Possiamo usare le immagini della nostra mente per modellare architetture? Con quali implicazioni nella prefigurazione di spazi, soluzioni, materiali, procedimenti costruttivi? Quali processi cognitivi utilizziamo come progettisti? Perché è importante esserne consapevoli? Quando vaghiamo con la mente mentre progettiamo perdiamo tempo o cogliamo nuove opportunità? Come imparare da progettisti a gestire questi processi mentali? Perché è importante farlo in gruppo? Come possiamo formarci come architetti nella società del rapido cambiamento in cui viviamo? Quali sono le sfide che la nostra capacità immaginativa dovrà affrontare nel prossimo futuro? Come potrebbe essere condizionata dalle cosiddette transizioni ecologica e digitale? Nel nostro mondo complesso, sempre più velocemente in trasformazione, potrebbe non aver più senso pretendere di apprendere e insegnare il progetto di architettura attraverso precetti stilistici e regole tecnico-costruttive date per certe e immutabili. Per permettere un riassetto continuo dei saperi del progettista, adeguato al costante mutamento del contesto culturale e operativo, occorre agire su piani diversi, fornendo – insieme alle conoscenze di base – strumenti metodologici flessibili e di autoconoscenza per l’autoformazione permanente. In questi termini, sarà sempre più utile lavorare a livello cognitivo, per insegnare ai progettisti ad acquisire una maggiore consapevolezza dei differenti processi mentali attraverso i quali ciascuno, a suo modo, immagina l’architettura, in tutta la sua spazialità, matericità, costruibilità, nel rapporto con i sensi di chi la vivrà, nel mondo che verrà. Si tratta di un passo piuttosto deciso in una direzione nuova ancora da esplorare. Questo libro avanza, proprio in questa direzione, una proposta o, meglio, una serie di proposte rivolte ai progettisti, soprattutto a quelli delle nuove generazioni.

Architettura e immagini mentali. Processi cognitivi per il progetto dello spazio costruibile nell’era della complessità.

Andrea Giachetta
2022-01-01

Abstract

Possiamo usare le immagini della nostra mente per modellare architetture? Con quali implicazioni nella prefigurazione di spazi, soluzioni, materiali, procedimenti costruttivi? Quali processi cognitivi utilizziamo come progettisti? Perché è importante esserne consapevoli? Quando vaghiamo con la mente mentre progettiamo perdiamo tempo o cogliamo nuove opportunità? Come imparare da progettisti a gestire questi processi mentali? Perché è importante farlo in gruppo? Come possiamo formarci come architetti nella società del rapido cambiamento in cui viviamo? Quali sono le sfide che la nostra capacità immaginativa dovrà affrontare nel prossimo futuro? Come potrebbe essere condizionata dalle cosiddette transizioni ecologica e digitale? Nel nostro mondo complesso, sempre più velocemente in trasformazione, potrebbe non aver più senso pretendere di apprendere e insegnare il progetto di architettura attraverso precetti stilistici e regole tecnico-costruttive date per certe e immutabili. Per permettere un riassetto continuo dei saperi del progettista, adeguato al costante mutamento del contesto culturale e operativo, occorre agire su piani diversi, fornendo – insieme alle conoscenze di base – strumenti metodologici flessibili e di autoconoscenza per l’autoformazione permanente. In questi termini, sarà sempre più utile lavorare a livello cognitivo, per insegnare ai progettisti ad acquisire una maggiore consapevolezza dei differenti processi mentali attraverso i quali ciascuno, a suo modo, immagina l’architettura, in tutta la sua spazialità, matericità, costruibilità, nel rapporto con i sensi di chi la vivrà, nel mondo che verrà. Si tratta di un passo piuttosto deciso in una direzione nuova ancora da esplorare. Questo libro avanza, proprio in questa direzione, una proposta o, meglio, una serie di proposte rivolte ai progettisti, soprattutto a quelli delle nuove generazioni.
2022
978-88-351-3829-7
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