Azione è la parola chiave secondo cui rileggere l’intera biografia di Bruno Zevi ed i suoi innumerevoli profili: di intellettuale e uomo di cultura, di accademico e critico, di storico e personaggio pubblico al centro di vicende civili, architettoniche, accademiche, politiche. Azione significa prendere posizione, affermare pubblicamente il proprio pensiero per una causa che si ritenga giusta. Il vitalismo con cui Zevi si pone (e si contrappone) agli eventi tragici della Storia fanno sì che ogni circostanza non sia subìta bensì governata e trasformata. Nel 1943 partecipa in Italia alla lotta di liberazione; milita nelle file del Partito d’Azione che rimarrà a lungo un modello di vita ispirato ai principi del social liberismo di Carlo Rosselli e che lo stesso Zevi tenterà di rifondare qualche decennio più avanti. La prospettiva di unire speranze civili ed intellettuali, proprie di quel partito, indicano una linea di lavoro e di azione che rimarrà costante nella biografia di Bruno Zevi. Riguardano l’accademico ma anche l’uomo di cultura, il comunicatore ante litteram e lo straordinario organizzatore culturale, costantemente impegnato a portare le ragioni della società civile e della politica nell’architettura e l’architettura verso la società e la politica. “La storia come metodologia del fare architettonico - scrive Zevi - insegnata attorno ai tavoli di progettazione, capace di smascherare dogmi e nozioni tradizionali, di rivivere il processo genetico dell’opera dei maestri e di incentivare la creatività, di spiegare gli etimi della lingua convenzionale e le ragioni delle deroghe e delle eresie: ecco un programma calzante con la nostra cultura , che nega ogni a priori e mostra le crepe della pretesa obiettività delle matematiche e delle scienze” .

BRUNO ZEVI _ Pensiero ed Azione

CARMELA ANDRIANI
2019-01-01

Abstract

Azione è la parola chiave secondo cui rileggere l’intera biografia di Bruno Zevi ed i suoi innumerevoli profili: di intellettuale e uomo di cultura, di accademico e critico, di storico e personaggio pubblico al centro di vicende civili, architettoniche, accademiche, politiche. Azione significa prendere posizione, affermare pubblicamente il proprio pensiero per una causa che si ritenga giusta. Il vitalismo con cui Zevi si pone (e si contrappone) agli eventi tragici della Storia fanno sì che ogni circostanza non sia subìta bensì governata e trasformata. Nel 1943 partecipa in Italia alla lotta di liberazione; milita nelle file del Partito d’Azione che rimarrà a lungo un modello di vita ispirato ai principi del social liberismo di Carlo Rosselli e che lo stesso Zevi tenterà di rifondare qualche decennio più avanti. La prospettiva di unire speranze civili ed intellettuali, proprie di quel partito, indicano una linea di lavoro e di azione che rimarrà costante nella biografia di Bruno Zevi. Riguardano l’accademico ma anche l’uomo di cultura, il comunicatore ante litteram e lo straordinario organizzatore culturale, costantemente impegnato a portare le ragioni della società civile e della politica nell’architettura e l’architettura verso la società e la politica. “La storia come metodologia del fare architettonico - scrive Zevi - insegnata attorno ai tavoli di progettazione, capace di smascherare dogmi e nozioni tradizionali, di rivivere il processo genetico dell’opera dei maestri e di incentivare la creatività, di spiegare gli etimi della lingua convenzionale e le ragioni delle deroghe e delle eresie: ecco un programma calzante con la nostra cultura , che nega ogni a priori e mostra le crepe della pretesa obiettività delle matematiche e delle scienze” .
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1116557
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