Nel quadro dello studio del rapporto tra servizi sociali territoriali e utenti stranieri, soprattutto quelli identificabili come migranti transnazionali, questo paper si propone l’obiettivo di ricostruire dapprima gli elementi teorici di quella che è stata definita nella letteratura internazionale come Transnational Social Protection (TSP), per poi discuterne alcune implicazioni per i servizi sociali e i loro operatori. Nell’attuale contesto mondiale, caratterizzato da sistemi nazionali di Welfare State in crisi oppure oggetto di pesanti ristrutturazioni, circa 270 milioni di migranti internazionali vivono in Paesi dei quali non hanno la cittadinanza. Allo stesso tempo, in quelli che costituiscono le principali destinazioni dei flussi migratori, gli utenti di origine straniera hanno un’incidenza crescente tra gli utenti dei servizi sociali territoriali, rendendo necessario un ripensamento di molte pratiche e atteggiamenti da parte degli operatori. La prospettiva della TSP si focalizza sui migranti transnazionali e sulle attività che essi intraprendono per far fronte ai bisogni sociali propri e delle proprie famiglie, che possono trovarsi con loro nei Paesi di destinazione o essere rimasti nei Paesi d’origine. Questi soggetti infatti non dipendono per il loro benessere solo dai servizi delle istituzioni nazionali, regionali e locali dei Paesi che li ospitano, né tantomeno solo da quelli dei loro Paesi di provenienza, ma anche da tutte le politiche, i programmi, le persone, le organizzazioni e le istituzioni che possono offrire loro provvidenze e protezione in modo transnazionale (Levitt et Al. 2017, p. 5). Per meglio studiare queste modalità di accesso ai servizi di welfare, è stato introdotto il concetto di “resource environment”, costituito dalla combinazione di tutte le possibili forme di protezione disponibili per un individuo e riferibili a quattro fonti potenziali, rappresentate da stato, mercato, terzo settore e reti sociali (Levitt et Al. 2017, p. 5). Una volta chiarito il quadro teorico di riferimento, sulla base di recenti ricerche empiriche, si cercherà di definire la collocazione dei servizi sociali territoriali nell’ambito della TSP e, più, concretamente, del resource environment. Gli assistenti sociali, infatti, così come i loro riferimenti amministrativi e politici, devono avere consapevolezza di essere un elemento della componente formale dell’“ambito di risorse” dei migranti transnazionali ma, allo stesso tempo, anche del fatto che questi soggetti si trovano al centro di più ampie reti di interdipendenza, rispetto alle quali sono al contempo utilizzatori e fornitori di risorse sociali.
I servizi sociali nel quadro della “protezione sociale transnazionale” degli utenti stranieri
Agostino Massa
2022-01-01
Abstract
Nel quadro dello studio del rapporto tra servizi sociali territoriali e utenti stranieri, soprattutto quelli identificabili come migranti transnazionali, questo paper si propone l’obiettivo di ricostruire dapprima gli elementi teorici di quella che è stata definita nella letteratura internazionale come Transnational Social Protection (TSP), per poi discuterne alcune implicazioni per i servizi sociali e i loro operatori. Nell’attuale contesto mondiale, caratterizzato da sistemi nazionali di Welfare State in crisi oppure oggetto di pesanti ristrutturazioni, circa 270 milioni di migranti internazionali vivono in Paesi dei quali non hanno la cittadinanza. Allo stesso tempo, in quelli che costituiscono le principali destinazioni dei flussi migratori, gli utenti di origine straniera hanno un’incidenza crescente tra gli utenti dei servizi sociali territoriali, rendendo necessario un ripensamento di molte pratiche e atteggiamenti da parte degli operatori. La prospettiva della TSP si focalizza sui migranti transnazionali e sulle attività che essi intraprendono per far fronte ai bisogni sociali propri e delle proprie famiglie, che possono trovarsi con loro nei Paesi di destinazione o essere rimasti nei Paesi d’origine. Questi soggetti infatti non dipendono per il loro benessere solo dai servizi delle istituzioni nazionali, regionali e locali dei Paesi che li ospitano, né tantomeno solo da quelli dei loro Paesi di provenienza, ma anche da tutte le politiche, i programmi, le persone, le organizzazioni e le istituzioni che possono offrire loro provvidenze e protezione in modo transnazionale (Levitt et Al. 2017, p. 5). Per meglio studiare queste modalità di accesso ai servizi di welfare, è stato introdotto il concetto di “resource environment”, costituito dalla combinazione di tutte le possibili forme di protezione disponibili per un individuo e riferibili a quattro fonti potenziali, rappresentate da stato, mercato, terzo settore e reti sociali (Levitt et Al. 2017, p. 5). Una volta chiarito il quadro teorico di riferimento, sulla base di recenti ricerche empiriche, si cercherà di definire la collocazione dei servizi sociali territoriali nell’ambito della TSP e, più, concretamente, del resource environment. Gli assistenti sociali, infatti, così come i loro riferimenti amministrativi e politici, devono avere consapevolezza di essere un elemento della componente formale dell’“ambito di risorse” dei migranti transnazionali ma, allo stesso tempo, anche del fatto che questi soggetti si trovano al centro di più ampie reti di interdipendenza, rispetto alle quali sono al contempo utilizzatori e fornitori di risorse sociali.File | Dimensione | Formato | |
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