Adiacente al Palazzo dell’Università di Genova, già sede del Collegio dei Gesuiti, arretrata rispetto al fronte stradale creato con la costruzione dei Palazzi dei signori Balbi , sorge la ex Chiesa dei Santi Girolamo e Francesco Saverio. Essa fu fatta erigere da Francesco Maria Balbi sul sedime della preesistente Chiesa di San Girolamo del Roso e ultimata nel 1668. Dopo alcune trasformazioni per adattarla a usi diversi a seguito della espulsione dei Gesuiti da parte della Repubblica di Genova nel 1773, nel 1935 la ex Chiesa fu inaugurata come sede della Nuova Biblioteca Universitaria. Questo uso, che oggi definiremmo non compatibile con la conservazione del manufatto, ne stravolse lo spazio interno, costituito da un’unica ampia navata coperta da volta a botte, da quattro cappelle laterali (in parte di epoche successive al primo impianto) e dal profondo presbiterio con abside a terminazione rettilinea, con l’inserimento di un solaio a quota intermedia, sotto l’imposta della volta, per ricavare, al di sotto, un ampio deposito librario e, al di sopra, la sala di lettura la cui parte di maggior pregio è costituita dal presbiterio, affrescato da Domenico Piola. Il saggio ripercorre la storia delle trasformazioni di questo spazio nell'arco di un decennio, in attesa di una futura nuova riconfigurazione.

I Santi Girolamo e Francesco Saverio: da ex-chiesa dei Gesuiti a Biblioteca della Regia Università di Genova (1926-1935)

G. Franco;S. F. Musso
2022-01-01

Abstract

Adiacente al Palazzo dell’Università di Genova, già sede del Collegio dei Gesuiti, arretrata rispetto al fronte stradale creato con la costruzione dei Palazzi dei signori Balbi , sorge la ex Chiesa dei Santi Girolamo e Francesco Saverio. Essa fu fatta erigere da Francesco Maria Balbi sul sedime della preesistente Chiesa di San Girolamo del Roso e ultimata nel 1668. Dopo alcune trasformazioni per adattarla a usi diversi a seguito della espulsione dei Gesuiti da parte della Repubblica di Genova nel 1773, nel 1935 la ex Chiesa fu inaugurata come sede della Nuova Biblioteca Universitaria. Questo uso, che oggi definiremmo non compatibile con la conservazione del manufatto, ne stravolse lo spazio interno, costituito da un’unica ampia navata coperta da volta a botte, da quattro cappelle laterali (in parte di epoche successive al primo impianto) e dal profondo presbiterio con abside a terminazione rettilinea, con l’inserimento di un solaio a quota intermedia, sotto l’imposta della volta, per ricavare, al di sotto, un ampio deposito librario e, al di sopra, la sala di lettura la cui parte di maggior pregio è costituita dal presbiterio, affrescato da Domenico Piola. Il saggio ripercorre la storia delle trasformazioni di questo spazio nell'arco di un decennio, in attesa di una futura nuova riconfigurazione.
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