Danteum, which were never realised but are still significant and inspirational paradigms. The development of the site, capable of guaranteeing an inclusive participation that moves towards a public “use” of history, draws the attention on the acknowledgment of the value and meaning of the context in which we act. When analysing the project from an archaeological point of view, it is necessary to face a task of “cultural translation” (A. Ricci): on the one hand, the unfamiliarity of ruins and fragments as a detached section of a no longer visible unified entity, on the other side the visitor as a “receiver”. Such an act of translating and transferring knowledge, relates and reconciles distinct times and places of the same city. In this view, the past with all its ruins are neither a mere ‘aesthetic precedent’, nor a nostalgic escape from the present, but rather they are an active part of this. Therefore, the project will have to deal with the careful planning of a net of relations, sequences, routes and connections: these will help to clarify the ruins’ narratives, in the wider scale of the contemporary Rome.
2016
INCLUDERE IL PRESENTE RENDENDO PARTECIPE IL PASSATO Dal momento della sua inaugurazione, non ancora completata in tutte le sue parti, nel 1932, il tracciato di via dell’Impero è stato il campo in cui si sono confrontati interessi diversi, archeologici, architettonici, urbanistici, ma anche simbolici, ideologici, scientifici. E’ stato il terreno dello scontro di visioni opposte, espressioni del rapporto dialettico fra politica e cultura, fra conservazione e sostituzioni, fra programmi ideali e progetti concreti, e tali sono anche quelli mai realizzati, ma altamente significativi, per il palazzo del Littorio e per il Danteum. La valorizzazione del luogo, in grado di garantire la partecipazione inclusiva, verso un uso pubblico della storia, pone il tema della attribuzione di valore e di senso al contesto nel quale si agisce. Nel caso del progetto archeologico, siamo di fronte ad un compito di ‘traduzione culturale ‘ (A. Ricci), nel passaggio dall’estraneità del frammento, parte staccata di un tutto non più visibile, al destinatario. In quest’opera di traduzione o di trasferimento di conoscenze, che mette in relazione tempi e luoghi differenti della città, il passato e i suoi resti non sono un semplice ‘precedente estetico’, né sono via di fuga nostalgica dal proprio presente, bensì sono parte attiva del presente stesso. Si tratterà di predisporre un tessuto di relazioni, di sequenze, di percorsi e connessioni che rendano manifesti ciò che i resti archeologici trasmettono, nella dimensione più ampia della città contemporanea.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1116636
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